Come si distrugge il lavoro degli altri



Purtroppo sono stato informato solo oggi che il testo del romanzo «La Lama Nera» è disponibile da oltre un anno in rete sui vari circuiti peer-to-peer. Questo fatto, oltre ad avermi danneggiato economicamente e ad avere vanificato un’attività promozionale che mi è costata oltre 600 euro di tasca mia e un anno e mezzo di lavoro, ovvero quanto ho messo a scriverlo, ha di fatto ucciso le vendite e quindi quasi sicuramente l’editore toglierà il volume dal catalogo e non pubblicherà il secondo volume. Tutto questo per risparmiare sedici euro e anche meno, dato che con le promozioni in rete lo si poteva trovare a meno di 14 euro.

Ringrazio la mente geniale che ha scannerizzato il testo e ha così distrutto tre anni di lavoro e sacrifici per la stesura del primo e del secondo romanzo, ovvero di notti passate a scrivere, e ha dato un serio colpo alle mie speranze di diventare uno scrittore a tempo pieno. È già abbastanza difficile per uno scrittore italiano senza appoggi politici e raccomandazioni avere successo, quasi un’impresa se scrive fantasy e se pubblica con il proprio nome e non con uno pseudonimo anglosassone, ma se poi il romanzo viene pure regalato in rete da qualche idiota che non ha null’altro da fare che distruggere l’opera e i sogni degli altri, allora l’impresa diventa impossibile.

Tutto quello che ha ottenuto non è stato certo di fare pubblicità all’autore, ma di mettere una seria ipoteca sulla pubblicazione del seguito. Grazie ancora.

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Commenti (28) a «Come si distrugge il lavoro degli altri»

  1. utente anonimo ha detto:

    hai tutta la mia solidarietà. Purtroppo la stupidità spesso non ha limiti.

    Chiara Piacentini

  2. utente anonimo ha detto:

    non ci posso credere! non ho parole, solo parolacce…

  3. utente anonimo ha detto:

    Cavolo dario,

    è vergognoso. mi spiace moltissimo. un abbraccio. marinella

  4. utente anonimo ha detto:

    Caro Dario, è innimagginabile! Mi dispiace tanto per te!!!

    Un abbraccio

    Birgit

  5. Dario de Judicibus ha detto:

    Grazie a tutti. Beh, se un giorno diventerò famoso potrò ben dire di essermelo guadagnato con le unghie e con i denti…

  6. latorredibabele ha detto:

    Consolati: sono copiati solo i libri di successo.

  7. Dario de Judicibus ha detto:

    Bisognerebbe convincere anch eil mio editore, però…

  8. ceglieterrestre ha detto:

    Torna a lottare

    non ti fermare

    se credi in te

    non ti fermare.

    Franca Bassi

  9. mc2033 ha detto:

    Scusa Dario, ma sei sicuro di questo?

    Non voglio prendere le difese sulla diffusione di materiale protetto, io sto cercando di farmi spazio come cantante e potrei (solo potrei?) scontrarmi con lo stesso problema.

    Però io non sapevo nemmeno dell’esistenza del tuo libro. E apprendo dal tuo messaggio che vuoi vendere un romanzo fantasy fra i 14 e i 16 euro, cioè lo stesso prezzo a cui Fanucci vende i libri di Philip K. Dick… Io non li spenderei tanti soldi per un autore sconosciuto. Se superi i dieci euro sei “fuori budget” per le mie tasche e per il fatto di essere una “novità”.

    E io di libri ne compro più o meno uno al mese e sono anche abbastanza “curioso” da farmi convincere da una bella copertina e da un risvolto interessante…

    Insomma, capisco che vedere il tuo libro sul p2p ti faccia incazzare, ma sei sicuro che sia quello il motivo delle scarse vendite? O magari, come ad esempio accade spesso per la musica, sei un artista sconosciuto che pretende un prezzo troppo alto per un acquisto a “scatola chiusa”?

    Sono consapevole che il prezzo finale probabilmente non lo hai deciso tu, ma allora chiediti se davvero l’editore sia privo di colpe, ripeto, vendi da sconosciuto allo stesso prezzo di scrittori molto più famosi, in un campo, le opere scritte, che già in Italia non compra quasi nessuno, in un genere, il fantasy, che compra ancora meno gente. Non è che forse pretendi un po’ troppo?

