Uno, nessuno, centomila mercenari… e allora?



Montecatini, 4 dicembre 2004 – Il leader dell’alleanza di sinistra (GAD), Romano Prodi, all’assemblea della Rete dei Cittadini per l’Ulivo, a Montecatini, ha affermato:

«Non possiamo arruolare mille mercenari, ma dobbiamo far fronte con mille volontari ad ogni mercenario. Questo è il nostro obiettivo, il nostro modo di lavorare. I mercenari non hanno mai difeso il suolo della Patria e anche questa volta toccherà a noi difenderlo con centinaia di migliaia di persone che convincano, parlino e ci aiutino anche nell’elaborazione del programma. Noi non abbiamo bisogno di persone che si fanno pagare, ma di gente che si impegni per un progetto e in grado di mobilitare tutte le nostre forze».

Prodi e Berlusconi

Devo dire che sono rimasto alquanto deluso, anzi, più che deluso direi decisamente scocciato da questo attacco al centro-destra, non tanto per le affermazioni in sé e neanche perché è stato attaccata la maggioranza — ci mancherebbe! — quanto per il fatto di dover constatare ancora una volta come il dibattito politico nel nostro Paese non riesca mai a svilupparsi in modo propositivo, ma rimane cristallizzato in uno scontro diretto fra le parti basato su considerazioni di scarso spessore e valore politico e sociale, sempre e comunque inteso a demonizzare e ridicolizzare l’avversario, anche sul piano personale. E non sto riferendomi solo a questo particolare episodio, ma agli ultimi anni di storia politica del nostro Paese, per cui non c’è nessuno che possa veramente considerarsi estraneo a questa cultura del dileggio, né a destra né a sinistra.

Che l’affermazione di Prodi sia vera o falsa poco importa. Primo, perché, almeno personalmente e nello specifico, non mi interessa assolutamente che qualcuno stia facendo la propria campagna elettorale con mille volontari o con mille persone assunte ad hoc per la bisogna. Come uno si organizza la sua campagna elettorale sono affari suoi, purché lo faccia nel rispetto delle leggi vigenti. Secondo, perché il modo con il quale è stata portata questa critica dimostra ancora una volta quanto poco stile abbiano i nostri politici. Sembra di vedere dei ragazzini che si prendono in giro a vicenda e che, quando qualche stoccata raggiunge il segno, pestano i piedi e si mettono a strillare. Avete presente il classico «Pippo c’ha la fidanzata… gna gna gna gna…»? Beh, siamo su quel livello. E se con Berlusconi si piange, a questo punto, con Prodi non ci viene proprio da ridere. Inoltre, per favore, lasciate fuori la Patria da tutto questo. Sono stanco di «comunisti che mangiano i bambini» e di «golpe fascisti dietro l’angolo».

Quello che vorrei sentire è che cosa queste persone si propongono di fare e soprattutto come lo vogliono realizzare. Perché se il «cosa» è importante, è anche la parte del discorso più semplice da sostenere. Chiunque può prendere i dieci maggiori problemi del nostro Paese e dire che li risolverà in cinque anni. Diverso è il discorso se si deve anche spiegare, chiaramente e in modo sufficientemente esaustivo, «come» si intende farlo. Infatti si può essere d’accordo sul «cosa» ma non sul «come», anche perché la storia recente ha spesso dimostrato come un’analisi superficiale di un problema porti immancabilmente a una soluzione i cui effetti collaterali causano più guasti del problema apparentemente risolto.

Non so se vi sia mai capitato di leggere un programma politico — di quale partito poco importa — ma se lo avete fatto credo vi siate resi conto di due cose: la prima è che gli obiettivi sono spesso abbozzati solo a grandi linee, lasciando ampi margini di variazione rispetto alle finalità che il documento si propone; la seconda è che non viene spiegato chiaramente come si pensano di raggiungere gli obiettivi in questione, non viene dato cioè un percorso temporale e un’indicazione delle risorse, degli strumenti e delle modalità per realizzare quanto ci si propone di fare.

Sono queste le cose che vorremmo sentire dal Prof. Prodi e dal Cav. Berlusconi. E non si preoccupino se dovranno scendere in dettagli più tecnici. Noi italiani non siamo un popolo di semianalfabeti ignoranti e sottosviluppati. È bello sapere che lor signori sono preoccupati del fatto che noi si possa o meno capire determinati discorsi quando li si affronta più in profondità, ma lascino pure a noi l’onere della comprensione. Loro, si preoccupino di spiegarle le cose, che a capirle ci pensiamo da soli.

Grazie.

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Commenti (5) a «Uno, nessuno, centomila mercenari… e allora?»

  1. utente anonimo ha detto:

    Ti ricambio la visita e mi complimento per il blog e il post equilibrato. Grazie di cosa poi, bisogna scrivere le cose come stanno.
    Ciao.

  2. Dario de Judicibus ha detto:

    caro dejudicibus,
    grazie ai volontari di ulivo.it come gianni, sylvia, me e tanti altri che non nomino ma che sono decine e decine, che hanno dato lavoro gratis, per far funzionare http://www.ulivo.it ed il suo forum, tu hai avuto in quel forum uno spazio _libero_ di discussione (ed i _trattini_ in internet stanno per indicare una bella sottolineatura) che i “prezzolati” di centrodestra (se non sbaglio) non vi hanno assolutamente dato.

