Prodotti danesi? No, grazie!



Bel Paese la Danimarca, uno dei cosiddetti Paesi civili del Nord Europa: pianeggiante, clima abbastanza temperato tenuto conto della posizione geografica, bassa criminalità, attento agli aspetti sociali… Bel Paese la Danimarca… o no? A volte la prima impressione non è quella che conta. Un discorso è visitarlo un Paese, un discorso viverci. E allora scopri che non sempre sono rose e fiori, o forse dovrei dire… tulipani?

La notizia è di ieri, la storia no. La storia è vecchia, tristemente vecchia, soprattutto per chi l’ha vissuta in prima persona. Vecchia e tragicamente più frequente di quanto si pensi. Il caso di Martina è solo uno dei tanti, una delle tante tragedie ignorate da un’Italia che pensa solo al calcio e ai reality show, deluso da una politica imbelle e da istituzioni in cui non crede più, ma alieno a qualsiasi forma di impegno sociale che non possa essere politicizzato e strumentalizzato. Un Paese vecchio, come vecchia è questa storia; vecchia eppure così tragicamente attuale.

(ANSA) – Bruxelles, 28 gen 2008
Minori contesi: Frattini; UE deve agire, il caso di Martina autorità danesi negano a padre diritto visita da 3 anni

Martina ha 11 anni: madre danese, padre italiano, separati. Non vede e non sente quest’ultimo da tre anni. Per i giudici della Danimarca, dove la bimba vive, può avere solo scambi epistolari col padre, niente di più. Del caso si è occupato più volte il governo italiano.

Ora scende in campo il vice presidente della Commissione europea, Franco Frattini, che richiama Copenaghen al rispetto della convenzione dell’Aja, che sancisce il diritto di visita di un genitore. E chiede alla presidenza slovena dell’Ue di assumere entro giugno 2008 un’iniziativa che affronti il problema dei tanti casi di bimbi contesi da un Paese all’altro dell’Europa.

La storia di Martina risale al 2000, quando i due genitori si sono separati in Danimarca, con la bambina affidata alla madre. Nel 2003, però, il padre ha trattenuto con sé in Italia la bimba che lamentava una situazione di disagio familiare. Ma la madre ha chiesto e ottenuto dal Tribunale dei minorenni di Roma il rimpatrio della minore in Danimarca. Da quel momento per il papà di Martina vedere o sentire la propria figlia è diventato praticamente impossibile. Dalle autorità danesi, infatti, ha ottenuto solamente il diritto di fare una telefonata a settimana. Una beffa, visto che il numero telefonico della ex moglie, segretato, non gli è mai stato fornito. E con un’altra decisione del 2007, la magistratura danese ha stabilito che i contatti tra padre e figlia possano avvenire solo attraverso scambi epistolari.

Vane sono state le iniziative più volte intraprese dalle autorità diplomatiche italiane in Danimarca. E vane sono state le due lettere che il vice presidente della Commissione Ue Frattini – a luglio e novembre dello scorso anno – ha scritto alle autorità danesi per sensibilizzarle sul caso, senza mai ricevere risposta. Frattini, che si dice «amareggiato», auspica quindi un intervento dell’Unione Europea, e non solo per il caso di Martina. «Questo — afferma il vice presidente dell’ esecutivo europeo — è purtroppo un caso tra tanti. E per tale motivo, fin dal giugno dello scorso anno, stiamo monitorando la situazione europea. E ho pregato la presidenza slovena di turno dell’Ue di assumere insieme alla Commissione Ue un’iniziativa entro giugno 2008».

Cosa possiamo fare di fronte a tanta insensibilità? Poco, forse niente. Io, da parte mia, ho deciso di boicottare tutti i prodotti danesi, di qualsiasi genere fintanto che questa vicenda non sarà giunta a un lieto fine e finché non verrà stabilito un accordo con il governo danese affinché questo genere di cose non succedano più. So che servirà a poco, specie se sarò il solo a farlo, ma non si combatte una battaglia civile per la gloria o per finire sui giornali, ma per il rispetto che si ha di sé stessi e per la propria dignità di essere umano. A ognuno fare la propria scelta.

Commenti (8) a «Prodotti danesi? No, grazie!»

  1. utente anonimo ha detto:

    Una stupidaggine boicottare i prodotti. Mica sono stati i contadini a trattenere la bimba!

  2. Dario de Judicibus ha detto:

    Non ci sono solo prodotti agricoli, ma industriali e i servizi. L’esportazione contribuisce al PIL e il PIL è una misura della ricchezza di un Paese che viene usato dai Governi come parametro di valutazione della sua capacità di amministrare. Fermo restando che il boicottaggio del singolo è sostanzialmente simbolico (ma non più di quanto lo sia la scelta del singolo di votare per questo o quel partito), se si vuole colpire un Governo in modo civile, l’unico modo è incidere sul PIL, e se si sta all’estero, l’unico modo è incidere sulle esportazioni. Non è un caso se il boicottaggio è usato da molti Paesi in campo internazionale per colpire altri Paesi. È un’azione estremamente efficace, ma solo se è fatto su grande scala. Ovviamente il mio è solo simbolico, ma in fondo lo è ogni manifestazione di protesta civile, compreso lo scendere per strada con un cartello.

