Non esprimibilità del voto



Alla fine ho deciso. Voterò solo per le amministrative, dove peraltro potrò effettuare una scelta ragionata e specificare una preferenza. Per quanto riguarda le elezioni di Camera e Senato, ho deciso di dare un "non voto" per i seguenti motivi:

  1. non condivido il fatto di poter votare solo per un partito, ovvero di dover specificare solo un simbolo e poi lasciare che chi mi dovrebbe effettivamente rappresentare in Parlamento sia scelto in base a considerazioni di opportunità, scambi clientelari, interessi di lobby o strategie di partito che nulla hanno a che vedere con l’interesse del Paese;
  2. sinceramente, pur con distinguo e pur non mettendo tutti i candidati sullo stesso piano, ritengo non ci sia alcuno partito o coalizione che mi possa legalmente rappresentare, ovvero che io possa considerare per un voto ragionato persino nell’ottica del "male minore", che comunque non condivido.

Non votare e basta, tuttavia, non mi sembra l’approccio migliore, dato che ritengo il voto un diritto ma anche un dovere di tutti i cittadini. D’altra parte, onestamente, non ritengo giusto essere costretto a dare il voto a un partito nel quale non mi riconosco, qualsiasi esso sia. Quindi, dato che il voto è un’indicazione precisa da parte del Popolo alle Istituzioni, ho deciso di far verbalizzare il mio "non voto" affinché questa decisione sia un segnale preciso per chi comunque andrà al Governo, avrà la maggioranza in Parlamento e — perché no — anche per chi andrà all’opposizione.

Di conseguenza farò quanto segue:

  1. mi presenterò presso il seggio con i documenti e la tessera elettorale, farò vidimare tutte e cinque le schede ed entrerò nella cabina per esprimere la mia preferenza sulle tre schede per le elezioni amministrative;
  2. inserirò le tre schede segnate nelle rispettive urne, mentre riconsegnerò quelle per la Camera e il Senato al Presidente del Seggio chiedendo che venga verbalizzata la mia protesta e le motivazioni che hanno portato a prendere questa decisione, chiedendo inoltre che vengano allegate al verbale due copie — una per scheda — del seguente documento, che firmerò in presenza del Presidente del Seggio:

A chi interessasse fare altrettanto, una copia generica della stessa dichiarazione, senza ovviamente data e nome, può essere scaricata da qui.

Vorrei chiarire due punti, per concludere.

  1. Agire in questo modo non è la stessa cosa che non andare a votare. Votare è un modo di esprimere la propria opinione in merito a chi e come deve governare o legiferare e questa protesta è esattamente l’espressione di un’opinione profondamente sentita in questo momento storico del nostro Paese, ovvero che nessuno di quelli che si propone di guidare l’Italia mi può onestamente rappresentare.
  2. Qualcuno potrà obiettare che un singolo atto di protesta come questo non potrà avere alcuna reale conseguenza e quindi è un atto inutile. Si è parlato molto in queste settimane di voto utile. Ritengo questo modo di pensare aberrante. Tutti i voti — e quindi anche i "non voti" — sono utili, perché il voto non stabilisce solo chi vince ma anche e soprattutto gli equilibri di potere fra chi vince e chi perde e come tale potere dovrà essere distribuito all’interno delle singole coalizioni. Ogni voto conta, ogni protesta, se resa pubblica e verbalizzata in quanto scelta consapevole, conta.

Non so quanti se ne stiano rendendo conto, ma questo Paese sta andando allo sfascio, e non certo per colpa di questo o di quel Governo: è l’intero sistema che è marcio. La condanna dell’Unione Europea per la mancata conformità delle norme italiane in materia di gestione dei rifiuti, il rapporto OCSE che posiziona l’Italia come fanalino di coda tra i Paesi industrializzati per la produttività, la vicenda Alitalia, l’articolo del New York Times sul "Bel Paese", sono solo alcuni dei tanti, troppi segnali, di come questo Paese sia letteralmente in agonia, nonostante le dichiarazioni di ottimismo e fiducia che più volte ha espresso il Presidente della Repubblica. Non credo che questo Paese abbia un futuro. Non ci vorrà molto perché anche i più ottimisti se ne convincano. Basterà un altro Governo, forse meno.

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Commenti (8) a «Non esprimibilità del voto»

  1. simichan ha detto:

    A me hanno detto questo, che è in contrasto con quello che scrivi tu:

    Se è vero che l’articolo 104 del Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n 361 stabilisce l’obbligo in capo al segretario dell’Ufficio elettorale di verbalizzare le proteste del cittadino elettore è pur vero che questo non ha niente a che vedere con la possibilità di poter rifiutare la scheda elettorale.

    Meglio leggere tutto il testo di legge, infatti, l’art. 57 e 58 stabiliscono le procedure dell’espletamento del voto ed in particolare il 58 ne stabilisce i tempi e prevede l’apposizione della firma da parte del responsabile di seggio solo dopo aver verificato l’espletazione del voto. Quindi la registrazione è la fase conclusiva ed arriva solo dopo essere andati in cabina a votare e non prima. Dopo la votazione si possono fare tutte le rimostranze di questo mondo e l’obbligo da parte del funzionario di registrarle.

    chi ha ragione?

  2. Dario de Judicibus ha detto:

    Beh, se tu entri in cabina e poi ritorni con due schede bianche il presidente deve prendere atto del tuo aver non votato. La scheda bianca è prevista dalla legge. Tuttavia, la verbalizzazione dovrebbe evitare che sia utilizzata nel computo del premio di maggioranza. Comunque, una protesta è una protesta, e comunque quello che conta alla fine è il verbale.

