Megastrutture all’italiana



All’EUR, a Roma, stanno costruendo due grattacieli. Ci passo davanti quasi ogni giorno e devo dire che più li guardo e meno mi piacciono. Ovviamente è un’opinione strettamente personale ma, se facciamo il confronto con quelli che vengono costruiti in molti Paesi sia industrializzati che emergenti, direi che non ne usciamo poi così bene.


Torri EuroSky (a sinistra) ed EuroParco (a destra)

Tecnicamente si considerano grattacieli tutti gli edifici più alti di 100 metri o quantomeno con più di 15 piani, per cui sia la Torre EuroSky con i suoi 120 metri di altezza, 25 piani residenziali, 3 adibiti a uffici e 5 piani “tecnici”, che la Torre EuroParco, stessa altezza ma per lo più disegnata per essere adibita a uffici, possono essere considerati grattacieli a tutti gli effetti.

In realtà, ormai, chi parla di grattacieli fuori dall’Italia si riferisce soprattutto a megastrutture ben più alte, ovvero superiori ai 300 metri e con oltre 80 piani. Il più alto, alla data, è il Burj Khalifa a Dubai — 828 metri e 163 piani — ma sono ben 73 gli edifici più alti di 300 metri e alcune centinaia quelli che superano i 200 metri.


Burj Khalifa
Dubai (Emirati Arabi)
828,0 mt

Taipei 101
Taipei (Taiwan)
508,0 mt

Shanghai World Financial Center
Shanghai (Cina)
492,0 mt

La maggior parte di questi edifici non solo sono alti ma presentano soluzioni tecnologiche ed estetiche estremamente innovative. Innanzi tutto ormai quasi nessuno costruisce più grattacieli a forma di parallelepipedo perché questa semplice forma non permette al vento di scivolare sulla struttura dato che forti flussi d’aria la solleciterebbero eccessivamente. Estremamente interessanti sono anche le soluzioni tecnologiche antisismiche adottate così come quelle relative alla cogenerazione di energia e al condizionamento climatico.

Nel nostro Paese, invece, è sempre esistita una forte ostilità verso queste strutture per tutta una serie di motivi per lo più, a mio avviso, pretestuosi e intesi a coprire ben altri interessi. Ad esempio, alcuni sostengono che queste megastrutture abbiano un impatto ambientale significativo quando invece costruire in verticale permette di restituire gran parte del territorio al verde. Lo stesso dicasi per la sicurezza e la capacità di resistere a cataclismi naturali o incidenti.

Certo, se prendessimo un aereo di linea e lo schiantassimo su un grattacielo qualche problema ci sarebbe, come ha dimostrato l’attentato alle Torri Gemelle, ma è anche vero che mentre era ancora in costruzione, il Taipei 101 ha resistito senza alcun problema a un sisma di magnitudo 3.8 con epicentro proprio sotto la costruzione. L’unico danno registrato è stato quello di una gru che dal 47esimo piano è caduta a terra, uccidendo purtroppo 5 operai. La struttura, tuttavia, è rimasta illesa, ed era già parecchio alta.


Willis Tower
Chicago (USA)
527,3 mt

International Commerce Center
Hong Kong (Cina)
484,0 mt

Petronas Towers
Kuala Lumpur (Malesia)
451,9 mt

Un’altro aspetto da considerare sono i tempi e i costi di realizzazione. Mentre negli altri Paesi, dagli Stati Uniti alla Cina passando per gli Emirati Arabi, il rispetto dei tempi e dei costi preventivati è sempre rispettato, in modo quasi maniacale, a volte, da noi tutto assume contorni quasi grotteschi: i tempi si allungano in continuazione mentre i costi lievitano in modo tanto spropositato che c’è da domandarsi come sia possibile mantenere una parvenza di ritorno dell’investimento da progetti di questa portata.

All’EUR, a Roma, stanno costruendo due grattacieli, ennesimo monumento a un Paese che non sa più fare innovazione ed essere un riferimento in termini di stile, arte, architettura e ingegneria. Non da noi, almeno, dato che gli italiani all’estero sanno ancora farsi valere. Chissà perché…

Commenti (1) a «Megastrutture all’italiana»

  1. Riccardo ha detto:

    L’edificio in costruzione a Roma pare essere il più alto d’Italia… E fra i più alti d’Europa… A leggere le specifiche descritte sul loro sito sembra un intervento di superlusso: costi spaventosi, ma tecnologia attuale. Insomma, non avrà uno stile particolarmente avveniristico, non parteciperà alla sfida per raggiungere la ionosfera, ma si innesta nella direzione contemporanea. I sistemi diisolamento, smaltimento rifiuti, di generazione elettrica e di recupero dell’acqua sono positivi, il target magari è troppo alto. Infatti si tratta di appartamenti per una classe medio alta – alta, in grado di spendere dai 300k€ in su (si parla di milioni), desiderosa di servizi GL: lounge, cinema, giardini, terrazza per le feste…

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