Fatti: l’energia nucleare in Europa



In Europa ci sono attualmente 197 centrali nucleari che producono circa il 35% dell’energia elettrica complessiva utilizzata, ovvero quasi 170 gigawatt. Altre 13 sono in costruzione con un apporto previsto di circa 12 gigawatt. In Francia quasi l’80% dell’energia elettrica è prodotta da centrali nucleari; segue la Lituania con il 70%, il Belgio e la Slovacchia con il 56%, la Svezia con il 46%.



Mappa delle centrali nucleari in Europa (ogni simbolo può corrispondere a più di un reattore).
In verde i Paesi senza alcuna centrale in produzione. In rosa quelli con almeno una centrale in produzione.

Commenti (19) a «Fatti: l’energia nucleare in Europa»

  1. utente anonimo ha detto:

    Ti passo qualche altro fatto in tema di energia da fissione nucleare.

    Un primo link ad un documento di ASPO-Italia

    http://www.aspoitalia.net/index.php?option=com_content&task=view&id=210&Itemid=38

    Un secondo link ad un documento che analizza in dettaglio la situazione

    http://www.lbst.de/publications/studies__e.html

    e scarica lo studio “Uranium Resources and Nuclear Energy”

    Sono parecchi semplici ed esplicativi i grafic iche mostrano quanto uranio viene estratto ogni anno rispetto a quanto ne consumano le centrali attualmente in funzione (l’estratto copre poco più della metà del consumo, il resto viene da depositi precedenti ed armi smantellate).

    AnsFans

  2. utente anonimo ha detto:

    Grazie per la segnalazione. Dai dati da voi raccolti risulta evidente come la soluzione alla crisi energetica non vada trovata tanto in una tecnologia panacea quanto nel saper bilanciare una produzione differenziata e quindi basata su tutte le fonti “pulite”, nucleare compreso, con un utilizzo più intelligente della stessa, basato sulla rigenerazione, sulla coibentazione delle case, sul riutilizzo delle fonti e delle materie combustibili.

    In pratica serve una cultura del risparmio energetico affiancata da una flessibilità tecnologica elevata nell’integrare varie fonti energetiche. E magari anche un po’ meno demagogia e più competenza.

  3. utente anonimo ha detto:

    La mappa delle centrali nucleari che pubblicate non tiene assolutamente conto di quelle in fase di smantellamento, che sono un numero considerevole in tutta Europa. Inoltre non si fà riferimento al fatto che la Germania ha annunciato l’abbandono progressivo delle centrali nucleari. Il quadro che proponete sul nucleare è falsato.

  4. Dario de Judicibus ha detto:

    Per anonimo #3: la mappa mostra solo le centrali attualmente in funzione, non quelle smantellate o in fase di smantellamento. Il quadro è quindi corretto. La mappa ha comunque il solo scopo di illustrare una fotografia dell’attuale, non di dimostrare una o l’altra tesi.

    Ad ogni modo la Germania fa tuttora uso di energia prodotta da centrali nucleari e l’abbandono annunciato nel 2000 riguarda principalmente la costruzione di nuove. La strategia tedesca infatti si basa sul differenziamento delle fonti energetiche. Nel frattempo è stata aumentata l’efficienza di alcune delle vecchie centrali di un adecina di punti percentuali. Grazie alle nuove tecnologie, infatti, molte nazioni che hanno già centrali nucleari non necessitano di nuove perché si è riusciti ad allungare la vita media delle centrali di circa 20 anni e ad aumentarne l’efficienza fino a 20% in più.

    C’è da tener presente che in campo energetico non tutte le scelte hanno carattere “politico”. Alcune si basano sulla disponibilità di alternative, alternative che non sono le stesse per ogni Paese perché dipendono da fattori ambientali, dalla disponibilità di risorse, da accordi internazionali.

  5. WalkieTalkie ha detto:

    Il punto è che non esiste un nucleare sicuro. E non lo dico io, lo dice Rubbia, premio Nobel per la fisica.

    Il sole, ragazzi, la soluzione è il sole!

  6. Dario de Judicibus ha detto:

    Rubbia è un grande scienziato, ma non è un ingegnere nucleare. Non fate l’errore di applicare alla Scienza gli stessi criteri che si applicano nella Politica, ovvero che la reputazione basti a far accettare una tesi. In ambito scientifico le affermazioni vanno dimostrate e questo vale per tutti, dagli Einstein agli studenti del primo anno di Fisica. Quanto affermato da Rubbia è in parte vero, in parte discutibile.