    Ribadisco che non sto difendendo il p2p, ma vorrei tu riflettessi sul fatto che forse stai rivolgendo la tua rabbia nella direzione sbagliata.

  10. Dario de Judicibus ha detto:

    mc2033, io non voglio vendere il mio romanzo a quel prezzo; io il romanzo l’ho già pubblicato con Armenia due anni fa e quello è il prezzo stabilito dall’editore. Non sta a me discutere le politiche di vendita di un editore che ha decine di anni d’esperienza sulle spalle. Io sono solo uno scrittore e il mio ruolo è quello di scrivere libri di buona qualità, piacevoli da leggere, con una trama non scontata e possibilmente con un buon stile letterario. Credo che solo su questo dovrei essere giudicato e non sul fatto se il mio nome sia più o meno conosciuto. Il mercato è pieno di autori sconosciuti e non particolarmente brillanti che sono famosi grazie a un battage pubblicitario studiato a tavolino: giornalisti, politici, personaggi dello spettacolo, alcuni dei quali sul libro ci mettono solo il nome perché a scriverlo è stato qualcun’altro. Che poi in Italia si comprino pochi libri lo so, come so che da noi la narrativa fantastica è considerata letteratura di serie B. Ma questo non ha nulla a che vedere con il problema riportato. Ci sarà a chi il mio libro piacerà e chi lo considererà di scarso valore. De gustibus disputandum non est. Il punto è che chi si scarica il testo e lo legge, comunque non comprerà il libro, e così facendo di fatto ridurrà la possibilità che esca il seguito. Per assurdo, se anche diventassi famoso per la versione in rete — non che ci speri, non mi faccio illusioni — sarebbe comunque un fallimento commerciale tale da pregiudicare qualsiasi futura iniziativa editoriale in tal senso. Al di là di tutto, trovo triste che qualcuno abbia potuto fare una cosa simile. Io non sono Umberto Eco o Dave Brown, che se non vende qualche copia non va certo in malora. Come tutti gli scrittori che fanno ben altro lavoro per vivere perché non si possono permettere di fare lo scrittore a tempo pieno e che stanno attenti alle bollette da pagare ogni mese, io lavoro prevalentemente la notte e nei fine settimana. Scrivere un libro mi può costare più di un anno di lavoro e tanto tanto impegno che rubo al riposo e allo svago. Inoltre, tra ricerche e studi vari per dare un materiale di buona qualità, alla fine non dico che ci vada in pari, ma al massimo integro il mio salario con un paio di migliaia di euro all’anno in più, una volta tolte le tasse. Ti è mai entrato qualcuno in casa per rubare? Ti hanno mai fatto un danno inutile alla macchina magari per portarti via un giubbetto da poche decine di euro? Beh, quella è la rabbia che sento, la rabbia per un gesto inutile, una semplice cattiveria fatta magari in buona fede, ma da chi non si rende conto forse di quanto lavoro ci siano dietro a quelle pagine. In quanto ai sedici euro, fatti due calcoli su quanto costa oggi un elettricista, un idraulico e un falegname, prendi un anno e mezzo di lavoro, un paio di ore al giorno, e otterrai circa 1,000 ore di lavoro per duemila euro di guadagno all’anno. In tre anni la mia ora è stata pagata 6 euro. Più o meno come una colf. Vedi un po’ tu.

  11. utente anonimo ha detto:

    Quanti piagnistei! Senza offesa, ma io il tuo libro manco lo conosco, non è che il tuo CARO EDITORE se ne bellamente fregato di pubblicizzare bene il tuo libero ? Invece di frignare danto la colpa al p2p, invece dovresti essere contento, perchè ci sarà sicuramente qualcuno che apprezzera la tua storia è magari potrebbe comprarsi anche il libro…sai non puoi di certo paragonare una scannerizzazione con un libero ben impaginato! Non è questione di scrocco o meno, come fai a leggere un testo lungo tramite schermo ? Dai….ti fanno male gli occhi anche con i monitor più costosi e pompati.

    se fossi in te comincerei a trovare un editore serio, che soprattutto sappia fare REALMENTE PROMOZIONE SUGLI SCONOSCIUTI, cosa che il tuo attuale non ha saputo fare.

    Però purtroppo è anche vero che il genere che fai è molto di nicchia in italia, al meno che non fai roba per i bambini.

