Palinsesti celebrativi



Palinsesti celebrativi: «Ballarò» cede a «Porta a Porta»
di Claudio Severini

Poco fa, visitando il sito internet di Repubblica ho appreso che la puntata di «Ballarò» prevista per martedì 15 settembre non andrà in onda. Il tutto per dar modo a Bruno Vespa ed al suo «Porta a Porta» di celebrare il momento di consegna delle prime case ai terremotati abruzzesi. Il tipo di notizia — che a molti potrà suscitare sconcerto, stupore, indignazione e consimili — purtroppo non meraviglia affatto chi vi scrive. Da molti anni seguo le "acrobazie" mediatico-politiche del nostro attuale Presidente del Consiglio.

Fin dall’inizio (anno 1994 ed anche prima) il suo è stato un crescendo di dominio e di presenza totalitaria, subdola, che mi ricorda molto quanto recentemente ho letto sul libro «La democrazia in America» — anno 1836 — di Alexis de Toqueville. In pratica, nel testo si parla di come in una democrazia il popolo possa ingenuamente e nel tempo concedere fiducia e consenso sempre più vasto ad un gruppo di potere più o meno ristretto, sempre quello, affidandogli come fosse un padre di famiglia la propria vita e le proprie insicurezze.

Tutto ciò — sempre secondo il politologo francese dell’800 — sarebbe conseguenza di un cambiamento negativo della Società, che a seguito di un periodo sufficientemente lungo di prosperità e benessere perderebbe valori e tensioni intellettuali, voglia di lottare per qualcosa. Una collettività composta da piccoli omini smarriti, atomi di un sistema che non funziona più in termini di coinvolgimento collettivo, si interesserebbe solo ad attività e settori superficiali per «godersi la vita che è una sola» ecc. ecc., demandando totalmente le cose serie e fondanti della Comunità a qualcun altro, che se ne occupi «senza disturbare troppo».

È chiaro che in una situazione del genere non si va lontano. De Toqueville aveva fatto questo tipo di previsione nella prima metà del 1800, visitando per un breve periodo gli Stati Uniti — allora ancora in formazione — senza aver realmente vissuto in Europa un’esperienza democratica. Man mano che leggevo il libro mi venivano i brividi, perché da quando è «arrivato in Italia» il centro destra attuale al governo, noi viviamo un’esperienza molto simile a quella da lui descritta.

Evidentemente nel 1994 — anno della discesa in campo di Silvio Berlusconi — già esisteva terreno fertile per modellare la società italiana a suo uso e costume. È stato bravo a circondarsi di collaboratori compiacenti e a costruire un proprio sistema televisivo. Ha preso il controllo anche di quel che rimaneva di non suo — RAI e Mondadori, nel secondo caso con corruzione di giudici romani, accertata con condanna per tutti i suoi avvocati e sodali ma non per lui — ed in tal modo ha vinto sondaggi ed elezioni a ripetizione, con un crescendo impressionante di persuasione e marketing politico/virtuale che gli ha dato un potere immenso sulla nostra povera Italia.

Allo stato attuale lui ottiene quello che vuole anche se non lo chiede e non lo vuole, tanta è la paura — concedo il termine «timore» se sembra esagerato la paura — che incute in chi ha a che fare con lui o può anche solo averne delle conseguenze indirette. Tanto che oramai — solo per fare un esempio dei tanti possibili — il TG1 è inguardabile tanto è servile all’immagine di SB, e questo non sempre per intervento del PDL o chi per loro, ma per le ragioni di cui sopra.

E l’annullamento della prima puntata di Ballarò non credo sia stato attuato direttamente da LUI, ma per servilismo indiretto e di riflesso di RAI 1 e della RAI in genere (tolta RAI 3). D’altronde, le voci di una repentina cancellazione di talune trasmissioni di approfondimento che danno a dir poco fastidio al Presidente del Consiglio si rincorrono da tempo e i metodi per farlo senza dar scandalo, gradualmente, con le scuse e motivazioni il più plausibili possibile ci sono. Metodi che purtroppo ricordano regimi d’altri tempi e che si sperava non dovessero più riguardare un Paese come l’Italia, che vorrebbe e pretenderebbe di rientrare nel consesso delle democrazie più moderne ed importanti del mondo, ma che sotto l’aspetto della libertà di informazione e di opinione sta scivolando pericolosamente ai livelli più bassi delle classifiche internazionali stilate in materia.