    In quanto al sole, si tratta di una fonte sicuramente interessante ma richiede ampie superfici. Non stiamo parlando qui dell’energia elettrica per uso domestico, che rappresenta solo una piccola parte di quella utilizzata da un Paese come l’Italia, ma quella per uso industriale. Ne serve un’enorme quantità, oggigiorno. Negli USA si sfruttano i grandi deserti del Sudovest, ma noi non abbiamo superfici di quelle dimensioni. La maggior parte del nostro territorio è collinare o montuoso e la pianura è per lo più coltivata. Inoltre bisogna considerare che l’utilizzo di ampie superfici ha un impatto ambientale e climatico non indifferente perché si altera sensibilmente il coefficiente di rifrazione del terreno e questo ha un effetto negativo sul microclima. L’unica alternativa sarebbe utilizzare i deserti nordafricani, ma questo, oltre a far levitare i costi che sono in gran parte di trasferimento dell’energia più che di produzione in tal caso, aumenterebbe la nostra dipendenza energetica dall’estero. L’Italia deve acquisire comunque una propria indipendenza energetica. Il problema quindi non è così semplice da ridurlo a «nucleare sì, nucleare no».

  7. WalkieTalkie ha detto:

    Dario, sono pronto a credere che Rubbia ne sappia molto più di qualsiasi ingegnere nucleare. Non è solo la reputazione di Rubbia a farmi accettare la tesi ma anche le sue conoscenze. Non so tu, ma se un premio Nobel per la fisica, nonché professore di fisica ad Harvard, nonché capo di una task-force che lavora nel più grande laboratorio del mondo, presso l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, mi parla di fisica e di energie rinnovabili, io, con tutto il rispetto per l’ing. nucleare Pinco Pallino, gli credo. Lo sai quanto serve per creare energia elettrica sufficiente a tutto il pianeta? quarantamila chilometri quadrati di specchi, ovvero lo 0,1% delle zone desertiche del sun-belt (la zona Sud degli USA). Lo sai quanti specchi servono per creare energia per l’intero nostro Paese? un anello grande quanto il GRA. Quando Rubbia dice che non esiste un nucleare sicuro lo fa con dati alla mano: in media ogni 100 anni un incidente nucleare è possibile. Fai un calcolo per il numero di centrali presenti in Europa e vedrai che la probabilità diventa altissima. L’ultimo reattore costruito negli USA è di 30 anni fa! (1979). E in Francia il nucleare produce solo il 20% dell’energia, con costi altissimi e tempi di costruzione delle centrali lunghissimi (8-10 anni).

    E rimane il problema delle scorie (in un paese come il nostro in cui non riusciamo a smaltire neanche i semplici sacchetti).

    Gli spagnoli si sono già messi all’opera e costruiranno una centrale termo-solare da due miliardi di watt in Marocco. Mediatate gente, meditate 🙂

  8. Dario de Judicibus ha detto:

    WalkieTalkie, non entro in merito della questione “Rubbia”. Come ex-fisico (ho lavorato al CERN tra l’altro proprio nel periodo in cui il team di Rubbia fece la scoperta che gli valse il Nobel) sono abituato a valutare le affermazioni e non chi le fa. Rubbia sarà anche un genio, ma non è omniscente. Nessuno lo è.

    Il semplice fatto che Rubbia, tuttavia, affermi che «non esiste un nucleare sicuro» mi lascia perplesso. Non perché non sia vero, ma perché qualsiasi fisico o ingegnere sa che nessuna tecnologia è sicura. Ogni anno muoiono oltre 6.000 motociclisti in Italia, ma se contiamo anche chi sopravvive con lesioni permanenti gravi, possiamo tranquillamente dire che ogni anno in Italia sparisce una cittadina delle dimensioni di Frascati (circa 20.000 abitanti). Eppure non per questo abbiamo messo al bando le moto.

    L’energia nucleare si è dimostrata finora una delle fonti energetiche più sicure. Se escludiamo Cernobyl, i cui tanti morti furono da imputarsi a ben altri fattori che a quelli tecnologici, le persone decedute direttamente o indirettamente a causa di incidenti in centrali nucleari è inferiore a quello di moltissime altre tecnologie che usiamo quotidianamente.