  12. Dario de Judicibus ha detto:

    Caro #11, non mi sto lamentando. Sono solo arrabbiato. Almeno avrebbero potuto chiedermi il permesso, ti pare? Tra l’altro alcuni miei amici hanno trovato in rete anche il PDF, le cartine e altro materiale tratto dal libro. Non ho ancora controllato, ma se così fosse uno potrebbe di fatto ristamparsi il libro quasi come se fosse l’originale. Spero non sia così, perché hai ragione tu: leggere un txt non è la stessa cosa. Come ho detto, devo ancora verificare. Comunque, solo per fare una delle cartine a china ci ho messo quasi un mese.

    Certo, hai ragione: la promozione è importante, ma un editore medio non ha un budget per promuovere i libri. Cartelloni per le librerie, pubblicità sui giornali, cose del genere costano moltissimo. Così io ho investito quasi tutto quello che avevo preso di anticipo del libro per far stampare un poster da mettere in alcune librerie di Roma e 10,000 segnalibri da distribuire gratis nelle librerie italiane. Il fatto è che è una goccia in un oceano. Un qualunque grande editore di segnalibri ne distribuisce a centinaia di migliaia per lanciare un libro. Se credi che sia facile promuovere un libro di fantasy, devi provarci. Ci vogliono almeno diecimila euro per fare un minimo di promozione a livello regionale (non nazionale). Sai quanti anni di diritti d’autore ci vogliono nel fantasy per raccogliere 10.000 euro?

    L’unica cosa che mi consola è che sembra che chi ha messo il mio libro in rete ha messo anche altri autori, americani, come Turtledove. Insomma, sono in buona compagnia. Magari è persino un fan.

  13. Dario de Judicibus ha detto:

    Ho fatto un’indagine. Purtroppo nel pacchetto c’è tutto: dal testo al PDF con tanto di cartine. L’unica cosa che non sono riusciti a riprodurre bene sono stati i testi in vichingo e in gaelico. Per il resto chi vuole se lo può praticamente stampare impaginato quasi come l’originale. La cosa che mi lascia perplesso è che ci hanno messo sicuramente un bel po’ di tempo per farlo. È un lavoro abbastanza curato, non una scannerizzazione pura e semplice! E non è fatto dal materiale originale dato all’editore, che presenta delle differenze, ma dal libro come è stato stampato definitivamente!

    Dato che non sono un autore famoso mi domando il perché di tanto lavoro… A questo punto l’unica cosa che mi resta da fare è chiedere a chi se lo fosse scaricato, lo avesse letto e trovato buono, di comprarne una copia e regalarla a qualcuno. Almeno per limitare i danni. Sinceramente sono molto perplesso. Chi ci ha guadagnato in tutto questo? Non capisco.

  14. Rossafata ha detto:

    Come al solito arrivo in ritardo…

    Anche io ho scritto dei libri, libri tecnici, non romanzi, comunque sempre opere protette da diritto d’autore.

    Bene uno dei miei libri è praticamente interamente leggibile su books.google.com

    la cosa non mi dispiace affatto, anzi, perchè in questo modo il mio lavoro circola, che di questi tempi di iperproduzione letteraria (anche tecnica e specialistica) è già molto.

    Comunque dopo la pubblicazione del mio testo su books.google.com mi sono arrivati da fare altri lavori.

    Non so se c’è un nesso di causalità tra le due cose, però mi piace pensare che books.google.com mi abbia contribuito a far circolare la mia opera.

  15. Dario de Judicibus ha detto:

    Capisco il tuo punto di vista, Rossafata, ma questo non è il mio primo libro, ma il quinto, e ci contavo parecchio per realizzare un sogno, ovvero poter finalmente diventare uno scrittore a tempo pieno. Con i libri, per ora, non ci potrei vivere, per cui ho un’altro lavoro. Così scrivo la notte, fra le 11 e le 2 del mattino, oppure quei rari momenti di tempo libero che riesco a trovare nei fine settimana. È parecchio stancante perché toglie sonno e riposo. Certo, non è la pubblicazione del libro su web a impedirmi di realizzare questo sogno, ma rappresenta comunque un altro ostacolo di cui non sentivo inimamente la mancanza. Già in Italia è difficile avere successo se punti tutto solo sulle tue capacità e non hai angeli in Paradiso… Questo è il Paese delle non opportunità.

  16. utente anonimo ha detto:

    Non se essere d’accordo con te.

    Nel senso che ci sono ormai tanti scrittori, anche abbastanza noti (wuming) che contestualmente al libro “materiale” mettono sul loro sito il relativo PDF.