Commenti (7) a «Palinsesti celebrativi»

  1. utente anonimo ha detto:

    Non stupisce neanche me.

    Fra l’altro ne ho sentito parlare sull’antefatto proprio poco fa.

    A questo proposito, caro Dario, dopo aver riletto il tuo ottimo articolo sulla “libera disinformazione”, mi sono chiesto cosa ne pensassi tu di questo nuovo giornale che deve uscire (il Fatto), per come si presenta ti sembra possa definirsi un giornale indipendente (Travaglio mi sembra sinceramente uno che riporta sempre fatti e fonti precise)? Un’ultima cosa, sempre a proposito della disinformazione, non credi sia utopica l’idea di un giornale o di un canale televisivo indipendente ? A mio parere, anche impegnandosi, è difficile non essere di parte. Ognuno esprime sempre la sua opinione, paradossalmente anche quando riporta dei fatti. Prendi l’esempio di un concerto come quello di Woodstock del 69, immaginati per assurdo che un giornalista dell’Avvenire si trovasse lì con una videocamera. Anche se avesse ripreso ciò che stava accadendo lì (e quindi riprendendo dei fatti) lo avrebbe fatto in maniera soggettiva, perchè ad esempio avrebbe potuto sottolineare come i giovani facevano largo uso di droghe eccetera eccetera (che poi mi pare sia effettivamente accaduta una cosa del genere) con l’evidente obiettivo di sottolineare “l’immoralità” della cosa.

    Poi anche sta storia di porta a porta, chi ci dice effettivamente che il motivo per cui ballarò è stato spostato sia effettivamente questo? Dov’è il comunicato ufficiale ad esempio ?

    poi porta a porta chi lo dice ?

    un saluto da Alexandro

    p.s.: perdonami se come al solito ti faccio un’infinita di domande

  2. utente anonimo ha detto:

    oops

    ovviamente la frase “poi a porta a porta chi lo dice” è un errore, devo essermi scordato di eliminarla eheh 🙂

    di nuovo ciao

    Alexandro

  3. Dario de Judicibus ha detto:

    Beh, Alexandro, la tua domanda «…non credi sia utopica l’idea di un giornale o di un canale televisivo indipendente?» non è certo di quelle a cui sia facile rispondere, per cui non lo farò subito. Prima voglio pensarci, perché a mio avviso merita un articolo a sé ma soprattutto merita analizzare la cosa con una certa attenzione. Dammi un po’ di tempo…

    P.S. Questo articolo non è mio comunque, ma di Claudio Severini. Non che non ne condivida buona parte del contenuto, ma come sai sul mio blog pubblico anche articoli che hanno posizioni diverse dalle mie ma scritti bene e con competenza.

  4. utente anonimo ha detto:

    Ciao Alexandro,

    ti ringrazio per il commento innanzitutto. Certamente non mi illudo sulla possibilità di un’informazione asettica ed oggettiva, non era certamente questo che intendevo asserire. Neanche nelle cose più importanti della vita lo credo possibile, ma il punto è un altro: il metodo. Seguo da diverso tempo giornali e telegiornali, leggo per quel che posso di politica e storia/attualità e, a mio modestissimo parere, il tipo di censura, di sviamento/soppressione dei fatti e notizie messo in atto da alcuni anni da RAI e Mediaset (mi limito alla TV perché è di quell’ambito che si sta trattando) è molto simile allo “spostamento improvviso” – post conferenza stampa di presentazione della puntata – avvenuto per Ballarò. Il tutto per celebrare il momento in cui Silvio Berlusconi consegnerà le prime case ai poveri (quelli sì) terremotati. Nella puntata di Porta a Porta non si parlerà certamente delle promesse fatte (e non mantenute) dal Presidente del consiglio per ospitare alcune famiglie abruzzesi nelle sue ville sarde o di altre parti d’Italia, né della situazione critica che vivono altri terremoti fuori l’Aquila……e secondo me Ballarò avrebbe potuto creare qualche disturbo all’immagine patinata ed idilliaca che si vuol sempre far passare all’opinione pubblica della persona (più che del politico) Silvio Berlusconi. E’ questo che intendevo dire e chiedo scusa se nell’articolo di ieri non sono riuscito a trasmetterlo. Claudio Severini”

  5. utente anonimo ha detto:

    Caro Claudio,

    grazie per il chiarimento innanzitutto. Purtroppo (nel senso che vorrei che la situazione fosse leggermente diversa da come lo è ora) condivido ciò che dice. Devo essere sincero però con lei. Inizialmente anche io mi ero unito a quei molti blogger che criticavano Berlusconi sempre e comunque, con il tempo ho avuto però un pò di nausea verso questo modo di pensare sempre contro (tanto che non aggiorno più il mio blog da un anno almeno). Non voglio sicuramente negare l’inadeguatezza di Berlusconi come politico, però mi chiedo onestamente quanto sia produttivo continuamente gridare e dare addosso a Berlusconi. Ovviamente non intendo criticare nessuno. Anzi, avrei piacere di sentire la sua opinione al riguardo, se possibile.

