Ricatti



Sapete cos’è un ricatto? È quando qualcuno ti obbliga a fare qualcosa che non vuoi utilizzando un qualche vantaggio che ha nei tuoi confronti. Si potrebbe pensare che il ricatto sia sempre perseguito dalla Giustizia, ma non è così. A volte è la stessa «Giustizia», o presunta tale, che fornisce a qualcuno quel vantaggio che gli permettere di ricattare un’altra persona e poi, ovviamente, se ne lava le mani.

È il caso dell’affidamento esclusivo. Di fatto il genitore affidatario può fare quello che vuole senza che si possa, nella pratica, fare alcunché. Può impedire all’altro genitore di vedere i figli, può addirittura sottrarglieli definitivamente, senza che l’altro possa in alcun modo intervenire. A dir la verità, in caso di sottrazione di minore qualche cosa si potrebbe fare, ma la realtà è tristemente diversa, soprattutto presso alcuni tribunali.

Già, perché tutto dipende dalla sensibilità e dalla competenza sia del giudice che del tribunale. Ce ne sono alcuni che sono molto attenti e bravi, altri sono un disastro. E non è che si possa scegliere. Come capita capita. È in pratica una vera e propria «Lotteria». Da questo punto di vista Roma e Perugia sono fra i peggiori. Di casi di vera e propria discriminazione nei confronti di uno dei due genitori, solitamente il padre, ce ne sono da riempire un armadio.

Rivolgersi al Tribunale dei Minori, in questi casi, vuol dire aspettare mesi, vedere la propria udienza rimandata di volta in volta, per poi uscirne con un nulla di fatto. Persino alcuni dei magistrati in gamba che lavorano presso altri tribunali restano spesso sorpresi da quello che succede in certe sedi, anche se poi la sorpresa resta in confidenza, perché non lo ammetteranno mai pubblicamente. Anche questo è demoralizzante. Se io fossi un magistrato non accetterei senza farlo presente il comportamento di alcuni colleghi, ma l’impressione che si ha dall’esterno è che quello che si vuol far passare per «deontologia » — mai parlar male di un collega — sembra tanto una forma di corporativismo.

Immagino che qualche magistrato si sentirà offeso leggendo queste righe, ma esse rispecchiano una realtà che loro per primi conoscono e che dal punto di vista del cittadino rappresenta un vero e proprio massacro. Errori, malafede, incompetenza, sono infatti fisiologici in qualunque organizzazione, per cui non se ne può fare una colpa alla Magistratura più che a qualsiasi altro sistema, ma quando a essere toccati sono i sentimenti più profondi, quelli dell’amore di un genitore per i figli e di un figlio per i genitori, allora riesce difficile limitarsi ad accettare tutto ciò come un inevitabile prezzo da pagare per avere un sistema giudiziario più o meno funzionante.

E così siamo di nuovo ai ricatti. Non mi ricordo più quante volte non ho potuto vedere la mia bambina quando mi spettava. Le scuse erano mille, spesso non c’erano neppure quelle. Ma sono state e continuano ad essere tante. Rivolgermi alla Giustizia è stato inutile. Sui magistrati di Roma stendiamo un velo pietoso. Non esiste la Giustizia, non quando ti colpisce negli affetti. Già la Legge serve solo ad arricchire chi su separazioni e divorzi ha costruito un giro d’affari miliardario, ma le leggi si possono cambiare e di fatto ci stiamo provando. Rivolgersi alle istituzioni è stato inutile. Persino il Presidente della Repubblica ha dimostrato di non comprendere o non interessarsi del problema. Chissà se sarebbe stato lo stesso se gli avessero tolto i bambini da giovane.

E così si continua a lottare contro un sistema sbagliato, mentre i propri figli crescono lontano da te, e al danno tocca ascoltare pure la beffa di chi, con aria stupita e innocente, dice pure «Ma cosa vuoi? In fondo ogni tanto la vedi tua figlia, no?» Stato di Diritto? Forse per alcuni, certo non per tutti.

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