Un mondo di batteri



Vi avverto fin da adesso: se siete rupofobici, ovvero avete l’ossessione per la pulizia e l’igiene, non leggete questo articolo. Non mi assumo alcuna responsabilità se lo fate. Se invece la vostra non è fobia ma siete comunque accaniti consumatori di prodotti antibatterici o antimicrobici e preferite acquistare detersivi e saponi quando hanno queste caratteristiche, forse la lettura di questo articolo potrà tornarvi utile.

Microrganismi e affini

Per prima cosa facciamo un po’ di chiarezza per quanto riguarda la terminologia. Un batterio è un microrganismo unicellulare procariota, ovvero privo di membrana nucleare, organuli o altre suddivisioni interne. Il DNA di un organismo procariota è quindi immerso all’interno del citoplasma, quell’insieme di sostanze chimiche organiche e inorganiche contenute entro i confini della membrana plasmatica, la “pelle” del microrganismo. I procarioti si dividono in effetti in due grandi famiglie: gli Archæa e i Bacteria. Spesso il termine batteri è stato usato impropriamente anche per gli archei.

Il termine microbo viene invece utilizzato come sinonimo di microrganismo, senza specificare se sia procariota o eucariota, ovvero abbia il DNA protetto da un nucleo. In effetti un microbo può anche essere pluricellulare; un esempio sono alcuni protozoi. L’unica condizione che definisce un microbo in quanto tale sono quindi le dimensioni, deve essere cioè inferiore a un decimo di millimetro. I batteri, per contro, sono grandi dai 0,2 ai 300 µm, dove un micrometro (1µm) è un millesimo di millimetro. Quindi mentre il termine batterio definisce in effetti uno dei due regni appartenenti al dominio dei procarioti, il termine microbo non ha un’accezione scientifica o quantomeno tassonomica, ma si limita a classificare gli organismi in base alle dimensioni.

In effetti spesso il termine microbo viene usato anche per i virus, i viroidi e i prioni, che non sono considerati veri e propri organismi ma semplici molecole protette da proteine lipidiche: DNA per i virus, RNA per i viroidi e una glicoproteina per i prioni. Per la cronaca, gli altri cinque regni naturali appartenenti al dominio degli eucarioti, sono i protisti, i cromisti, i funghi, le piante e gli animali.

Biosfera

Oggi sappiamo che la biosfera, ovvero quella parte della Terra che consente lo sviluppo e il mantenimento della vita, è molto più estesa di quanto pensassimo in passato: da oltre 10 chilometri sotto la superficie della Terra a ben 65 al di sopra di essa, fin dentro la stratosfera. In particolare è stato scoperto recentemente che nella troposfera, ovvero fra gli 8 e i 15 chilometri di altitudine, c’è un gran numero di microrganismi. Recentemente sono stati trovati ben 17 gruppi diversi di batteri nell’alta atmosfera, molti dei quali si ritiene vivano permanentemente in quella fascia. A questi si aggiungono quelli che dal terreno vengono spesso sollevati dal vento a svariati chilometri di altitudine.

Altri microrganismi, soprattutto batteri e archei, vivono invece nelle profondità della Terra. Ne sono stati trovati a quasi dodici chilometri di profondità all’interno delle rocce che formano la crosta terrestre. Si calcola che la massa dei batteri del sottosuolo sia probabilmente equivalente a 2×1014 tonnellate. In pratica, se li accumulassimo su tutte le terre emerse, formerebbero uno strato uniforme di ben un metro e mezzo, una quantità di biomassa ben superiore a quella della flora e della fauna esistenti in superficie.

Microbiota umano

Il corpo di adulto giovane di genere maschile, media altezza e peso intorno ai 70 chili, è formato da circa 100.000 miliardi (1014) di cellule. Ebbene, si stima che il numero di microrganismi, per lo più batteri, presenti sulla superficie e all’interno del nostro corpo sia 10 volte superiore, ovvero un milione di miliardi (1015) di microbi. Solo sulla pelle, fra virus, batteri e funghi, sono oltre mille miliardi (1012) suddivisi in oltre 1000 specie appartenenti a 19 tipi o phyla. Qualcuno ha tuttavia trovato ben oltre 100.000 diverse sequenze geniche su un campione standard di pelle umana.

La maggior parte dei microrganismi che abitano all’esterno e all’interno del corpo umano non sono patogeni, ma commensali — ovvero del tutto innocui ma di nessuna utilità — o mutualistici — ovvero simbiotici, atti a fornire reciproco beneficio. Spesso uno di questi benefici, nel caso del microbiota cutaneo, è quello di impedire a germi patogeni di attaccare e colonizzare la pelle umana.