    Quanto al commento di Dario (io mi permetto sempre di chiamar(la)ti per nome, spero di non sbagliare) bè, sono molto curioso di sapere come la pensa/i.

    In effetti è una discussione che non si può sbrigare in un solo commento.

    Alexandro

  6. utente anonimo ha detto:

    Mah, il mio non vuole essere un continuare a dare addosso a Berlusconi allo stesso modo e senza motivo. E’ che io lo considero un pericolo per tutti, per la nostra democrazia e quindi sono allarmato e preoccupato da diversi anni in merito. Lui per me non è neanche un politico, ma è semplicemente entrato “nel mondo politico” per tutelare le proprie aziende ed interessi, altrimenti finiva dritto in galera. E’ riuscito anche a depenalizzare il falso in bilancio giusto in tempo per i suoi processi relativi, andati ovviamente a finire in niente. Ha posto fine ad altre sue posizioni processuali con prescrizione breve in pieno dibattimento, tutto ciò grazie alle prescrizioni abbreviate per legge sotto il suo governo (lui ovviamente in TV dichiarava di essere stato assolto). Si è sospeso i processi col lodo Schifani prima, dichiarato incostituzionale poi, e ci riprova adesso con l’identico lodo Alfano..ed in proposito tenta di prendere dalla sua parte due giudici costituzionali andando a casa a cena di uno di questi con Gianni letta ed Alfano stesso…e potrei continuare all’infinito. Io queste cose ho cercato di dirle bonariamente in giro – è ovvio che viene prima il rispetto per le idee altrui – ma sono argomenti che non interessano, che non si conoscono ma che costituiscono i veri motivi per cui Silvio Berlusconi costituisce un pericolo molto grave. Sono anche più radicale: oramai siamo finiti sotto una dittatura “morbida”, nel senso di ampio condizionamento da parte di un solo uomo e dei suoi interessi. Sono queste le cose che mi allarmano, di fronte alle quali secondo me il fatto che Berlusconi sia adeguato o meno come politico o non lo sia affatto passa in secondo piano. Perdona la lungaggine e spero di essermi spiegato. Claudio

  7. Dario de Judicibus ha detto:

    Alexandro,

    innanzi tutto non vedo alcun problema al fatto che mi chiami per nome, anzi. Il Lei, in genere, mi sta stretto…

    In quanto alla mia opinione, in linea di massima sono d’accordo con entrambi. Mi spiego:

    • ritengo che Berlusconi abbia impostato questo Governo sulla falsariga di un Consiglio d’Amministrazione di un’azienda a conduzione familiare e non quotata in borsa, ovvero che non deve render conto del suo operato agli azionisti;
    • ritengo che l’abitudine a dare addosso a Berlusconi qualunque cosa faccia non solo rischia di degenerare, ovvero di creare un rumore di fondo anche su miriadi di sue azioni e affermazioni del tutto irrilevanti, ma di fatto ha prodotto un’opposizione non propositiva ma solo reattiva, spesso inutilmente e su sciocchezze.

    In pratica l’opposizione da una parte ha rinunciato a fare l’opposizione perché erroneamente ritiene che non avere i numeri in Parlamento voglia dire essere con le mani legate, dall’altra è troppo focalizzata sui suoi equilibri interni per cui i vari potenziali leader vedono quasi più nei colleghi di partito i loro avversari che nel Governo.

    Quello che serve è un’opposizione che IGNORI Berlusconi e i suoi ministri salvo quando è davvero necessario intervenire e che lo faccia proponendo soluzioni alternative fattibili e non strumentali evitando qualsiasi attacco personale, ovvero mostrando competenza, serietà e stile. I dittatori o gli aspiranti tali si combattono col ridicolo ma anche con lo stile ed evitando di scendere al loro livello. Questa è la mia opinione.

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