    Conoscendoli, e conoscendo le loro vendite, mi trovo a pensare che forse questa tattica giovi alle vendite invece che diminuirle, sopratutto per pubblicazioni tutto sommato “facili”.

    Dopotutto chi davvero ama i libri, ormai li compra perchè l’oggetto libro è ancora insuperato dalla pur buona tecnologia e-reader etc…

    Intendo dire che non si tratta di musica pop da buttare sull’ipod, si tratta invece di una fruizione che comunque chiede il suo tempo… ed in quel tempo, se il libro merita, c’è anche la possibilità che si decida di comprarsi il libro, e spegnere il laptop…

  17. Dario de Judicibus ha detto:

    Caro #16, non credo troverai i libri di Wilburn Smith o Frederick Forsyth in rete come PDF, e se li trovi, non credo li abbiano messi loro. Il punto è che se vuoi scrivere a tempo pieno, devi vendere almeno 100.000 copie all’anno (ci sono anche le tasse da pagare). Se le vendi, potresti anche mettere il libro in rete dopo un paio d’anni, sempre che l’editore te lo permetta. Quando dai i diritti di pubblicazione a un editore, non hai più voce in capitolo a riguardo. È lui che decide. Tu devi solo scrivere il libro successivo. Se invece vuoi solo avere la soddisfazione di essere letto, alora puoi anche regalarlo il libro, ma in tal caso, o sei ricco di famiglia oppure hai un coniuge che ti mantiene. Se no, scusa, ma come campi? Sai, anche gli scrittori hanno mutui, affitti, condomini, bollette e tante altre spese… 🙂

  18. utente anonimo ha detto:

    Dario vengo solo a sapere ora di questa vicenda.

    Ho atteso per mesi l’uscita del libro ed ora scopro questa triste realtà.

    Il p2p è un danno per tutti gli autori è vero, ma non è nemmeno plausibile che tutti quelli che hanno scaricato il libro siano stati mancati compratori.. io stesso ho molti mp3 scaricati che non avrei mai comprato.

    Stesse con i giochi per ps2 o pc… alcuni li compro originali (molti per la verità) altri copiati (sempre meno) che non mi sarei mai sognato di prendere a prezzo pieno.

    Il danno alle vendite secondo me è abbastaza limitato.

    Non sò come siano andate le vendite del libro nè sò le aspettative di Armenia.. ma cerca in tutti i modi di farlo uscire!

    Più il tempo passa e più la bolla si sgonfia!

    Prendi in considerazione anche la possibilità di renderlo scaricabile sul tuo sito con offerta libera. Anche vendendo poche copie almeno il tuo ricavo non sarà filtrato da una casa editrice e se devo essere sincero 14 euro preferisco darli a te direttamente piuttosto che ad una casa editrice che se ne frega in primis dei suoi lettori, prima che di un “suo” scrittore.

    Ciao, Daniele.

  19. Dario de Judicibus ha detto:

    Daniele, il secondo libro uscirà comunque. Attualmente è all’attenzione di tre case editrici. Entro luglio prenderò una decisione definitiva. Mi rendo conto che chi ha acquistato il primo ha dovuto attendere molto, ma se vai a vedere la maggior parte delle trilogie di fantasy scoprirai che molti autori, soprattutto agli inizi, hanno pubblicato un titolo ogni due anni. Il fatto è che se devi lavorare per vivere, i tempi sono quelli. Non ti preoccupare: non vi lascerò senza seguito, ma sto ancora perseguendo il sogno di diventare scrittore a tempo pieno e per riuscirci ci sono alcuni passi da compiere, prima…

  20. utente anonimo ha detto:

    Un grande in bocca al lupo allora, come hai potuto vedere in questi mesi hai già dei fans appassionati 🙂

    E’ ancora presto per il funclub, ma ci stiamo organizzando, lool .