Nell’intestino umano albergano circa 400 specie batteriche, sia anaerobiche (bifidobatteri), localizzate principalmente nel colon, che aerobiche (lattobacilli), concentrate in modo particolare nel tenue, oltre che miceti, clostridi e virus, che in condizioni normali non esercitano alcun effetto patogeno.

Fra i vari benefici di quella che impropriamente è chiamata flora intestinale ci sono: la funzione trofica, ovvero quella che garantisce l’integrità della mucosa intestinale; la funzione protettiva da patogeni, che potenzia ulteriormente l’effetto barriera della mucosa intestinale producendo sostanze antimicrobiche; la funzione digestiva, che favorisce i processi digestivi e l’assorbimento; la funzione metabolica, che produce alcune vitamine, in primis la vitamina B12 e la vitamina K, così come alcuni aminoacidi (arginina, glutammina, cisteina).

Il microbiota umano non è quindi solo un’ospite utile al funzionamento di determinati processi fisiologici, ma è essenziale per gli stessi, ovvero possiamo a tutti gli effetti dire che un essere umano non sia un organismo pluricellulare ma piuttosto un complesso pluriorganico.

Sostanze antibatteriche

Le sostanze antibatteriche possono essere di due tipi: batteriostatiche, ovvero che inibiscono la proliferazione batterica, o battericide, ovvero atte a uccidere i batteri. La maggior parte di queste sostanze non è in grado di distinguere fra microrganismi patogeni, commensali e mutualistici, per cui un uso eccessivo di queste sostanze può danneggiare quella parte del microbiota umano che non ci danneggia in alcun modo e soprattutto quello che ci serve o è addirittura essenziale alla nostra salute.

Lavarsi troppo spesso le mani e utilizzare troppo spesso sostanze antibatteriche su di noi o sull’ambiente che ci circonda, quindi, può essere controproducente: lavaggi troppo frequenti, infatti, indeboliscono le difese naturali. Ovviamente, in caso di ferite, escoriazioni o tagli, questa capacità di protezione della pelle può venire meno e i microrganismi presenti sull’epidermide o portati dall’esterno possono dare origine a infezioni. È per questo che bisogna disinfettare le ferite.

Igiene della casa

Pensare di trasformare casa nostra in un ambiente sterile è comunque, oltre che oggettivamente impraticabile, concettualmente sbagliato. In generale le zone della casa e gli oggetti con un più elevato grado di umidità, come i bagni, la cucina, i sanitari, gli asciugamani e gli strofinacci da cucina sono normalmente contaminati da batteri coi quali viviamo a contatto giornaliero. Il nostro sistema immunitario è tuttavia perfettamente in grado di difenderci da eventuali patogeni, a meno che non si soffra di patologie da immunodeficienza.

D’altra parte, l’ambiente che ci circonda è quello in cui ci siamo naturalmente evoluti. Se ci fosse del tutto ostile, probabilmente saremmo già estinti. Se poi pensiamo che durante la maggior parte della storia dell’umanità siamo vissuti in un ambiente molto più settico e molto meno igienico di quello in cui vive oggi una parte della popolazione umana, soprattutto quella che si preoccupa più dell’altra di usare certe sostanze, risulta chiaro come questo genere di preoccupazioni siano un tantino eccessive.

Non c’è quindi bisogno di spargere ovunque in casa sostanze antibatteriche: basta infatti una normale azione di profilassi igienica, ovvero tenere la casa pulita e soprattutto levare lo sporco e le incrostazioni dove potrebbero annidarsi germi patogeni. In particolare, i disinfettanti ambientali, ovvero quelli in bombolette spray da vaporizzare nell’aria, sono del tutto inutili dal momento che, già in origine, la loro formula è enormemente sottodosata rispetto alle eventuali necessità.

Disinfezione degli ambienti

Per quanto riguarda la disinfezione di ambienti e oggetti, una delle sostanze più usate è l’ipoclorito di sodio (NaCIO), disponibile sul mercato in concentrazioni che variano fra l’1% e il 15%. Se la concentrazione supera il 5%, il prodotto è irritante, oltre il 10% è corrosivo, quindi non va usato sulla pelle o sulle ferite. In concentrazioni comprese fra il 3% e il 5% prende il nome commerciale di candeggina, mentre sotto l’1,5% di Amuchina. Una fonte solida e più stabile di cloro attivo sono gli isocianurati, usati anch’essi nella disinfezione di ambienti, sanitari e altri oggetti.

