Lodo Moro: il silenzio degli italiani



Un’intervista del presidente Francesco Cossiga ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera; un’altra, sempre al Corriere della Sera, da parte di Bassam Abu Sharif, ex-portavoce del «Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina» negli anni ’70 riportato in un articolo di Davide Frattini; una terza intervista rilasciata a Paolo Cucchiarelli dell’ANSA da parte di Ilich Ramirez Sanchez, detto Carlos lo Sciacallo, uno dei più pericolosi terroristi di quel periodo e attualmente in un carcere francese dove sta scontando una condanna all’ergastolo.

Questi sono solo tre dei vari articoli — non poi così tanti, in effetti — che parlano del «Lodo Moro», un accordo fra lo Stato italiano e i terroristi palestinesi che di fatto permetteva a quest’ultimi di poter operare impunemente nel nostro Paese, utilizzandolo come vera e propria base logistica per i loro attentati, a condizione che non venissero effettuati sul suolo italiano e comunque non contro cittadini italiani. Non solo i palestinesi potevano far passare attraverso l’Italia armi, munizioni ed esplosivi, ma avevano diverse basi logistiche e luoghi preposti allo stoccaggio di tale materiale. Il tutto non solo con la complicità dei servizi segreti italiani, ma spesso anche con il loro diretto supporto.

Come se questo non bastasse, sembra che l’accordo non prevedesse la salvaguardia di cittadini italiani di religione ebraica né di possibili bersagli sul suolo italiano purché non rimanessero coinvolti altri nostri connazionali. In pratica il nostro Governo si rese colpevole di vera e propria complicità in attentati terroristici e assassini politici commessi dai terroristi palestinesi in quel periodo. Basti pensare all’attentato all’aeroporto di Fiumicino del 1985 nel quale morirono 13 persone — fra cui un’adolescente americana — e ci furono 67 feriti di varie nazionalità.

Che potesse esistere una sorta di patto di non belligeranza fra lo Stato italiano e l’OLP negli anni a cavallo fra il 1973 e il 1986 se ne parlava da tempo, ma era una storia ai limiti della teoria complottistica, alla quale molti non credevano e anche quelli che credevano avevano diversi dubbi. Adesso stanno venendo alla luce particolari davvero inquietandi sulla vicenda, grazie anche a una serie di interviste ad alcuni di quelli che furono i protagonisti di quel periodo, tanto che i senatori Donatella Poretti e Marco Perduca hanno presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Interni e al Ministro degli Affari Esteri.

Quello che però mi colpisce di più, sempre che ci possa essere qualcosa di più sconvolgente del sapere che politici e funzionari di alto livello delle forze dell’ordine e dei servizi segreti tuttora viventi si siano resi complici di delitti efferati e stragi terroristiche, è che di tutto ciò se ne parla pochissimo. Badate bene, non ho detto «per niente». Magari si trattasse di un complotto del silenzio e di censura di Stato. Almeno ci troveremmo di fronte semplicemente a un reato. Invece della cosa se ne parla, ci sono alcuni articoli sui giornali, qualcosa è stato detto su qualche rete televisiva privata, c’è un’interrogazione parlamentare e ovviamente ci sono alcune centinaia di pagine in rete che riportano la cosa, quasi tutte facenti riferimento agli articoli di cui ho già parlato. Un pugno di pagine e un pugno di siti rispetto a quelli che hanno trattato dei tanti mini e maxi scandali che hanno riguardato la politica italiana degli ultimi mesi. Una qualsiasi notizia di gossip ha ricevuto da noi molta più attenzione.

No, purtroppo, la verità è un’altra. Non se ne parla perché sembra non interessi a nessuno. Non interessa su Facebook e sui social network, non interessa sui vari blog salvo rare eccezioni, non se ne parla ai telegiornali della RAI e tanto meno in dibattiti e trasmissioni dedicate. Insomma, sembra che a nessuno davvero interessi se personaggi come Moro, Cossiga, Andreotti, e molti altri hanno mantenuto sotto silenzio un accordo criminale fra il nostro Paese e alcune fra le più attive organizzazioni terroristiche dell’epoca. Ci sono decine di migliaia di siti che parlano di complotti e di tesi più o meno fantascientifiche relative al coinvolgimento del Governo americano precedente all’attuale nell’attacco alle Torri Gemelle, e pochissimi che davvero si preoccupano di quella che non è affatto una tesi ma un fatto del quale stanno venendo alla luce sempre più dettagli, di una vera e propria alleanza fra uno Stato cosiddetto democratico e associazioni di carattere terroristico.