    Se ti vengono in mente iniziative per “mettere pressione” alle case editrici non esistare a proporle (una petitionoline ad esempio?)

    ciao

  21. utente anonimo ha detto:

    Caro Dario, mi dispiace molto. Però, al solito, allargo le braccia e le lascio ricadere pesantemente sui fianchi. Non si contano le volte che ho discusso in rete, su blog, newsgroup, forum, della (ovvia) inopportunità di diffondere materiale come il tuo libro in maniera tale da danneggiare il suo autore, tanto più se esordiente. Se la cosa può consolarti, pochi giorni fa ho visto in metro una ragazza seduta, con il tuo romanzo aperto, intenta a leggere. Il tuo R.I.P. mi sembra esagerato, perché non è qualche idiota a frenare chi prova ancora gusto a tenere tra le mani la carta e guardare tanti bei dorsi sul suo scaffale e che quindi, quei 14 o 16 euro, li spenderà ugualmente. Comunque concordo con chi dice che il prezzo è troppo alto. Nulla di personale ma “chi ti conosce?” :-)… fai bene a precisare che quella del prezzo non è una tua scelta, tu sei solo lo scrittore e sulla bancarella ti butta l’editore, alle SUE condizioni.

  22. WalkieTalkie ha detto:

    @Daniele (#18):

    Concordo con te sul fatto che non tutti i lettori sono potenziali compratori, ma la situazione risultante è un po’ imbarazzante. E triste. Nel senso che magari il libro si diffonde a costo zero, e magari finisce per piacere e quindi chi ne usufruisce diventa uno che il libro lo avrebbe comprato volentieri. L’autore, però, visto il mezzo di diffusione, nel frattempo non percepisce introiti, l’editore rinuncia all’investimento e il progetto generale fallisce. Il p2p ha il vantaggio di sopperire, da un certo punto di vista (“sopperire” è un termine nobile, in questo caso), ad una politica promozionale che dovrebbero invece intraprendere gli editori. Specialmente nel caso degli scrittori esordienti. Se Dario è sconosciuto, è ovvio che chi è incuriosito dal titolo e dalla quarta (tutto ciò che possiede un libro di un autore sconosciuto, senza la pubblicità) si pone il problema del prezzo. Quattordici o sedici euro sono davvero tanti per un libro di un esordiente. Insomma, capisco che c’è gente che abusa decisamente del p2p per ottenere opere che potrebbe comprare benissimo, però non ci si può neanche aspettare che un dodicenne appassionato del tema spilli al padre 16 euro per un romanzo.

  23. Dario de Judicibus ha detto:

    Caro #21, non posso che darti ragione su molto se non su tutto. Purtroppo il prezzo è legato alla tiratura e quest’ultima alla diffusione. Per assurdo, sul primo titolo di un autore esordiente un editore tira sempre poco, perché non vuole correre rischi. Il fatto è che se stampa troppe copie e poi il libro non vende, ci perde. Così ne stampa un paio di migliaia e, naturalmente, per non perderci, non investe in pubblicità. È anche comprensibile, anche se una volta (vedi la vecchia Nord), c’era chi ci credeva di più. Comunque, se ci sono poche copie il libro viene diffuso solo nelle grandi città e in qualche libreria principale, in genere non va in vetrima, ma rimane schiacciato su qualche scaffale. Così vende poche copie. Se non c’è pubblicità poi, è difficile che venga richiesto. Sono tutti fattori che finiscono per farlo sparire dalle librerie. Non hai idea di quante e-mail ho ricevuto di gente che voleva acquistarlo ma non lo trovava in libreria. Li ho dirottati sul sito dell’editore, ma a molti non piace comprare in rete, specialmente i libri. È così bello rufolare in una libreria. Li capisco bene.

    Tutto ciò non vale ovviamente se l’autore è già conosciuto all’estero, ed è per questo che una parte considerevole dei libri di narrativa fantastica venduti in Italia sono traduzioni. Ma se il libro è di uno sconosciuto nostrano la tiratura rimane bassa all’inizio e quindi il prezzo deve essere alto, il che non incentiva certo all’acquisto. È un cane che si morde la coda. In questo l’autore non ha alcuna voce. È per questo che ho investito 600 euro di tasca mia per fare pubblicità stampando e distribuendo segnalibri gratuiti in varie librerie d’Italia. Ma 10,000 segnalibri sono nulla se pensi a quante librerie ci sono. Di più non potevo.