  3. utente anonimo ha detto:

    Sono d’accordo con Dejudicibus. Il popolo danese è un popolo di razzisti anti italiani ed antieuropeisti. Ho avuto delle esperienze negative personali con le autorità danesi. Si sono dimostrati e ancor di più si stanno dimostrando nel caso di Martina Infante dei viscidi opportunisti senza cuore. Boicottare i loro prodotti è il minimo che si possa fare. Ecco un elenco:

    Alimenti: Rosenborg, Lurpak, Dofino Denmark’s Finest, Mediterra (tutti importati da Arla Foods), Danish Crown (carne), Emborg, Beautiful Denmark (biscotti al burro), Famous Dane (biscotti al burro), Danish Bacon, Thor Fish, Danisco Food.

    Dolciumi: Toms (cioccolata), Lagermann, Galle & Jessen, Ingeborgs Chocolate.

    Bevande: Tuborg, Ceres, Carlsberg, Elephant, Aalborg Aquavit

    Elettronica: Audio Vector, Bang & Olufsen, Cilo, Dali, DynAudio, Eltax, Jamo, Tangent, Vifa

    Sigarette: Prince

    Vestiario: H20, Hummel, Per Reumert, Munte plus Simonsen, Bruuns Bazaar, IC Companies, In Wear, Matinique, Noa Noa, Sand

    Scarpe: Ecco, Jaco, Dansko

    Software: EarMaster

    Giocattoli: Lego

    Arredamento: Fritz Hansen

    Design Danese: B & G Porcelain, Georg Jensen, HTH- kitchen, Morsoe (Fireplaces), Lindberg (Glasses), PH-lamps, Pipes, Raadvad (coltelli etc.), Royal Copenhagen, Royal Danish Porcelain
    Skagen (orologi), Stelton, Trip Trap.

    Altri prodotti: Danish Yarn, Nexo Fireplaces, Nilfisk Vacuum Cleaners, Watco Danish Furniture Oil, Leitech (utilizzati nel controllo di qualità nei seguenti settori della produzione, automotive, aerospaziale, medicale, idraulica, produzione di motori piccoli e grandi), Leitech, Grund Foss ( pompe), Dan Foss ( valvole)
    GN (Apparecchi acustici, cuffie e auricolari), X-Yachts

  4. utente anonimo ha detto:

    Sono danese e ho vissuto in Italia per qualche anno e direi conosco abbastanza bene i due paesi. Perciò mi pare veramente assurdo il vostro ragionamento che in fin dei conti si basa su un solo caso. Sopratutto perché l'Italia non dà certo un esempio da seguire, anzi.
    Dunque, guardate prima a come siete messi in Italia prima di parlare di paesi che a livello di società, guistizia, anti-corruzione ecc. sono avanti anni di luce rispetto a voi!!!   

  5. utente anonimo ha detto:

    Caro utente danese che critichi il mio paese però scrivi perfettamente in italiano perché evidentemente, per una ragione o per l'altra, ci vivi e magari ci mangi pure. Ti pregherei di tornartene nella tua Terra visto che essa è avanti anni luce rispetto alla nostra.

    Molti ci criticano, in continuazione ci prendono per il culo in TV, sputtanandoci sui giornali, inventando barzellette, facendo passare spot pubblicitari di ogni genere ma mai nessuno si è sognato di fare chissà cosa, qui.

    Se invece avessimo fatto NOI pubblicità sui tedeschi, faccio per dire, che si abbottano di birra e crauti fin dalla mattina diventando più simili a maiali che ad esseri umani, ci avrebbero dichiarato guerra pretendendo le scuse formali.
    Eppure a noi di offese ben più pesanti (a torto o a ragione), "mafiosi" tanto per gradire sulla copertina di Der Spiegel, non ce le risparmia nessuno, da nessuna parte… gli americani per esempio ne hanno inventate di ogni genere e tipo, più o meno fondatamente, su di noi o sui nostri prodotti. FIAT ovvero Fix It Again, Tony! Può essere, le FIAT han fatto schifo per anni d'altronde ma anche le Ford immagino non siano mai state auto vicine alla perfezione.

    Degli Ebrei guai solo a parlarne: quelli rappresentano la razza eletta e metterne in discussione alcunché equivale a farsi emarginare ed essere definiti antisemiti. Una bella etichetta si sono inventati, non c'è che dire.
    Con tutto quello che ci vien detto ogni giorno, a torto o a ragione, fossimo stati Israeliani Sionisti, l'intero sistema solare sarebbe saltato in aria da un bel pezzo.

    "dejudicibus" ha perfettamente ragione: chiunque commetta un atto deplorevole va boicottato: italiano, ebreo, americano o … danese. Ed il fatto che tu abbia scritto qui vuol dire che il messaggio coglie nel segno. Volevo comprami un paio di ECCO: 150 Euro di meno per la danimarca e tanti saluti, me ne sto con le scarpe italiane indietro anni luce.

    Saluti.

    P.S. Boicottare serve eccome: il denaro (e mancanza di) è l'unica lingua che si capisce in questo schifoso mondo senza confini.

    P.S.2. Io ti considero mio fratello, ecco perché ho dedicato tempo a scriverti. Se non ci avessi tenuto, ti avrei lasciato senza risposta, fregandomene.

  6. utente anonimo ha detto:

    Come è finita questa vicenda?

    V.

  7. Dario de Judicibus ha detto:

    Per quello che ne so, non è ancora stata risolta, almeno così si evince dal fatto che la vicenda continua nonostante il tribunale italiano abbia condannato la madre e il suo compagno danese.

  8. utente anonimo ha detto:

    grazie sono la nonna di Martina, tutt'oggi ancora non ci sono novità, la incivile Danimarca vieta al padre e al nostro ambasciatore di vedere Martina, la madre e il suo avvocato con l'aiuto delle istituzioni danesi, vietano qualsiasi contatto con mia nipote, stanno violando i diritti umani di un padre e di sua figlia cittadina italiana.

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