Tutti a casa!



Credo che le ultime ore abbiano tolto qualche anno di vita a parecchi politici. Probabilmente vi scandalizzerete, ma io mi sono divertito, e parecchio. Primo perché, a chiunque i vari meccanismi elettorali assegnerano i due rami del Parlamento, si è verificata quella condizione di sostanziale equilibrio che avevo in qualche modo previsto e auspicato. Al di là, infatti, dei vari premi di maggioranza e dei calcoli su base regionale, ragionando solo sul totale dei voti, ne risulta un messaggio estremamente chiaro:

IERI HANNO PERSO SIA PRODI CHE BERLUSCONI

Perché dico questo? Perché se uno dei due avesse veramente convinto gli elettori della bontà del proprio programma e dell’affidabilità del proprio schieramento, dopo aver provato sulla pelle un governo di sinistra e uno di destra in sequenza ed essersi ritrovati con gli stessi problemi di 10 anni fa se non peggio, quel candidato non avrebbe avuto problemi a vincere con un netto vantaggio. Ma il fatto che a decidere chi abbia vinto formalmente siano poche decine di migliaia di voti da una parte e il risultato di una formula quantomeno discutibile dall’altra, dimostra come questa Italia non abbia ritenuto nessuno dei due schieramenti degno di una chiara vittoria.

Come ho già detto, qualcuno probabilmente insorgerà a questo punto con considerazioni del tipo «Ma sei pazzo? Come fai a trovare la cosa divertente? Adesso l’Italia è ingovernabile!» Ingovernabile? Certamente lo è, se ci riferiamo ai due leader che si sono affrontati all’ultimo sangue negli ultimi mesi. Ma che non si possa immaginare un governo per questo Paese, questo lo contesto. Il voto ha chiaramente emesso un verdetto: vogliamo un governo che si occupi di noi e che non che faccia di ogni problema una lotta nemmeno ideologica, ma addirittura combattuta sul piano personale, come purtroppo è stato finora.

Questo è possibile, e senza fare alcuna Grande Coalizione, assolutamente impensabile fra gente che si è scannata fino a ieri in modo così becero e rozzo. Si fa quello che una volta si chiamava Governo Tecnico. Da noi questo in genere significa un governo di ripiego, transitorio, dato che — orrore — i tecnici non sono politici, non possono saper governare! Per me, invece, significa governo di persone competenti. Mettiamo al governo, cioè, una volta tanto, gente che ci capisce, che sa affrontare i problemi perché li ha sperimentati sulla propria pelle, perché fanno parte della loro professione, e soprattutto lasciamoli lavorare per 5 anni.

Gli altri? I politici, piccoli e grandi? Tutti a casa, o almeno a casa quelli che non sono stati eletti alla Camera e al Senato. Che i due rami facciano quello che devono fare, ovvero le leggi, magari mettendosi d’accordo su principi e regole condivisibili, nel caso si vada avanti con due maggioranze. Se poi non ci riescono, pazienza. Si può vivere per un po’ anche senza leggi nuove, anzi, io ne abolirei almeno un paio di centinaia di quelle vecchie, ormai obsolete e a volte addirittura ridicole. Quello che ci serve ora è un Governo competente, capace di traghettare l’Italia fuori dalla crisi, soprattutto in campo economico ed energetico.

Commenti (9) a «Tutti a casa!»

  1. Dario de Judicibus ha detto:

    P.S. C’è molta gente in gamba sia a destra che a sinistra: puntiamo su di loro, puntiamo su chi è competente e lasciamo gli istrioni fuori dal gioco. E parlo sia di Berlusconi, che ha dato mostra di sé così tanto che è inutile persino ricordarlo, ma anche di Prodi e Fassino, perché quando si vince con 25.000 voti di scarto su 40 milioni dopo essersi presentati come i salvatori del Paese, buon senso avrebbe suggerito di essere meno trionfalisti.

  2. d4rkcloud ha detto:

    Sottoscrivo in pieno.

    Quella del governo tecnico potrebbe essere proprio la soluzione migliore.

  3. ricknf ha detto:

    come dicevo nell’altro commento, un pieno fallimento, la mediocrità che si spande come una macchia d’olio nella classe dirigente…

    c’era davvero da esser poco trionfalisti con un risultato che se permetterà di arrivare al 2007 di certo non vedrà il 2008, ed una maggioranza che dovrà davvero sperare sulla buona salute di tutti, visto che un paio di raffreddori affosseranno qualsiasi delibera…

    che dire? è quello che ci meritiamo? forse sì, finche saremo così attaccati ai simbolini ed alle chiacchere invece che guardare alle soluzioni pratiche…

    bah…

    F

  4. Logan71 ha detto:

    Concordo, anche se non credo proprio che avverrà.

    Vorrei tanto che la gente ritornasse ad affrontare sacrifici, senza che questi venissero richiesti o imposti da nessun politichino di turno. E per favore che non mi si venga a dire che gli italiani ne fanno già tanti: i vari Mediaworld, Unieuro, cinema e concessionari di auto sempre pieni di gente che compra e spende mi dà la certezza che l’Italia non è nella m…a come ci vogliono far credere.

    E se invece l’Italia nella m…a ci fosse davvero, allora vuol dire che il 50% della gente non la vede così grigia, oppure gli sta bene così com’è (e non sono tutti Onassis), o che al popolo sta bene far fatica ad arrivare a fine mese per poter andare in vacanza o per poter pagare un tv al plasma (esperienza personale: ho visto un uomo chiedere il pagamento rateale per un televisore al plasma – e io dico: non ti serve per campare; se non te lo puoi permettere, fanne a meno!)