    Tieni presente che le radiazioni in sé non sono pericolose. Noi siamo immersi in un mare di radiazioni, in gran parte di origine naturale, senza le quali probabilmente, secondo gli ultimi studi, non esisterebbe neppure la vita.

    La radiazione non è come il calore, ovvero non conta solo la quantità, ma la tipologia di radiazione. Ad esempio, i neutroni “veloci”, cioé più energetici, sono meno pericolosi di quelli “lenti” ovvero meno energetici. Quando ero al CERN fui colpito in pieno da un fascio di neutroni ad alta energia a causa di un guasto in un magnete, eppure sono ancora vivo e ho generato una bellissima bambina. Probabilmente assorbo più radiazioni dannose io che mi faccio un paio di voli in aereo a settimana che un ingegnere che lavora in una centrale nucleare.

    Certo, l’energia solare è sicuramente una fonte energetica interessante, ma sui numeri che mi hai dato vorrei documentarmi, perché almeno uno so per certo essere errato, ovvero quello relativo alla Francia (la quantità di energia elettrica generata da centrali nucleari in Francia è l’80% non il 20%). So che sei in buona fede, quindi non offenderti, ma fa parte della mia forma mentis verificare sempre personalmente i dati, se posso, magari da più fonti.

    PS La Spagna sta sviluppando una centrale solare in Marocco, ma ha 8 centrali nucleari, quindi non si crea una dipendenza energetica con l’estero significativa. Noi dipendiamo già per quasi l’80% dall’estero per quello che riguarda l’energia, per cui è fondamentale ribilanciare.

  9. WalkieTalkie ha detto:

    Dario, è fuor di dubbio che Rubbia abbia, di suo, una grande credibilità, ma ha fatto certe affermazioni alla luce di dati concreti. Ha rilasciato un’intervista che puoi reperire ovunque sulla rete. Non ho mai detto che Rubbia è onniscente, ma siccome (al contrario di molti altri, vedi un certo nano che ci fa da capo del governo e che afferma che le centrali nucleari lavorano per “scomposizione di cellule”) quando parla di nucleare ne parla con grandissima cognizione di causa e in maniera attendibile, io gli credo. Non c’è nessun atto di fede ma non penserai che costruisca un acceleratore di particelle e mi metta a verificare quanto dice?

    In Italia c’è un’opera lenta e progressiva di modificazione delle parole, al fine di piegarle al volere politico. E così l'”inceneritore” diventa un “termovalorizzatore” (vedi come si colora e quasi profuma? si possono sentire gli uccellini…) e una forma di nucleare innovativo diventa “nucleare pulito”. Si ha persino il coraggio di parlare della fonte energetica più inquinante e più pericolosa per la salute dell’uomo come di “carbone pulito”.

    Degli scondiserati parlano addirittura di “nucleare verde”!. James Rifkin afferma che “perché il passaggio al nucleare abbia un impatto sull’ambiente bisognerebbe costruire 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così facendo fornirebbe il 20% di energia totale”.

    Poi, non puoi dire: il nucleare è sicuro, se escludiamo Cernobyl. Che ragionamento è? Dici che il nucleare è sicuro per mascherare il fatto che è pericoloso?

    Stai attento a non trasmettere falsi messaggi, anche involontariamente. Il pericolo esiste eccome, i rischi sono altissimi.

    Il nucleare è pericolosissimo e Cernobyl lo dimostra. Se aggiungi l’ingrediente della malainformazione, la frittata è fatta. Nell’aprile 1986, quando Cernobyl bruciava, i francesi erano all’oscuro, gli si disse che la nube radioattiva si era fermata alla frontiera. E non si tratta solo di Cernobyl; gli incidenti in Francia dal 1968 ad oggi sono stati numerosissimi.

    Che io sappia, in Francia il nucleare incide per il 20%-30% sul totale dell’energia generata e non per l’80%, ma ti sarei grato se mi dessi dei riferimenti, se ne hai. L’energia nucleare non è mai stata in una percentuale così alta (nel mondo esistono, ad oggi, 439 centrali nucleari e producono il 5% dell’energia elettrica totale).

