Quel riso veramente d’oro!



Ogni anno, 500.000 bambini nel mondo muoiono o diventano ciechi a causa della carenza di vitamina A nella dieta. Il nostro organismo, infatti, ricava la vitamina A dal beta-carotene che si trova in molti tipi di frutta e verdura (carote, spinaci, mango) che, tuttavia, non sono facilmente reperibili in molte aree del mondo, soprattutto quelle più povere.

Per risolvere questo problema, un gruppo di scienziati sta lavorando da anni a una forma di riso geneticamente modificato, ovvero OGM, per far sì che si possano raggiungere alti contenuti di beta carotene e altri carotenoidi che sono precursori della vitamina A: il Golden Rice.

Purtroppo, diverse organizzazioni ambientaliste oltranziste e integraliste, preuccupate che tale scoperta possa far cambiare idea all’opinione pubblica sulla presunta pericolosità degli OGM, ha avversato il Golden Rice fin da quando ne sono state sviluppate le prime varietà. La critica principale era che la quantità di carotenoidi nel riso era troppo bassa e avrebbe richiesto la somministrazione di almeno un chilo di riso al giorno, una quantità indubbiamente eccessiva per un bambino. In realtà, già allora, si trattava di una critica strumentale, dato che il calcolo era stato fatto in base al fabbisogno giornaliero medio di vitamina A raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In realtà, per evitare un’avitaminosi non è necessario assumere tale quantità di beta-carotene: ne basta molto meno.

Comunque, nonostante i duri attacchi, gli scienziati Ingo Potrykus della Technical University di Zurich e Peter Beyer dell’University Freiburg sono andati avanti. C’è un aspetto importante da sottolineare di questa ricerca: per portarla avanti i due scienziati hanno infranto qualche centinaio di brevetti appartenenti a grosse aziende che operano nel campo degli OGM. Nonostante questo mettesse a rischio l’intera ricerca, il team di Potrykus e Beyer ha proseguito imperterrito. L’obiettivo dei due scienziati era di mettere a disposizione gratuitamente i risultati della loro ricerca a tutti quei Paesi che non sono in grado di pagare le costose licenze dei brevetti in questione. A risolvere il problema è venuta in soccorso dei due scienziati la Astra-Zeneca, una delle aziende più grandi che si occupano di Scienza della Vita, che ha acquistato tutte le licenze necessarie allo sviluppo del Golden Rice chiedendone in cambio i diritti di commercializzazione. Il patto prevede che la Astra-Zeneca metta a disposizione dei Paesi poveri il riso in questione senza che questi debbano pagare le costose royalties per i brevetti. Ovviamente la Astra-Zeneca non ha agito a scopi filantropici, dato che la commercializzazione del riso in questione le frutterà notevoli guadagni sui mercati occidentali e orientali più ricchi, ma la vicenda ha dimostrato che interessi economici e solidarietà per i Paesi del Terzo Mondo non sono incompatibili, ovvero che è possibile costruire un sistema economico etico senza rinunciare al concetto di profitto, purché questo venga fatto nel rispetto dei diritti umani e dei bisogni delle popolazioni più povere.

La storia ha un lieto epilogo: un mese fa alcuni scienziati della Syngenta hanno annunciato la seconda versione del Golden Rice, che contiene una quantità 23 volte maggiore di carotenoidi della precedente. C’era da aspettarselo: chiunque abbia un minimo di cultura scientifica sa che limitazioni e problemi tecnici sono sempre risolvibili se si continua a investire in ricerca. Il Golden Rice 2 è adesso in grado di aiutare tutte quelle popolazioni che soffrono di avitaminosi, dato che soli 70 grammi di riso basteranno a fornire la metà del fabbisogno giornialiero di vitamina A, più che sufficiente ad evitare rischi di cecità o di morte.

Gli inventori hanno costituito una fondazione con lo scopo di donare gratuitamente le piantine di riso a tutti quei Paesi che desiderino metterlo a disposizione della loro popolazione. Si calcola che siano quasi 250 milioni le persone a rischio nel mondo. Naturalmente, prima, saranno necessari ancora alcuni controlli e dovranno essere effettuate alcune semine sperimentali, ma il più è fatto. In pochi anni il problema dell’avitaminosi nei Paesi del Terzo mondo potrebbe diventare solo un ricordo del passato. Nella speranza che gli ambientalisti non attacchino anche questo di riso, perché ogni anno di ritardo, lo ricordo, vuol dire mezzo milione di vittime solo fra i bambini.

Commenti (2) a «Quel riso veramente d’oro!»

  1. IlGuardiano ha detto:

    interessante questo blog, ma è correlato con L’INDIPENDENTE che esce in edicola? ciao.

    http://www.ilguardiano.splinder.com

  2. Dario de Judicibus ha detto:

    No, nel modo più assoluto.

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