Mettiamoli tutti!



Recentemente, come si sa, con la sentenza 556, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di una cittadina finlandese che aveva chiesto che fosse rimosso il crocifisso affisso nella scuola media di Abano Terme, in provincia di Padova, frequentata dai suoi figli. Secondo la sentenza:

«È evidente che il crocifisso è esso stesso un simbolo che può assumere diversi significati e servire per intenti diversi innanzitutto per il luogo in cui è posto. … In un luogo di culto il crocifisso è propriamente ed esclusivamente un simbolo religioso, in quanto mira a sollecitare l’adesione riverente verso il fondatore della religione cristiana, mentre in una sede non religiosa, come la scuola, destinata all’educazione dei giovani, il crocifisso assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso.»

Al di là della discutibilità della sentenza, a mio avviso carente dal punto di vista della logica in senso stretto e fin troppo chiaramente parziale e ideologica nei suoi contenuti, mi sembra evidente che sebbene la legge preveda in determinati casi la presenza del crocifisso in locali pubblici che non siano luoghi di culto, non mi sembra impedisca l’affissione di altri simboli negli stessi locali.

Da qui la mia proposta:

perché non mettere accanto al crocifisso TUTTI gli altri simboli religiosi esistenti?

Dato che non possiamo toglierne uno, allora mettiamoli tutti e vediamo se qualcuno avrà il coraggio di sentenziare che essi vadano tolti. Perché se così fosse, allora ci troveremmo di fronte a una violazione del principio che stabilisce pari dignità per tutti i culti, come è giusto che sia in un Paese civile.

Commenti (8) a «Mettiamoli tutti!»

  1. LoScaffale ha detto:

    La frase “in una sede non religiosa, come la scuola, destinata all’educazione dei giovani, il crocifisso assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso” indica il giusto piano di lettura: un simbolo religioso, quale il crocifisso, è sì, un punto di riferimento per coloro che hanno scelto di abbracciare una certa confessione religiosa, ma non mina in alcun modo, né sminuisce o mortifica la libertà di professare altri culti o di vivere una serena esistenza laica.

    Oggi probabilmente non si promulgherebbe una legge che prescriva l’esposizione del crocifisso nei locali pubblici. Abrogarne una già esistente – però – non avrebbe significato, se non quello di portare avanti un’inutile iconoclastia, che assai toglie a chi crede (e vale per tutte le confessioni), senza nulla aggiungere a chi davanti ad esso resta indifferente (ché restane offeso, come a volte si è detto, è un’offesa a sua volta).

    L’aspetto che non deve sfuggire all’osservatore laico e culturalmente portato a scindere il piano religioso e quello temporale, è che spesso simili istanze iconoclaste provengono da chi non vede alternative alla sistematica commistione di fede e diritto e, se oggi hanno ad oggetto oggetti sacri, domani – proprio in forza di qusta visione monolitica – potrebbero dirigersi verso elementi laici del nostro vivere, potenzialmente incompatibili con alcune ‘sensibilità’.

    Ho sempre creduto nell’incontro fra laicità dello Stato ed integrazione, raggiunto mediante addizione e non sottrazione di elementi culturali, compreso quello spirituale, che non può gicoforza essere espunto dal nostro quotidiano.

    Perfettamente d’accordo, quindi, a che anche in luoghi istituzionali si possano esporre i simboli di tutte le religioni, i cui valori siano compatibili con quelli che stanno a base della nostra civiltà.

  2. Dario de Judicibus ha detto:

    Sono perplesso. Discriminare significa scegliere a parità di valore. Ad esempio, se dieci persone fanno un test e sei ottengono il punteggio massimo, ma io ne scelgo solo tre sulla base di considerazioni non correlate alla loro capacità (scelgo la biondina perché mi piace, il ragazzo col ciuffo perché suo padre è senatore, e il mingherlino con gli occhiali perché mi ha promesso di farmi vedere la serie completa di Star Trek edizione speciale) allora sto discriminando.

    Tu affermi che la presenza del crocifisso nelle scuole non è discriminante. Tuttavia, per il crocifisso esiste una legge che lo impone, mentre lo stesso non c’è per altri simboli. Perché? Ragioni storiche? D’accordo, ma i tempi cambiano e la nostra non è più una società cristiana ma multietnica e multireligiosa. Perché quindi non modificare la legge e prevedere che ci siano tutti, i simboli religiosi? O nessuno, perché la religione è una questione privata, personale, nella quale lo Stato non deve e non può entrare, per cui non è pensabile che a riguardo possa legiferare. O magari solo quelli corrispondenti alle fedi seguite dagli studenti che faranno lezione in quell’aula.

    Mia figlia ha fatto religione alle elementari. Durante quelle ore le hanno insegnato tutte le religioni, senza particolari preclusioni o preferenze. Ne sono stato felice. Ora, alle medie, le insegneranno solo quella cattolica, per cui ho scelto per lei la possibilità di usare quell’ora per fare i compiti. Se poi vorrà indirizzarsi vero quella religione, avrà tutto lo spazio che desidererà per farlo, ma non posso accettare che alla mia bambina venga insegnato solo un punto di vista così come non accetterei mai di vivere in un Paese con un solo partito.

    Ad ogni modo, nell’affermazione del Consiglio di Stato ci sono due aspetti che non mi piacciono. Uno è là dove dicono È evidente che il crocifisso…. A me non è evidente per nulla. Se esistono dei criteri che giustificano tale affermazione, che siano espressi, ma affermare che qualcosa è ovvio o evidente per giustificare una scelta è tipico delle dittature, non dei Paesi civili. L’altro aspetto riguarda quanto hai riportato anche tu all’inizio del tuo commento. Un simbolo è un simbolo e tale rimane ovunque. Quindi il crocifisso rimane simbolo religioso anche al di fuori di un luogo di culto, soprattutto considerando il fatto che quella cristiana, al contrario di altre religioni, prevede l’evangelizzazione, ovvero porta i suoi simboli fuori dai luoghi di culto per convertire i non cristiani.