    La Germania – altro paese in cui gli incidenti nucleari sono stati numerosi – ha annunciato la sua uscita dal nucleare nel 1998 e nel 2000 il governo tedesco ha raggiunto l’accordo con le compagnie elettriche per lo smantellamento delle centrali: l’ultima verrà chiusa nel 2020. Tutto questo per gli altissimi rischi. In Francia, dove sta montando la mobilitazione per l’uscita dal nucleare, il 40% dell’acqua potabile serve a raffreddare i reattori. Cinque anni fa, molti anziani morirono per il caldo; non si è detto che scarseggiò l’acqua per raffreddare gli impianti, si ridusse l’energia elettrica e molti impianti di aria condizionata non poterono funzionare a dovere. Questo non sta bene dirlo…

    Tieni presente che se in Italia volessimo produrre il 30% dell’energia elettrica con il nucleare (esattamente come in Spagna, Germania e Inghilterra) ci vorrebbero circa 20 centrali. Una per regione (!). Non dimentichiamoci le particolarità di questo paese: viviamo in una nazione che non riesce a smaltire la carta oleata del prosciutto, figuriamoci le scorie radioattive!. Se la mafia cominciasse a giocare con questi rifiuti, come gioca con quelli attuali, sarebbe davvero l’inizio della fine. E poi, perché si parla tanto di sicuro ritorno al nucleare quando c’è stato un referendum abrogativo vent’anni fa?

    La cosa più corretta da fare, nel caso, sarebbe sottoporre il tema al suffragio di tutti i cittadini.

    Mi farebbe paura questa scelta, visto che gli italiani hanno votato Berlusconi per la quarta volta.

    Se i politici e le persone fossero rispettosi, onesti e informati, vivremmo in un mondo migliore.

  10. Dario de Judicibus ha detto:

    Un commento piuttosto lungo, con molte affermazioni e dati. Non sarebbe corretto se rispondessi al volo. Dammi un po’ di tempo per analizzare quello che hai detto e fare un po’ di ricerche. Ci sono alcune tue affermazioni e dati che mi lasciano perplesso. Non vorrei fossero riferiti ai bilanci energetici complessivi rispetto a quelli relativi alla sola energia elettrica. Io avevo altri valori. Comunque voglio prima verificarli. Ti prego di avere pazienza. È un periodo in cui ho moltissimi impegni. Man mano che trovo dati attendibili li riporterò qui. Grazie comunque per il commento.

  11. Dario de Judicibus ha detto:

    Post scriptum: per quanto riguarda Cernobyl ho studiato il caso attentamente qualche anno fa. Ti assicuro che non dimostra assolutamente la pericolosità dell’energia nucleare ma semmai la pericolosità che tecnologie delicate vengano gestite da sistemi assolutamente irresponsabili. Se non fosse stato per quella gestione, i morti sarebbero stati MOLTI di meno, di qualche ordine di grandezza. Sono stati dei criminali. Non hanno neppure avvertito la popolazione locale che ha continuato tranquillamente a portare i bambini al parco. Potremmo discuterne per ore, ma ti assicuro che Cernobyl dimostra ben altre cose e dà ben altre lezioni. Sono quelle che si dovrebbero imparare. Tra parentesi, immagino tu sappia che Cernobyl ha continuato a funzionare fino al 2000. In sistemi sociali del genere, tornando all’incidente, non sono potenziali bombe a tempo solo le centrali nucleari, ma le fabbriche chimiche, le raffinerie, i sistemi di smaltimento di rifiuti tossici, persino gli aerei (ricordi i Tupolev?). Il vero problema non è mai la tecnologia ma la maturità e la responsabilità delle persone.

    Tu parli di termovalorizzatori. Io ho una centrale di smaltimento rifiuti a due passi da casa che fornisce acqua calda a tutto il quartiere tramite una rete di teleriscaldamento con cogenerazione di energia elettrica. Non ho mai sentito puzza o avuto problemi di alcun genere. Semmai ne ho avuto un vantaggio economico a livello di bilancio energetico familiare. Anche qui, dipende da come si fanno le cose. Un termovalorizzatore fatto e gestito con criterio è una ricchezza per il territorio. Una discarica, costruita con criterio, non è pericolosa né puzza.