Un’altra famiglia di sostanze per la disinfezione sono i composti d’ammonio quaternario, particolarmente efficaci contro i batteri Gram positivi e i funghi, parzialmente efficaci contro i batteri Gram negativi e alcuni virus, per nulla contro i Micobatteri (Gram positivi) e le spore. Per la disinfezione degli ambienti esterni, invece, si usano spesso i composti fenolici, che sono tuttavia tossici anche per l’uomo.

Una menzione a parte la dedichiamo al bicarbonato di sodio (NaHCO3), usato in particolar modo per lavare e disinfettare frutta e verdura.

Antisettici

Per quanto riguarda il corpo e soprattutto le ferite, alcune sostanze sono le stesse usate anche per l’ambiente ma con un grado di diluizione molto maggiore e, ovviamente, una maggiore purezza; altri sono diversi. Abbiamo diverse famiglie di disinfettanti: gli ossidanti, gli alcoli, gli alogeni, i fenoli, i detergenti e i biguanidi.

Fra gli ossidanti il più conosciuto e uno dei migliori è il perossido di idrogeno, anche noto come acqua ossigenata, che, grazie all’azione meccanica di pulizia esercitata dallo sviluppo di ossigeno gassoso, riesce a eliminare la polvere e il terriccio anche in profondità e quindi è particolarmente adatto se la ferita è sporca. L’azione di disinfezione è invece peculiare della sua natura ossidante, ovvero ha carattere chimico.

Molto meno utili di quanto si pensi sono invece gli alcoli, anche se l’etanolo risulta efficace contro molti batteri, funghi e virus, compreso il virus della SARS. Tuttavia è totalmente inefficace contro le spore dei batteri. In genere vengono usati ormai solo per sgrassare e disinfettare la cute prima di un’iniezione.

Fra gli alogeni, uno dei migliori è lo iodopovidone (PVP-I). Lo iodio è particolarmente attivo anche contro le spore. Una volta si usava anche la tintura di iodio, oggi usata prevalentemente, molto diluita, per gli sciacqui del cavo orale.

Fra i detergenti, i più conosciuti sono i composti d’ammonio quaternario, già citati, i quali tuttavia hanno il difetto di diventare inattivi in presenza di tensioattivi anionici, quali i saponi.

Abbastanza utilizzato anche l’ittiolo, o ammonio solfoittiolato, che tuttavia ha un’azione debolmente antisettica, antiflogistica, antiirritante e batteriostatica. Altri disinfettanti comuni sono l’acido borico, la clorexidina, il mercurocromo e i composti fenolici e biguanidi.

Tenete presente, tuttavia, che non sempre un battericida è la scelta migliore perché vi sono batteri che dopo morti, con il disfacimento della cellula, rilasciano tossine.

Conclusione

In conclusione, viviamo in un mondo nel quale i microrganismi sono dominanti, al punto da essere una componente essenziale del nostro stesso corpo. Certamente è importante difendersi da eventuali patogeni come ad esempio: lavarsi le mani con il sapone prima di preparare i cibi o di mangiare, disinfettarsi efficacemente ferite ed escoriazioni; proteggere gli alimenti dalle mosche e altri insetti; tenere in frigorifero i cibi facilmente deteriorabili; eliminare rapidamente i rifiuti domestici, soprattutto quelli biologici; tenere puliti i locali dove si vive e gli oggetti che si usano; utilizzare con criterio gli antibatterici in certe zone della casa o su specifici oggetti che possono entrare in contatto con mucose e orifizi, come nel caso dei sanitari.

Pulirsi tuttavia in continuazione le mani con l’Amuchina o pensare, come fanno intendere alcuni filmati pubblicitari, che si debba avere una casa praticamente sterile in cui i bambini possano giocare per terra solo perché il pavimento è stato accuratamente disinfettato con antibatterici è oggettivamente esagerato. Il nostro sistema immunitario è perfettamente in grado di gestire l’ambiente in cui viviamo, per cui evitiamo di farci prendere dall’ansia ogni cinque minuti: siamo circondati, anzi, letteralmente coperti di batteri e tutto sommato è anche giusto così, perché fanno parte del nostro ecosistema e senza di essi probabilmente neanche noi potremmo esistere, tanto più che quelli patogeni rappresentano solo una minima parte di tutti i microrganismi esistenti.

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