    Sbaglio? Se qualcuno la pensa diversamente, potrebbe rispondermi a modo, senza assalire e insultare come mi è già capitato (purtroppo) su altri blog? Grazie mille.

  5. gattibritish ha detto:

    Logan, in realtà il fatto che la gente spenda non è a mio avviso dovuto al fatto che siamo ricchi, quanto al fatto che nessuno risparmia più. Non conviene. Non è un buon segno: non si pensa più al futuro perché non si ha certezza nel futuro, non si pensa ai figli, perché non se ne fanno più, non si pensa la domani perché non ci si crede.

    La gente vive il presente: nessuno si interessa del fatto che non abbiamo più risorse energetiche e così i condizionatori vanno a ruba; si comprano cose utili o piacevoli, ma mai inutili. Carpe diem.

    Brutto, brutto segno.

  6. Logan71 ha detto:

    Posso capire il ragionamento, anche se non posso essere d’accordo con una visione del genere.

    I nostri genitori (o almeno i miei) provengono da un’epoca in cui non c’era niente, non si aveva niente, se non le proprie braccia e la voglia/necessità di costruirsi un futuro.

    Io non posso e non voglio pensare che tutto debba essere lasciato andare in malora tra un televisore, un cellulare e un’auto nuova, solo perchè la gente non riesce a trovare fiducia nel domani.

    C’è riuscito chi non aveva la certezza di mangiare domani, non possiamo farcela noi? Possiamo avere dei problemi, ma non stiamo morendo di fame….

    Mi sembra assurdo, se non peggio.

  7. Dario de Judicibus ha detto:

    La questione è complessa ma spiegabile. Tuttavia attende alla sociologia e non è facile discuterne in poche righe. La società cambia e questi cambiamenti alterano i valori. Quelli dei tuoi genitori erano diversi da quelli delle ultime generazioni come i loro erano diversi da quelli dei loro nonni. Prima di farne una questione etica, è necessario capire i meccanismi, ma questi hanno sempre una ragione di essere. Attenzione, però: avere una causa non vuol dire che siano razionali, anzi, la maggior parte dei nostri comportamenti ha fondamenta irrazionali alle quali si da una giustificazione pseudorazionale. Tuttavia i nostri comportamenti all’interno di una società possono essere spiegati e studiati.

    Molto, comunque, nasce dall’ignoranza. Ad esempio, pochi sanno che in un sistema che NON sia bipartitico puro (escludi quindi le coalizioni), NON esiste la possibilità di definire una legge elettorale equa. È stato dimostrato matematicamente, ma la maggior parte ha creduto e crede tuttora alla fola del centrodestra e del centrosinistra che ci sono leggi elettorali eque e altre inique. Sono TUTTE inique. Non sapendo questo, votare diventa una questione di fede, non di raziocinio.

  8. giuseppecult ha detto:

    Sono pienamente in sintonia con quello che dici però vorrei farti riflettere sul fatto che sicuramente in Italia non è possibile un governo tecnico per 2 punti essenziali secondo me. 1) il centrosinistra ha fatto una campagna elettorale con la convinzione di aver già vinto e quindi desidera governare in assoluta libertà. Vuole, ed è giusto che sia così, dimostrare cosa sa fare. Lo stesso Prodi lo ha detto a Ciampi..che 2 mesi d’attesa sono troppi.

    2) In Italia personale tecnico-politico è difficle da trovare. In un governo tecnico hai bisogno di persone moderate tra loro e soprattutto capaci di gestire un incarico alquanto complicato. E chi andrebbe al governo?.

    Vorrei inoltre ricordare a tutti ceh queste elezioni sono una sconfitta anche dal punto di vista della giustizia. Avete visto gli scatoloni di voti vicino la spazzatura?. Avete visto le denunce per le persone che mettevano le schede elettorali in tasca? Ho ascoltato un politico dei DS che si è dimesso dal partito perchè ha saputo che D’Alema ha chiamato a Bassolino e gli ha detto: “stiamo sotto di 20000 voti, fai qualcosa assolutamente” e da quel momento sono scomparsi i voti nella città campana. Io non voglio credere a questa voce di corridoio però se è vera (le dimissioni del politico sono reali) stiamo nella m….

  9. Dario de Judicibus ha detto:

    Purtroppo Prodi rischia comunque di dover attendere. Intanto è poco probabile che Ciampi gli dia l’incarico perché non ci sono i tempi. Dopodiché scattano una serie di impegni per il Parlamento che rischiano di creare uan situazione assurda, ovvero che l’attuale Governo possa dover continuare a governare almeno fino a luglio. Cose che succedono solo da noi, purtroppo.

    In quanto alle persone in gamba, ci sono personaggi a determinati livelli che pur esendo tecnici non credo avrebbero problemi ad assumere un incarico politico.

    Dubito che accetterebbe, ma uno di questi è Mario Monti, che sarebbe un ottimo Ministro dell’Economia. Veronesi si è dimostrato un buon Ministro della sanità. Altri potrebbero essere Rubbia, ad esempio, per la Ricerca. Sono sicuro che con un po’ di pazienza se ne troverebbero molti per ogni ministero, magari non noti ai più, ma apprezzati nella loro professione dagli addetti ai lavori.

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