Dell e Vista: un binomio da evitare



 

Due mesi fa la mia compagna ha comprato un Dell Dimension E520, una macchina basata sui processori Intel® CoreTM 2 Duo E6300, con 2 giga di memoria e due dischi fissi da 320GB. Purtroppo la macchina è arrivata con preinstallato Windows Vista, ovvero non è stato possibile richiedere XP o un altro sistema operativo. Fatto sta che da allora è stato un bagno di sangue. Al di là del giudizio molto negativo su Vista, che prosegue con la strategia Microsoft di tagliare fuori completamente l’utente da un reale controllo del sistema operativo, il prodotto nel suo complesso è stato una profonda delusione, tanto che in un prossimo futuro consiglierò il ritorno all’acquisto di un buon assemblato senza marca sul quale si possa avere un maggiore controllo dei componenti e soprattutto un miglior supporto. Ma andiamo per gradi.

Dell? No, grazie!
Dell? No, grazie!
Vista? No, grazie!
Vista? No, grazie!

Innanzi tutto il sistema, pur essendo sulla carta molto più potente del mio vecchio Pentium 4 con XP e dell’ancora più vecchio Pentium II con Windows 98 SE che usa mia figlia, non è all’atto pratico né più veloce né più usabile. Vista sembra assorbire tante di quelle risorse da far sembrare un mostro che fino a pochi anni fa nemmeno era ipotizzabile avere sulla propria scrivania poco più che un vecchio 386. Inoltre il sistema ha tanti di quei meccanismi di controllo e di sicurezza da risultare addirittura ridicolo. Ad esempio, se vi registrate come amministratore e volete spostare una cartella trascinandola da una finestra di Explorer ad un’altra, il sistema vi chiede se siete veramente voi, se siete davvero sicuri, se insomma non siete un terrorista di Al Qaeda infiltratovi in casa vostra, almeno tre volte, prima di riuscire ad effettuare la pericolosissima operazione.

Inoltre il sitema è arrivato con preinstallata una versione beta di McAfee che non funzionava bene e creava diversi problemi nell’accesso a Internet, tanto che ho dovuto disinstallarla per riuscirci. Ho montato la macchina sulla nostra rete casalinga, basata su un modem ADSL 9003 della US Robotics e un router USR 8001 e sulla quale sono in genere collegati il mio desktop — un assemblato senza marca — e un paio di portatili, tutti con Windows XP. Purtroppo non ho spazio in casa per un altra macchina basata su Linux, ma prima o poi la metterò, magari per usarla come server locale. Fatto sta che mentre tutte le altre macchine si collegavano regolarmente sia alla rete che a Internet, ho faticato parecchio per far vedere il Dell alla LAN. Inoltre, solo dopo una giornata di lavoro ho scoperto che riuscivo a navigare in rete con Internet Explorer solo se sbloccavo la modalità protetta. Il firewall di Windows è semplicemente inusabile. L’orientamento sembra quello di dare prodotti che fanno tutto automaticamente senza dare all’utente alcun controllo su di loro, tanto che per trovare il modo di accedere alle opzioni cosiddette avanzate, ho dovuto navigare parecchio per forum tecnici. Molti parametri sono nascosti, altre opzioni possono essere disabilitate solo operando direttamente sul registro, informazioni e statistiche sono spesso inesistenti. Purtroppo ZoneAlarm ancora non funziona su Vista e la beta neanche si installa sulla macchina Dell acquistata.

Fosse tutto qui, sarebbe un problema da poco. Sono cose che succedono spesso quando viene pubblicato un nuovo sistema operativo. Il guaio è che a parte il sistema stesso, la maggior parte del software di cui abbiamo licenza non funziona. Non funziona Firefox 2.x, non funziona Skype 3.2, non funziona Second Life 1.15, non funziona quasi nulla… Non funziona persino Windows Messenger Live preinstallato sul sistema. Nessuno di questi prodotti riesce a collegarsi a Internet. L’ipotesi rimasta è che ci sia una qualche incompatibilità dello stack TCP/IP con i router e il modem della rete. Se così fosse, o trovo il modo di lavorare sui parametri del TCP/IP per superare l’ostacolo, oppure ci ritroveremo con un pezzo di ferraglia veloce di nessuna utilità. Per ora sono due mesi che la mia compagna lavora con il suo portatile ACER con Windows XP Home.

Abbiamo telefonato a Dell e abbiamo chiesto supporto tecnico. Ci hanno risposto che non è un problema loro se altri prodotti non girano su Vista. Ho fatto presente che anche alcuni prodotti preinstallati non si collegano: niente, non è comunque un loro problema. Evidentemente è colpa della mia rete, anche se questa va benissimo con XP. Per loro funziona tutto. La risposta per giunta è stata data in modo molto sgarbato, ai limiti della maleducazione. Ovviamente, fra le tante affermazioni fatte da Dell, una è stata il classico scaricabarile su l’altro attore del teatrino: Microsoft. «Se avete problemi con Vista, rivolgetevi alla Microsoft.» Inutile dire che quest’ultima ha ribattuto che, essendo il sistema OEM, toccava a Dell dare supporto. Comunque abbiamo chiesto il downgrade della licenza da Vista a XP. Rifiuto netto. «Non facciamo downgrade: compratevi una nuova licenza XP dalla Microsoft.» la risposta. Ho scritto a Microsoft chiedendo loro di poter restituire Vista e ottenere una licenza XP in cambio, ma dubito anche che riceverò risposta.