    Personalmente trovo ipocrita che si scenda in piazza contro le discariche nel napoletano. Dove pensa quella gente che l’immondizia che producono dovrebbe andare? In Africa? Troppo comodo vivere in un sistema consumistico dove si butta di tutto e si produce meno del 25% di differenziata per pigrizia e ignavia, e poi lamentarsi che si fanno le discariche. Dove erano quelle persone quando la Camorra ha creato decine di discariche illegali piene di rifiuti tossici? Perché non sono scese in piazza allora a protestare? E quando quella poca raccolta differenziata che si fa nel Meridione veniva trattata poi come rifiuti indifferenziati? Lo sapevano tutti.

    Io sono di origine pugliese, ho vissuto un po’ in tutta Italia ed abito a Roma. Sono anni che faccio raccolta differenziata: arrivo a pulire le lattine dai residui biologici prima di gettarle nel contenitore. E non solo plastica, carta, vetro, ma anche pile e stracci. Certo, è un impegno star lì a infilare la roba un pezzo alla volta nei vari cassonetti, ma basta solo organizzarsi. A casa ho diversi contenitori e ogni cosa si butta in quello giusto. Poi giù ognuno nel suo cassonetto.

    Coibentare la casa, evitare gli sprechi, fare raccolta differenziata: questo è impegno sociale. Non farsi i propri comodi e poi scendere in strada a lagnarsi quando qualcuno solleva il tappeto e scopre lo sporco che si è accumulato sotto. Troppa ipocrisia e malafede.

    Hai notato come nessuno abbia ancora pagato per quello che è successo nel napoletano a livello politico? Un giorno o l’altro ne parlerò sul blog. Si è formato un Asse, un Patto di Ferro tra maggioranza e opposizione, un Accordi di Alternanza, per cui son tutte rose e fiori. Io copro te e tu aiuti me. Io ti vengo incontro e tu mi lasci in pace. Mai visto tanto miele in parlamento. Anche così muore una democrazia.

  12. Dario de Judicibus ha detto:

    Scusa il ritardo nel rispondere, ma sono stato molto occupato in questo periodo. Inizio con una delle tue affermazioni. Spero nei prossimi giorni di poter rispondere anche alle altre. Abbi pazienza. Grazie.

    Dunque, tu hai detto: «Che io sappia, in Francia il nucleare incide per il 20%-30% sul totale dell’energia generata e non per l’80%, ma ti sarei grato se mi dessi dei riferimenti, se ne hai.»

    Questi sono i dati relativi alla produzione di energia elettrica prodotta in Francia dal 1984 al 2004, così come forniti dall’EIA International Energy Annual.

    Questi sono invece i dati relativi alla produzione di energia elettrica prodotta in Italia nello stesso periodo (stessa fonte).


  13. Dario de Judicibus ha detto:

    Sempre a WalkieTalkie. Tu affermi che «In Francia … il 40% dell’acqua potabile serve a raffreddare i reattori.».

    Cito da Wikipedia (a sua volta basata su fonti attendibili): «The majority of nuclear plants in France are located away from the shore and get cooling water from rivers. … 4 plants, equaling 14 reactors are located on the coast: Gravelines Nuclear Power Plant, Penly Nuclear Power Plant, Paluel Nuclear Power Plant, Flamanville Nuclear Power Plant. These 4 get their cooling water directly from the ocean…»

    Non vedo quindi perché parli di acqua potabile. 14 reattori sono raffreddati con acqua di mare, gli altri dai fiumi. Tieni conto che l’acqua dei fiumi è tutt’altro che potabile in Francia come da noi. E in ogni caso l’acqua, una volta raffreddata entro i limiti previsti dalla legge, viene reimmessa sia nel mare che nei fiumi. Ovviamente l’acqua NON è radioattiva, anche perché lo scambio di calore avviene su un circuito chiuso, ovvero non c’è interscambio di liquido raffreddante fra i due sistemi.

  14. utente anonimo ha detto:

    Di fronte ad una tragedia cosi', e sentendo il dibattito in corso in Europa (Svizzera, Germania che si pongono seri dubbi sul loro nucleare), non si puo' tagliare subito dicendo che chi oggi si dice anti-nuclearista lo fa solo per "macabra speculazione" come dice la ministra dell'ambiente italiano, facendo capire subito che l'Italia va avanti senza se e senza ma.
    Fermarsi e capire se una scelta e' giusta o sbagliata mi sembra fondamentale.
    Dire andiamo avanti lo stesso qualunque cosa succeda, e' pura cecita' politica.