    Alludo ovviamente al tema, a te caro (e non solo a te) dell’affido condiviso.
    Noi, non avendo un padrone che ci paga, abbiamo deciso in piena autonomia di dare a voi quello spazio, con un apposito forum.

    Altri forse hanno chiesto al padrone ….. e stanno ancora aspettando. O forse il padrone ha detto di NO?

    Come vedi non si tratta di una questione speciosa ma fondamentale.

    Ciao,
    Francesco
    http://www.ulivo.it

  3. utente anonimo ha detto:

    Caro Francesco, vorrei che fosse chiaro che la mia non era una critica al lavoro dei tanti volontari del centro-sinistra che si impegnano con il cuore e con l’anima a fare qualcosa in cui credono. D’altra parte conosco molti che nel centro-destra fanno lo stesso, soprattutto fra i cattolici e quelli di alleanza nazionale. Quello che intendevo dire era: uno, che non ritengo sia un peccato capitale organizzare una campagna elettorale con personale remunerato oltre che con quello volontario, che comunque c’è; due, che anche chi lavora a pagamento ha il diritto ad essere rispettato, ovvero offendere una persona solo perché viene remunerata mi sembra una caduta di stile da parte di chi aspira al premierato; tre, che comunque mi piacerebbe vedere uno scontro a distanza o anche faccia a faccia basato sul portare avanti le proprie proposte.

    Purtroppo si sta consolidando l’abitudine non solo ad attaccare le proposte degli avversari – e non è detto che solo perché una proposta venga dalla parte opposta questa non debba essere comunque valida – ma ad attaccare i singoli personaggi con considerazioni, scusa se insisto, di scarsa rilevanza sociale.

    Anch’io infatti sono un volontario nella mia battaglia sociale. Potrei fare come tanti che se ne fregano o cercano solo di risolvere solo il loro di problema. Volontari ce ne sono tanti in Italia, e moltissimi lo sono in ambiti che nulla hanno a che vedere con la politica: aiutano ammalati, disabili, anziani, vanno in Paesi dove c’è la fame o la guerra. Essere un volontario non dovrebbe essere un motivo d’orgoglio da sbandierare, ma una soddisfazione personale, intima.

    Se Prodi vuole veramente contrastare Berlusconi, dimostri di essere diverso, anche nel modo di fare campagna elettorale. Lasci stare gli attacchi, critichi l’avversario su elementi concreti, importanti, non secondari. Di cose da dire sul Governo Berlusconi ce ne sono tante. Lo faccia, con equilibrio, dignità, stile. Soprattutto ci dica come vuole operare nei vari campi. Io, sinceramente, di sorbirmi ogni sera venti minuti di battibecchi che nulla hanno a che vedere con i miei problemi di cittadino, non ne posso più. Preferisco, e lo faccio, spegnere la TV e leggermi un buon libro. Poi, alle elezioni, deciderò. Ma quello che ho visto finora non mi dà molti motivi di credere che sarà una scelta facile. Preferirei lo fosse, credimi.

  4. Dario de Judicibus ha detto:

    Posso dirle che, io invece, me l’aspettavo una tale reazione del Professor Prodi. E’ oramai iniziata la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali, che si svolgeranno ad aprile 2005. Prima o poi, qualcuno doveva farlo il primo passo per inasprire gli animi, Prodi a voluto anticipare il Cavaliere, ha voluto fare la prima mossa nella partita a scacchi, buon per lui; il centro-destra ora dovrà rispondere giorno dopo giorno, a questo nuovo modo di proporsi del Professore. Se non l’avesse fatto lui, l’avrebbe fatto sicuramente Berlusconi o uno dei suoi scagnozzi. Quello che è evidente, è che nelle prossime elezioni regionali conta soltanto una cosa: vincere, vincere e basta. Presentandosi così in autunno alle primarie dell’Ulivo, con molto carburante in serbatoio e dar vita alla corsa che nel 2006 ci porterà tutti alle elezioni politiche. Forse è per questo, che non dovremmo aspettarci chissà quale galateo politico, in tutto questo percorso. Che sia di nostro gradimento, oppure no, nei due poli lavoreranno per vincere ad ogni costo e noi come al solito non riusciremmo a capire chi ha ragione e chi no, e finirà che andremmo dentro la cabina elettorale, per votare allo stesso modo. Inutilmente!!
    Antonello Leone

  5. Anonimo ha detto:

    Già, ma perché cercare di capire chi ha ragione e chi ha torto, anche perché si sa che a dire bugie si può farlo anche con mille verità? Perché non iniziare fin da adesso, tramite i tanti sondaggi che tutte le riviste e i quotidiani faranno a gara nel proporre all’opinione pubblica, a mandare un messaggio forte ai due poli? Un messaggio che dice: «O iniziate a comportavi da persone educate, serie e la smettete di bisticciare come ragazzini, oppure alle prossime elezioni riempiremo i partitini e le liste indipendenti di voti, scombussolando tutto il panorama politico italiano.»

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