    Purtroppo in Italia nessuno investe in esordienti, a meno che dietro non ci sia qualcuno che imposti una campagna promozionale che spesso è basata su “marchette” ben studiate in TV e sui giornali, ma questo vuol dire contatti e relazioni “forti”. Pochi editori le hanno, e se le hanno le spendono su temi sociali, libri di “denuncia”, di cronaca (su delitti, cas particolari) o comunque che facciano effetto, non certo in narrativa di serie B (in Italia) come il fantasy o la fantascienza. Molto meglio la politica nostrana o investire sulla biografia di un VIP. Meglio ancora i libri di giornalisti, calciatori, persino vallette, purché nomi già noti. Ormai quella del libro è un’industria come quella dei pannolini. Non è la qualità del prodotto che conta, ma fornirlo in una “confezione” che attiri, intrigante, piccante magari. Una volta era così anche con i gialli. Adesso i polizieschi sono stati promossi in serie A grazie ai serial televisivi. È solo da poco che si fanno anche “made in Italy”, ma siamo lontani dal vedere una serie alla “Star Trek” o “Stargate SG-1” prodotta in Italia. Nessuno ci si mette. È lo stesso problema per cui i nostri registi non ci pensano neppure a girare film tipo Matrix o il Signore degli Anelli. Da noi va il “sociale”, l’impegnato. L’unico che ci ha provato è stato Salvatores con Nirvana, ma ha avuto poco successo.

    Il mio R.I.P. era provocatorio, tant’è che sto scrivendo il primo romanzo di una serie per ragazzi che è all’attenzione di un grande editore. Nessuna garanzia di pubblicazione, ovviamente. Ci sto lavorando sopra ma ho pochissimo tempo libero e sono già un po’ in ritardo: bisogna anche lavorare per vivere 😉 Scrivere è un plus. Vedremo. Hai ragione su fatto che la pubblicazione in rete è solo un granello in un ingranaggio che già faticava a girare. Più che altro il mio è stato uno sfogo, come dire: «È già abbastanza difficile così sfondare solo con le proprie forze che non dico ricevere una mano, ma almeno non mettermi una buccia di banana sotto il piede!»

    Comunque mi fanno piacere i molti commenti di sostegno che ho ricevuto. Non ho mai pensato che il mio libro fosse un capolavoro, anzi, essendo il primi romanzo (prima avevo scritto solo saggi), mi aspettavo di peggio. Il secondo, a mio avviso, è molto migliore sia come stile che come trama, ma non so quando vedrà la luce. Il terzo e ultimo della trilogia per ora l’ho bloccato. Avevo scritto tre capitoli, ma a questo punto aspetto. vado avanti con quello per ragazzi e con qualche racconto di fantascienza, per ora. Poi vedremo. Mai rinunciare. 🙂

  24. Dario de Judicibus ha detto:

    WalkieTalkie, non avresti potuto dirlo meglio. Hai centrato il problema. Oggi quello che conta non è farsi pubblicare, ma farsi distribuire e soprattutto promuovere. Chi comanda oggi è la distribuzione, ancor prima che l’editore. E se non c’è promozione la distribuzione non propone il titolo.

    Sul problema del prezzo siamo di nuovo lì. Per essere basso la tiratura deve essere alta (stiamo parlando comunque di un romanzo di oltre 400 pagine con cartine e altre illustrazioni), con copertina rigida, quindi piuttosto costoso in fase di stampa. Per essere alta, è fondamentale che le previsioni di vendita siano alte. Perché siano alte, vanno spinte con iniziative promozionali. Il tutto vuol dire tanti soldi. Chi lo fa? Gli editori no di certo. Ci vorrebbe un mecenate, una fondazione. Da noi è pura illusione.

    Per fare soldi ci sono altri sistemi. Fai un libro più o meno porno, tipo diario di una dodicenne, scritto possibilmente dalla protagonista quando ne ha sedici, oppure un bel libro stile complotto in cui mischi Stati Uniti, Vaticano, e magari ci metti dentro qualcosa di piccante o di misterioso. Non devi neanche essere un mago della penna. Basta che tu non faccia grossi errori di grammatica, metta tutti i congiuntivi al loro posto, che poi ci pensa comunque l’editor a risistemartelo! 🙂 Scherzi a parte, fare prodotti commerciali è facile. È come con la musica. Fanno più soldi le compilation da supermercato ormai che l’ultimo album di chi ha vinto un Sanremo, e non sto parlando di musica di spessore, ma solo commerciale. Quella di spessore è ormai solo per i cultori. Rassegnamoci.

  25. WalkieTalkie ha detto:

    Dario,

    capisco bene il discorso commerciale. Ray Bradbury non riuscì a pubblicare “Fahrenheit 451″se non a puntate su Playboy 🙂

    Forse dovresti approfittare della rete. Un’idea è quella di rendere il libro un pdf scaricabile gratuitamente, in modo da farlo diffondere tra la gente; farti conoscere in maniera, diciamo così, informale. Magari, se il numero di download diventa rilevante, qualche editore intelligente può reputarti degno di un minimo di pubblicità.