Se fossi il marito, figlio o il fratello di una delle tante vittime di attentati terroristici da parte dell’FPLP o di altri gruppi che a quell’epoca poterono operare grazie al supporto del Governo italiano, giuro che andrei a prendere per il collo uno per uno quelli che sanno e che ancora sono in vita e non lo mollerei fino a che non mi abbia detto fino parola su quello che successe davvero in quegli anni. Ma non lo sono, e quindi mi limito a esprimere il mio disprezzo per quelle persone che si sono macchiate di tale crimine. E forse questo è il punto: alla maggior parte degli italiani, di quelle morti non interessa più. Per le nuove generazioni sono solo pagine di Storia, per le vecchie un brutto periodo da dimenticare. E così ci si mette una pietra sopra.

D’accordo, va bene così, ma a questo punto non voglio più sentire parlare di gente scandalizzata per qualche orgia o festino di questo o quel politico, non intendo più star dietro alle infinite polemiche che in questo Paese si fanno esplodere per qualsiasi idiozia, perché qui stiamo parlando di morti, di uomini, donne e bambini barbaramente trucudati e di persone che invece continuano a vivere tranquillamente e addirittura a essere onorate e commemorate (sic!), come Aldo Moro, quando invece dovrebbero essere ricordate come criminali. Certo, qualcuno potrà dire che così Moro evitò che l’Italia fosse insanguinata da feroci attentati come succedeva in altri Paesi, ma allora perché non fare un Lodo anche con la Mafia, la Camorra e la ‘Ndràngheta a questo punto?

Commenti (4) a «Lodo Moro: il silenzio degli italiani»

  1. michelefabbri ha detto:

    un buon libro per capire la politica:

    Brigit

    TERRA DI MEZZO

    Società editrice Il Ponte Vecchio

  2. utente anonimo ha detto:

    Ma piantala di spammare questa immondizia…non è penoso spammare il proprio libro?

  3. utente anonimo ha detto:

    Sto leggendo un libro-intervista a Rosario Priore, lì si parla di Lodo Moro e di rapporti fra terrorismo italiano (al momento solo di quello di sinistra) con paesi stranieri (Francia, Germania est, Svizzera). La questione israelo-palestinese è trattata un po' ai margini. Però se da un lato è giusto scandalizzarsi è mia opinione, parlando di storia, contestualizzare a quel periodo. Priore sostiene, pur ammettendo di non avere prove, di sospettare che un po' tutti i paesi europei scesero a patti con i palestinesi per non avere a che fare coi loro attentati. D'altronde fra Italia ed Israele ci si giocava il ruolo di leadership occidentale nel Mediterraneo e quindi c'era una rivalità strisciante fra i due paesi. Non si può anche evitare di notare che il terrorismo palestinese raggiunse lo scopo di sensibilizzare l'Europa ai suoi problemi, mentre Israele era più preoccupata di avere le simpatie USA, i palestinesi giustamente si rivolsero agli europei. LA guerra è guerra, anche se combattuta in modo sotterraneo e credo che chiunque accetterebbe morti combattendo una guerra.

  4. utente anonimo ha detto:

    Perchè? Non ci sono lodi con mafia, camorra etc etc???

Nessuna retrotraccia o avviso a «Lodo Moro: il silenzio degli italiani»

Si prega di usare Facebook solo per commenti brevi.
Per commenti più lunghi è preferibile utilizzare l'area di testo in fondo alla pagina.

Commenti Facebook

Lascia una risposta





Nel rispetto delle apposite norme di legge si dichiara che questo sito non ha alcun scopo di lucro, non ha una periodicità prestabilita e non viene aggiornato secondo alcuna scadenza prefissata. Pertanto non può essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge italiana n. 62 del 7 marzo 2001. Inoltre questo sito si avvale del diritto di citazione a scopo accademico e di critica previsto dall'Articolo 10 della Convenzione di Berna sul diritto d'autore.