Che conclusioni trarne? La prima sicuramente è che queste grandi aziende si disinteressano completamente del servizio al cliente. Ne hanno evidentemente così tanti che perderne qualcuno non deve essere un problema, anche perché magari qualcuno potrebbe arrivargli da analoga delusione con i loro concorrenti, non necessariamente più attenti ormai alla soddisfazione della clientela. Parlo ovviamente di clienti consumer, domestici, non grandi aziende e clienti di un certo peso. Dato che sono pochi a comprarsi un assemblato, ormai, e a montarvi sopra Linux, che richiede comunque un minimo di competenza informatica, il meccanismo in questione sembra funzionare. L’essere diventato il PC un elettrodomestico multimediale ha portato le aziende a gestire il supporto né più né meno come sono gestiti ormai quelli dell’elettronica di consumo: se si rompe qualcosa fuori garanzia, si butta e se ne compra un altro. Servizio e supporto stanno scomparendo, mentre i call center sono ormai tutti delocalizzati in Paesi a basso costo del lavoro dove è già tanto se l’operatore che risponde conosce l’italiano e comunque spesso ne capisce di informatica meno degli utenti che lo chiamano.

La seconda è che si mettono sul mercato prodotti non ancora stabili, che danno problemi e che non permettono di usare le licenze applicative che già si possiedono. Purtroppo il costo di passare a Vista è tale per molte aziende produttrici di applicazioni, che probabilmente molti prodotti, una volta resi Vista-compatibili, richiederanno un upgrade a pagamento, ovvero la compatibilità non sarà assicurata sulle vecchie versioni semplicemente con una patch. Insomma, una strategia intesa a far spendere un mucchio di soldi a noi solo per poter continuare a fare quello che già facciamo sulle vecchie macchine. Ritrovarsi con un sistema a due processori con velocità, memoria volatile e di massa, semplicemente impensabili fino a dieci anni fa, per fare più o meno le stesse cose, è la vera beffa dell’informatica domestica.

Terza, il sistema sta diventando sempre più ingestibile anche per chi ha una conoscenza decennale di informatica e sistemi operativi. Mettere le mani sul proprio sistema è diventato un vero problema. Bisogna cercare le informazioni in rete, discutere con altri utenti, fare esperimenti. Una volta, almeno, ogni pannello aveva un pulsante per accedere alle opzioni avanzate; con Vista anche questo pulsante spesso scompare e trovare il pannello avanzato è tutt’altro che banale. Molte opzioni poi non sono accessibili attraverso l’interfaccia grafica. Il fatto è che non si sta cercando di fare sistemi a prova di stupido, ma di far diventare stupidi tutti gli utenti e quindi farli diventare assolutamente dipendenti da chi produce sistemi operativi e applicazioni.

Come concludere? Decidete voi. Personalmente vi consiglio, se decidete di acquistare una nuova macchina, di prendere un buon assemblato, magari da una piccola azienda che ci tiene alla propria clientela, e di montarvi sopra XP SP2 o Linux, a seconda delle esigenze, ovvero se avete problemi di compatibilità con applicazioni che girano solo su Windows o meno. In quanto alla Dell, io personalmente la sconsiglio, dopo questa esperienza, fosse solo per la maleducazione dimostrata, anche se dubito che altre grandi aziende si sarebbero comportate molto meglio, ormai.

Commenti (4) a «Dell e Vista: un binomio da evitare»

  1. ricknf ha detto:

    Mac.

    da anni, senza problemi, sia io che mia moglie, e, casualità, con un router usr come il tuo.

    e sul macbook faccio girare anche winsozz, xp, per carità, e linux.

    ormai non ci sono serie alternative. in effetti raramente ce ne sono state…

  2. lunogled ha detto:

    Sto scrivendo questo commento su un Dell (XPS M1210) che e’ anche stato spedito con Vista (obbligatoriamente :-/ ).

    The trick: Ho installato Linux Ubuntu, su cui lavoro il 99% del tempo. Il programma di installazione riesce a riformattare l’Hard Disk e partizionarlo fra la parte Ubuntu e la parte vista/

    Forse dovreste farlo anche voi.

  3. utente anonimo ha detto:

    Non difendo Vista, che da qual poco che ho sperimentato mi è sembrato pesante, lento, però devo dire che anche con Ubuntu ho avuto problemi molto seri (prima sull’aggiornamento, poi, dopo aver reinstallato tutto, freeze continui, blocco totale del sistema).

    Sullo stesso pc ho installato Mandrake e, sebbene abbia qualche problemino, mi è andata meglio.

    Purtroppo ho esperienza scarsa sui coi Mac non possedendone uno. Finora il sistema con cui mi sono trovato meglio, con tutti i suoi difetti, è XP (anche perchè, a differenza di Linux, lo so usare).

    Ciao

  4. Dario de Judicibus ha detto:

    In generale XP, al livello SP2, è tutto sommato accettabile, anche se ha le solite idiosincrasie di Windows che a me piacciono molto poco. Neanche io ho un Mac, ma mi hanno sempre affascinato, sia sul piano del design dell’hardware che su quello dell’ergonomia del software. Peccato costino così tanto, sia i PC che i programmi, e che ci sia meno open source e freeware che per Windows e Linux.

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