  3. Mele_Troppo_Marce ha detto:

    perché invece quella parete non la lasciamo vuota?

  4. Dario de Judicibus ha detto:

    Va bene, o tutti o nessuno, oppure quelli che si vuole a richiesta a seconda di chi c’è in aula… l’importante è che non si discrimini. Il problema semmai è un’altro: se la discriminazione è stabilita da un’istituzione come il Consiglio di Stato, solo per questo, deve automaticamente diventare legittima?

  5. utente anonimo ha detto:

    Qui state negando la storia dell'Italia negli ultimi 2000 anni. Contestualizziamo. Non usciamo da un grande nulla e quindi non facciamo regole astratte… Neanche quello che ci circonda è il nulla… anzi!

    Se il crocifisso c'e' è perche' per la maggior parte degli italiani ha un valore positivo ed in generale indica il rifacimento ad un essere superiore alle tristezze umane.
    Volete mettere altri simboli religiosi?
    Chi discrimina quali si e quali no? Se io fondo la mia religione e mi do' un simbolo, aggiungete anche il mio? Anche se metto (scherzo!)  una svastica? Suvvia…
    Perchè aggiungere ad esempio simboli mussulmani quando i cristiani nei paesi mussulmani sono, non solo mal tollerati ma spesso discriminati e uccisi? Ho capito che devo porgere l'altra guancia, ma non ho ancora letto che debba anche abbassare i pantaloni…. !!!
    Scusa ma non riesco ad essere multietnico e multireligioso mentre gli altri, che poi vengono da noi, a casa loro si ammazzano tra etnie e soffocano le altre religioni. Difficile essere democratico con un dittatore a meno di non essere masochista o imbecille fatto e finito. Questa teoria, un po' come il comunismo, ha bisogno di gente perfetta per stare in piedi altrimenti viene usata dai furbi contro gli sciocchi.

  6. Dario de Judicibus ha detto:

    La mia era solo una provocazione, fosse solo perché di simboli religiosi ce ne sono talmente tanti che servirebbe una parete intera per metterli tutti. Il punto è che non ha senso che ci sia solo il crocefisso. Questo è uno Stato laico e il fatto che storicamente sia stato cattolico non mi sembra un argomento valido perché, se lo fosse, potrei a maggior ragione pretendere che sia esposta accanto al tricolore anche l'aquila imperiale romana. Dopo tutto, da agnostico, se mi devo riconoscere in un qualche glorioso momento della Storia, mi riconoscerei maggiormente nell'Impero Romano che nello Stato della Chiesa.

  7. utente anonimo ha detto:

    mmm… provocazione per provocazione: una piazza è un luogo pubblico? Si. E' confessionale o laica? Direi Laica…

    Abbattiamo tutti i campanili che si affacciano su una piazza? Eliminiamo tutti i simboli religiosi dalle facciate delle chiese?

    Le mostre sono laiche o confessionali? Direi laiche… Stendiamo un velo bianco su tutti i quadri a sfondo religioso?

    Ho sempre più la percezione di un laicismo che si è eletto a religione esso stesso. Siamo arrivati al punto che in alcune scuole non si può più parlare di festa del Natale ai bambini, perché è una festa religiosa…

    V.

  8. Dario de Judicibus ha detto:

    Il tuo esempio non regge. Un campanile o una chiesa è un edificio "privato" aperto al pubblico e quindi ha tutto il diritto di esserci, come hai il diritto di esserci una moschea o un tempio, ma anche una palestra o la sede di una qualunque associazione o partito. Che un simbolo religioso si trovi sulla facciata di un edificio religioso della stessa fede ha anche un'utilità pubblica: indica al fedele di quale religione si tratti. Lo puoi considerare come il nome sotto il campanello del portone d'ingresso di un appartamento: si trova in luogo pubblico (ovvero condominiale, il pianerottolo, o pubblico, la strada) ma è solo un'indicazione. Inoltre molti edifici hanno anche un valore architettonico così come i quadri di una mostra hanno valore artistico.

    Un simbolo specifico in una scuola, invece, ovvero in un ambito che serve a dare un'educazione alle nuove generazioni e quindi ad ORIENTARLE, è un messaggio preciso ed univoco, ovvero, tutte le religioni sono uguali ma quella religione è "più uguale" delle altre. Questo in uno stato laico non ha senso. Tanto per fare un esempio, prova a pensare a quali potrebbero essere le conseguenze se in tutte le scuole del nord i sindaci leghisti facessero approvare una legge che impone il simbolo del partito della lega in tutte le classi. Non credo che gli altri, PdL incluso, ne sarebbero felici…

Nessuna retrotraccia o avviso a «Mettiamoli tutti!»

Si prega di usare Facebook solo per commenti brevi.
Per commenti più lunghi è preferibile utilizzare l'area di testo in fondo alla pagina.

Commenti Facebook

Lascia una risposta





Nel rispetto delle apposite norme di legge si dichiara che questo sito non ha alcun scopo di lucro, non ha una periodicità prestabilita e non viene aggiornato secondo alcuna scadenza prefissata. Pertanto non può essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge italiana n. 62 del 7 marzo 2001. Inoltre questo sito si avvale del diritto di citazione a scopo accademico e di critica previsto dall'Articolo 10 della Convenzione di Berna sul diritto d'autore.