Gli Altri



Un romanzo breve di fantascienza dall’autore de «La Lama Nera», edito da Delos Digital e disponibile in formato Kindle e ePub.

Gli Altri

Collana: Robotica, Numero: 60, Editore: Delos Digital, ISBN: 978-88-254-0731-0, Pagine: 72.

Quarta di copertina

Le prime allucinazioni erano più simili a quelle sensazioni che a volte si hanno quando si percepisce qualcosa con la coda dell’occhio ma quando ti volti non c’è nulla. Ogni tanto si ritrovava a fissare fuori dalla finestra, un po’ come fanno i gatti quando osservano quell’angolo della stanza completamente vuoto come se ci fosse davvero qualcuno o qualcosa. Poi vide il tizio sulla terrazza, con in mano qualcosa di metallico. Una sbarra? Un fucile. Doveva fare qualcosa per fermare quell’uomo, ma c’era un problema: nessun altro oltre a lui era in grado di vederlo.

Incipit

Eravamo andati a prendere un gelato in Piazza delle Erbe. Era una bella giornata di luglio, calda ma non troppo, perfetta per una passeggiata. A mio padre piaceva molto camminare e poi adorava il gelato, soprattutto quello al cioccolato con la granella di nocciole. Era da un po’ che non facevamo una passeggiata insieme. Io ero sempre molto occupato e poi venire da Roma a Genova era un’odissea, di quelle che non sembrano finire mai.

Troppe fermate. Probabilmente qualcuno più romantico avrebbe detto che quello che importava era il viaggio, non la destinazione; che le fermate in fondo erano la parte più bella, quella in cui l’ininterrotta monotonia dei campi che scorrevano dall’altra parte del finestrino veniva spezzata dai turisti che scendevano a Grosseto, Pisa e Viareggio, mentre torme di ragazzini urlanti si riversavano nei vagoni, seguiti a ruota dai genitori che sbuffavano e ansimavano sotto il carico delle valigie delle vacanze, sempre troppe e sempre piene di cose inutili. Per me non era così. Io ero un ingegnere informatico, una persona concreta. Per me un viaggio serviva per andare da un punto A a un punto B e tanto bastava. Farlo nel modo più comodo e nel tempo più breve possibile era un atto dovuto. Neanche lo guardavo il finestrino, non quando avevo il portatile aperto sul tavolino. Troppe cose da fare e troppo poco tempo per farlo. Ogni minuto era prezioso.

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