    NUCLEARE.
    BISOGNA PARLARNE. E confrontarsi. Da tempo abbiamo tecnologie pulite e rinnovabili:
    perche' si continuano a produrre auto a benzina, inquinanti, costose quando potremmo solo produrre auto ibride o elettriche ? solo per la sete di denaro delle lobby automobilistiche e petrolifere, che rallentano tutto per mantenere i loro vecchi interessi economici.
    perche' non mettere su ogni tetto di ogni casa i pannelli solari ? ogni famiglia sarebbe indipendente energeticamente e sfrutterebbe un'energia illimitata e gratuita. Ma il governo pochi giorni fa ha tagliato a sorpresa tutti gli incentivi e sta mandando sul lastrico tutti i giovani imprenditori che in questi anni hanno creduto nel futuro dell'energia pulita.
    Il mondo va in una direzione (energia pulita, incentivi alle rinnovabili), e l'Italia va dall'altra parte (nucleare, fermo delle rinnovabili).
    PERCHE' ????

    L'energia nucleare in ogni caso ha rischi e costi.
    Per quale motivo la preferiamo a sole, acqua, vento ?

    Questi i punti principali sui quali riflettere…..
    SICUREZZA: da Chernobyl ad oggi ci sono stati tanti altri incidenti in tutto il mondo, fortunatamente meno gravi (c'era una lunga lista sulla Repubblica di domenica…)…ma che comunque hanno causato la fuoriuscita di radiazioni.
    La tecnologia del nucleare avanza, ma non ci sono ancora centrali sicure, nemmeno quelle delle ultime generazioni. Ce ne saranno ? Chi lo potra' garantire ?
    EFFICIENZA: non so i dettagli: ma i costi del nucleare ono confrontabili con i ricavi ? quanto costa l'energia prodotta da una centrale ? conviene oppure no ?
    Mi sembra che non ci sia questo grande vantaggio rispetto al costo invece di una centrale idroelettica, eolica o solare…
    SCORIE: dove stoccarle ? a quanto ne so molte le hanno smaltite illegalmente in africa o in depositi che ora stanno collassando (vecchie e profonde miniere) e contaminando le falde acquifere (vedi lo scandalo che era uscito in Germania qualche mese fa)
    GUASTI: si rompe una centrale elettrica. Niente. Si rompe una centrale solare: Niente. Si rompe una centrale nucleare… l'effetto puo' essere catastrofico, perche' se c'e' fuga di radioattivita'… i luoghi non sono piu' vivibili per migliaia di anni, non si puo' piu' allevare animali e coltivare la terra, quindi niente cibo. Malformazioni, malattie genetiche e umori si ripercuotono per le generazioni e generazioni seguenti….
    questo non e' catastrofismo, ma considerazioni reali.
    Dove scapperanno i giapponesi ora ? come si muoveranno i venti e le piogge ? quanto si estendera' la nube radioattiva ??
    COSTI: le centrali hanno costi altissimi di costruzione, manutenzione, mantenimento, e solo dopo 40 anni vanno chiuse.
    IMPATTO: ho letto di ricercatori indipendenti che intorno alle centrali hanno comunque registrato mutazioni genetiche dovute al minimo livello di radiazione che comunque e' intorno alle centrali. Come si puo' pensare di vivere psicologicamente vicino ad una centrale nucleare ? E crescere i propri figli sani e al sicuro?
    SPECULAZIONI ECONOMICHE: chi ci guadagna dalle centrali ? qualcuno potrebbe mettere la mano sul fuoco che in Italia i costi delle opere non cresceranno a dismisura, che negli appalti ci sia la mafia (come avvenuto in TUTTE le altre grandi opere, nessuna esclusa) ?
    CONSENSO: siamo certi che gli italiani sono d'accordo nel costruire centrali in Italia ? piuttosto che lasciar decidere un governo, la democrazia prevede che una scelta cosi' importante sia condivisa fra tutti i suoi abitanti…invece perche' stanno cercando di imporre per legge il nucleare, facendo fallire il prossimo referendum (non accorpandolo con le elezioni amministrative di maggio) ?