  3. simichan ha detto:

    Quello che mi preoccupa è il “potrebbe”.. se la protesta non fosse “valida” e il voto ‘bianco’ venisse conteggiato?! Andrebbe a valere per il premio di maggioranza, ed il non voto finirebbe con in diventare la cosa esattamente opposta.

    Nella pratica cosa succederà nei seggi, secondo te?! Verrà strappata la scheda di chi protesta? Verrà inserita nell’urna e poi, durante lo spoglio, verrà stralciata? E chi ci garantisce che poi succederà davvero?

    Anche se non commento mai il tuo blog sono una tua lettrice assidua, e mi permetto di farti queste domande perché ti stimo molto, ed ho bisogno di capire

    Simichan

  4. utente anonimo ha detto:

    Il “non voto” è legittimo, quasi dovuto in queste elezioni.

    Tuttavia l’esercizio del voto, aldilà delle modalità che ci vengono imposte, è una cosa seria.

    Ho letto di tutto in questi giorni, inesattezze su inesattezze, riferimenti ad articoli di legge che neanche il più avveduto costituzionalista si sarebbe sentito di interpretare in un senso o nell’altro.

    La maggior parte delle “catene” che girano su internet o via mail sono poi a dir poco inesatte quando non palesemente pretestuose,questa dichiarazione fa più o meno riferimento ad una di quelle.

    Il disturbo delle regolari operazioni di voto è un reato che il presidente di seggio ha il diritto/dovere di contrastare non tanto perché la protesta non sia legittima ma perché il voto stesso non può essere ridicolizzato più di quanto abbia già fatto la classe politica.

    Io ho avuto la fortuna di conoscere persone che hanno trascorso i migliori anni della loro vita in galera o al confino durante il regime fascista perchè noi potessimo esercitare, nel bene e nel male questo diritto, non posso dimenticarlo neanche per un minuto.

    Sensibilizziamo le persone, non votiamo, d’accordo, o annulliamo la scheda o non ritiriamole tutte… ma avremo raggiunto uno scopo se a farlo saremo 2 milioni di persone, non se avremo reso la vita impossibile a chi passa il fine settimana nel seggio.

    Presentarsi al seggio con un comunicato stampato da internet totalmente campato in aria ci rappresenterebbe in maniera non dissimile da chi va a votare senza porsi neanche una domanda.

    Le pecore nere contro le pecore bianche…

    sempre pecore, però.

  5. simichan ha detto:

    Piccola nota a margine. Ho scritto una cretinata: le schede bianche, a quanto pare, sono considerate nulle.

    Quindi il mio secondo commento è in parte inutile.

  6. Dario de Judicibus ha detto:

    Cara Simichan, le tue preoccupazioni sono più che legittime, ma se un “non voto” fosse ignorato, il documento allegato stracciato o peggio ancora la scheda annullata, ci troveremmo davanti a un’ipotesi di reato. Non dico che non possa succedere, ma allora perché non ipotizzare che le schede bianche vengano usate per aggiungere i voti a questo o a quello ed alcune correttamente segnate semplicemente sostituite con schede bianche? Non per questo non votiamo, no? I brogli sono sempre possibili, ma se si dovessero verificare sarebbe un problema ben più grave che una protesta mancata. Insomma, non posso e non devo preoccuparmi di possibili scorrettezze, quando voto. DEVO assumere che tutto si svolga correttamente, altrimenti vorrebbe dire ci troviamo nelle stesse condizioni di una delle tante “repubbliche delle banane” che esistono nel mondo.

  7. Dario de Judicibus ha detto:

    Caro anonimo #4, concordo assolutamente con te. Il diritto al voto è costato il sacrificio di tanti eroi e patrioti, ed è per questo che il non esercitarlo è una decisione sofferta. Ma è anche un atto dovuto per mandare un segnale forte a una classe politica che si è ormai configurata come un’oligarchia incapace di occuparsi seriamente del nostro Paese che di problemi non ne ha certo pochi.

    Hai ragione: il non voto avrebbe un senso se lo esercitassimo in due milioni. Lo scopo non è boicottare le elezioni, ma dar loro un significato diverso, far sentire davvero la nostra voce.

    Io non possiedo canali televisivi o giornali: ho solo questo blog, e quindi tutto quello che posso fare è portare questa mia proposta qui e condividere un documento come quello che ho allegato all’articolo così che altri lo possano usare.

    Poi sta a voi fare da cassa di risonanza.

  8. Dario de Judicibus ha detto:

    CRONACA DI UN NON VOTO

    Questa mattina mi sono recato a votare, ho consegnato un documento e la tessera elettorale e ho ritirato le cinque schede vidimate. Sono entrato in cabina, ho votato per il Municipio, il Comune e la Provincia e ho inserito le suddette schede nelle rispettive urne. Quindi ho riconsegnato le schede per la Camera e il Senato allegando un documento che motivasse il mio rifiuto, che ho chiesto di mettere a verbale. Nessun problema: il Presidente ha preso atto del rifiuto, lo ha verbalizzato sul registro della sezione riportandone la motivazione, ha fatto indicare nel registro degli elettori il fatto che sarebbero dovuto essere conteggiati due voti in meno rispetto alle schede vidimate che sono state poste in una busta a parte in quanto non riutilizzabili, quindi ha firmato il documento da me presentato, lo ha fatto controfirmare da due scrutatori, vi ha apposto il timbro della sezione e lo ha inserito nella busta N10 EP/A. Tutto regolare, senza crisi di nervi o facce stupite. Se lo aspettavano e pare che siano in molti a essersi comportati così. Vedremo.

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