    E le persone, una volta letto il primo volume, possono convincersi più facilmente a comprare il secondo. Capisco che questa è una specie di resa, però, visto che il libro circola ugualmente in maniera “sotterranea”, a questo punto è meglio che sia tu a distribuirlo. Prendi ad esempio Bruce Eckel: ha sempre reso il suo “Thinking in C++” disponibile per lo scaricamento gratuito dal sito. Io alla fine, dopo tanti anni, anche per rendergli un tributo (e anche per non affaticare troppo gli occhi) ho comprato l’edizione cartacea e sono contento d’averlo fatto. Ho apprezzato molto, all’epoca, la qualità del testo scaricato. Just my 2 cents 😉

  26. Dario de Judicibus ha detto:

    WalkieTalkie: Capisco che questa è una specie di resa, però, visto che il libro circola ugualmente in maniera “sotterranea”, a questo punto è meglio che sia tu a distribuirlo.

    Questo non posso farlo. I diritti del libro li ha l’editore, per ora. E comunque servirebbe a poco. Non credere che non ci abbia pensato. L’esempio che hai fatto tu è diverso. Un libro d’informatica è utile in forma cartacea, perché va consultato, quindi se ne trovo uno buono in rete, finisce che lo compro anche su carta. È un libro che serve sempre e si rilegge mille volte. Ho la libreria piena di libri del genere, dal Fortran al Pascal, dal C++ a Java. Ma un romanzo è diverso: una volta che l’hai letto è finita. Sono pochi quelli che rileggono lo stesso romanzo più volte, e per lo più lo fanno con i classici. In Italia il 60% della popolazione non compra neppure un libro all’anno. Se anche avessi un milione di download di un romanzo in formato digitale, ti assicuro che un editore ci penserebbe comunque cento volte prima di pubblicarmi. Anche perché dal solo scaricamento non evinci l’interesse e il giudizio dei lettori.

    Prendi per esempio il mio libro. Ha venduto solo qualche migliaio di copie, ovvero la tiratura prevista. Ho ricevuto moltissimi complimenti e qualche critica. Uno o due hanno detto che non è un gran che, uno addirittura che è brutto, molti altri che è bellissimo. Cosa dovrei evincere? Che sono bravo? Che il romanzo è bello? Onestamente non lo so. Ho una percentuale di apprezzamento del 96% ma non è un campione significativo e su dati del genere nessuno ci mette dei soldi. È la realtà, inutile prenderci in giro.

    Magari bastasse mettere il libro in rete per essere pubblicati da un grande editore. C’è un sacco di ottima roba in rete: ho letto poesie stupende, racconti divertenti o intriganti, articoli di blog di gran spessore. Forse che qualche editore si è offerto di pubblicare questi autori? O ha proposto loro di lavorare in un giornale? Alcuni sono giovanissimi, ma molto, molto promettenti. Ma l’editoria li ignora, per lo più. È più facile essere pubblicati se hai il papà che è un attore famoso in Italia, o un personaggio dello spettacolo, o un politico, e persino un calciatore. Il nostro è un sistema clientelare. Non paragonarlo agli USA che sono un sistema fortemente meritocratico. Certo, sono anche crudelmente competitivi, ma quello che lì funziona qui non ha alcuna possibilità.

    Comunque, ho pubblicato in rete un racconto che avevo scritto dietro richiesta di un’amica. Non è un gran ché, l’hho fatto per gioco. È stato scaricato poco più di 300 volte. Non ho alcun feedback al riguardo. Magari un giorno ne pubblicherò qualcun altro.

  27. utente anonimo ha detto:

    Un fatto positivo c’è sai: tu non scriverai più libri, lancerai le tue idee, condivisibili e non ma sempre ben scritte, da qualche parte nel web… e noi ti leggeremo con grande piacere!

    Morgana

    Skype: m.caldarini

  28. Dario de Judicibus ha detto:

    Beh, in realtà di libro ne sto scrivendo un altro, questa volta per ragazzi e con buone possibilità di essere pubblicato da un grande editore che sembra molto interessato. Non intendo demordere, e poi scrivere mi piace troppo. Il mio sogno da ragazzo era di diventare uno scrittore e credo si debba provare a realizzare i propri sogni, per poi magari tornare a sognare 🙂

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