    L'ultima domanda, forse la piu' importante: che futuro vogliamo costruire ?
    Per me l'unico futuro e' ridurre i consumi, gli sprechi e quindi evere un impatto energetico e ambientale MINORE, quindi RIDURRE LA PRODUZIONE DI ENERGIA, NON AUMENTARLA.
    In modo da garantire a tutti gli abitanti del pianeta l'accesso alle risorse (alimentari, energetiche) che sono gia' molto e troppo limitate. Consumare meno e' un dovere di tutti.
    Quindi in quest'ottica dobbiamo costruire una cultura diversa, che parta dall'utilizzare MENO RISORSE e fra le risorse solo quelle non destinate all'esaurimento…cioe' energie sostenibili (vento, sole, acqua).
    Solo cosi' potremo sopravvivere al nostro modello di sviluppo senza limiti e insensato e alla nostra avidita' economica senza freni.

    Davide Barillari

  15. Dario de Judicibus ha detto:

    @Barillari «perche' si continuano a fare auto a benzina quando potremmo fare tutto con l'energia elettrica»

    Per diversi motivi. Innanzi tutto perché fintanto che non produrremo in maniera pulita l'energia elettrica, aumentare la domanda di energia riconvertendo tutto il parco macchine porterebbe a un livello di inquinamento inaccettabile. Secondo, perché le auto a energia elettrica usano batterie che sono elementi fortemente inquinanti, quindi bisogna metter su un processo non banale di trattamento delle batterie esauste, cosa non banale, dato che non si tratta più di una piccola batteria da 12V per auto ma di grandi batterie fortemente inquinanti. Terzo, le auto elettriche hanno attualmente un'autonomia molto bassa. Non sto parlando dei concept con costosissimi telai in fibra di carbonio ma auto che possano essere industrializzate a un costo ragionevole. Persino le ibride hanno questo problema: pensa solo che una Prius costa dai 27 ai 35mila euro e non ci rientri a meno che tu non sia un tassista. Ci sono poi altri motivi relativi alla riconversione del sistema di distribuzione su scala nazionale o europea e via dicendo, e altri ancora.
    Non sto dicendo che sia impossibile, ma non pensare che queste cose si possano fare semplicemente e che non abbiano costi, rischi ed effetti collaterali. Sul resto ci torno con calma… 😉

  16. Dario de Judicibus ha detto:

    @Barillari «perche' non mettere su ogni tetto di ogni casa i pannelli solari ?»

    Il costo attuale del fotovoltaico è economicamente non conveniente e si riesce a recuperare in parte solo grazie agli aiuti governativo che tuttavia non possono essere per sempre. Anche in questo caso c'è poi il problema dello smaltimento dei pannelli usati che hanno tutt'altro che una vita infinita. Sono fortemente inquinanti se non smaltiti nel modo giusto. L'unico solare davvero efficiente è quello termodinamico (specchi e sali liquidi). Chi ha installato i pannelli crede di aver risparmiato ma basta che si faccia due conti e scoprirà che non è così.

  17. utente anonimo ha detto:

    se posso permettermi vorrei precisare velocemente alcune affermazioni nn corrette date dal sign. Barillari.

    SICUREZZA: niente è sicuro al 100%. Se si deciderà di costruire centrali nucleari in Italia queste saranno centrali nn più di 1a generazione come quelle che si costruivano 20 anni fa ma di 3a se nn addirittura di 4a generazione (visto che se nn sbaglio l'eventuale posa del primo mattone, se mai ci sarà, avverrà nel 2016).

    EFFICIENZA (E COSTI aggiungerei io): sui costi ti dico solo che le centrali nucleari sarebbero a carico dei costruttori (a diff del fotovoltaico e del solare che pagheremmo tutti noi contribuenti in bolletta) e quindi la voce costo e la voce efficienza andrebbero valutate in un'ottica di mercato (per il costruttore) e nn ricadrebbero sulla collettività.
    Inotre vorrei aggiungere alla voce costi, solo a scopo informativo, che il costo dell'uranio e di gran lunga inferiore al costo del petrolio (soprattutto nel lungo periodo e viste anche le fluttuazioni del prezzo del petrolio in paesei, diciamo cosi, instabili).
    Se vuole avere una analisi più dettagliata sui costi, le consiglio questa lettura:
    http://www.slideshare.net/forumnucleare/ibl-bp-95nucleare

    SCORIE: lo stoccaggio delle scorie è uno dei problemi che riconosco anche io come il più complesso. Non sono un tecnico e quindi ammetto la mia ignoranza in merito allo smaltimento delle scorie, ma mi sto ripromettendo di aggiornarmi in materia.

    GUASTI: guardi che quello che è successo in Giappone, nn è un "guasto"! Lì c'è stato un evento eccezionale e catastrofico, mica qualcuno per sbaglio ha fatto cadere un bicchiere nel nocciolo! Non scherziamo.
    Innanzitutto eventi di quella portata (terremoti del grado 8,6 della scala Richter e tsunami) in Italia nn si verificano e mai si sono verificati. In secundis i sistemi di sicurezza delle nuove centrali determinano lo spegnimento della centrale ed impediscono la fusione delle barre nonchè la molto più grave fusione del nocciolo (mi scuso per l'imprecisione dei termini, ma come detto,nn sono un ingegnere nucleare)

    SPECULAZIONI ECONOMICHE: no qui nn ci sto, questa visione è il male del nostro paese: "nn facciamo nulla di nuovo perchè sennò la criminalità ci mette il naso". Questo porta all'immobilismo perdurante che blocca qualsiasi spiraglio di innovazione tecnologica solo per paura di nn riuscir a controllarne i processi.

    CONSENSO: sulla scelta di posticipare il referendum rispetto alle amministrative nn mi scandalizzerei. D'altronde anche esercitare, nei referendum, il proprio diritto all'astensione è pienamente legittimo. Chi si recherà alle urne per il referendum DEVE farlo perchè crede in quello che vota, nn perchè casualmente si troverà lì a votare per le amministrative e quindi, già che si trova, mette una x anche per l referendum. Questa nn è democrazia.

    Infine sull'ultima domanda: atteso che le rinnovabili nn sono sufficienti (anche per la conformazione fisica del nostro territorio) a soddisfare il fabbisogno energetico della nostra nazione, vorrei dirle che se parliamo di impatto ambientale, sicuramente il nucleare è a minor impatto delle attuali fonti energetiche basate sul carbone che a livello di emissioni di CO2 battono tutte le altre fonti energetiche!

    Inoltre, vorrei aggiungere solo un paio di mie considerazioni a margine,

    DIPENDENZA ENERGETICA:  oggi abbiamo una dipendenza energetica da fonti extra-nazionali da far venire i brividi:
    Le potrei fornire alcuni dati ma mi limito a dire che il nostro fabbisogno nazionale di energia è "coperto" per il 77% da petrolio e gas naturale che importiamo rispettivamente dagli stati del nord-africa e da Russia ed Algeria.
    Noi produciamo solo il 7% del petrolio che utilizziamo (nei giacimenti di Ragusa e Gela, quello lucano della val d'agri e quello ravennate di porto orsini), mentre il restante 93% lo compriamo. Sarà agevole immaginare a quali ricatti siamo soggetti quando quella polveriera chiamata nord-africa deve trattare il prezzo del petrolio (attualmente sui 98 $ al barile). Certo, l'uranio nn è che lo troviamo nel giardino di casa, ma a costi notevolmente più bassi in prospettiva (circa 100$ al kg) ma ha una resa energetica superiore di parecchio alla resa energetica del petrolio (ho letto che ha una tonnellata di uranio ha una resa energetica  pari a 1015,000 tonnellate di petrolio).
    Sul gas naturale, basti dire che siamo il 4° esportatore mondiale di gas naturale.

    Infine l'ultima notazione. Stiamo facendo tutti un gran chiasso sul nucleare. Ma siamo consapevoli, come ho visto emerge anche dalla cartina di questo blog, che esistono circa 200 centrali nucleari in Europa? e che ben 13 sono ad uno sputo da casa nostra? allora delle 2 l'una, o ci preoccupiamo , a livello UE, di chiudere tutte le centrali nucleari in Europa (chi glielo spiega a Sarkozy di chiudere le sue quasi 60 centrali??), oppure evitiamo di essere gli unici a sacrificarci e a farci belli con gli ambientalisti dicendo che noi diciamo no al nucleare, senza dire che le centrali nucleari ce le abbiamo già nel giardino di casa! (per di più, in quanto costruite almeno 20 anni fa, sono centrali obsolete di 2a se nn addirittura di 1a generazione!).

  18. utente anonimo ha detto:

    CHIUDIAMOLE TUTTE
     

  19. Dario de Judicibus ha detto:

    Anche quelle all'estero? 😀

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