Per chi voterò



Non ho ancora deciso dove esattamente metterò la crocetta sulle due schede elettorali che mi verranno consegnate quando andrò a votare fra poco più di una settimana, tuttavia una cosa l’ho già decisa:

voterò per un partito di una coalizione in una scheda,
e per uno della coalizione opposta nell’altra.

Perché? Fondamentalmente perché dopo aver letto i programmi delle due coalizioni, ascoltate le varie dichiarazioni di molti candidati dei due schieramenti, visto in televisione i vari faccia a faccia fra i principali rappresentanti dei partiti in lizza, ho maturato una serie di convinzioni. Le riporto in ordine sparso.

Nessuno dei due programmi mostra di essere sufficientemente coraggioso da prendere posizioni forti e soprattutto chiare nei confronti, quanto meno, delle maggiori criticità che sta affrontando questo Paese. In moltissimi casi risulta evidente come le tante affermazioni che vengono fatte siano il risultato di pesanti compromessi fra le varie anime che albergano in ognuno dei due schieramenti, cosa che mi fa ritenere che, quando ci sarà da prendere decisioni serie, si perderà un mucchio di tempo a mettere d’accordo le varie parti all’interno della coalizione vincente. Inoltre è chiaro come ogni schieramento sia in questo momento più preoccupato a non scontentare nessuno, per non perdere voti preziosi, che a dire effettivamente cosa intenda fare, il che inevitabilmente porterebbe a seri contrasti con quei gruppi di potere ed economici che invece entrambe le parti cercano di ingraziarsi senza ritegno alcuno.

Non esiste in questo momento un personaggio che per carisma, correttezza morale, chiarezza di idee, capacità di visione e strategica, onestà intellettuale, spicchi su tutti gli altri; i discorsi sono sempre gli stessi, tanto che c’è da chiedersi come sia possibile che persone che comunque hanno avuto il potere di fare, chi al Governo, chi nelle varie sedi regionali, provinciali e comunali, abbiano il coraggio di affermare di voler risolvere problemi che, quando hanno avuto la possibilità di farlo, non hanno saputo affrontare. Ci si dimentica infatti troppo spesso che non esiste solo il Governo Centrale, e che la maggior parte di questi partiti ha già avuto modo di dar prova di sé, se non in ambito nazionale, almeno in quello locale, e i risultati non direi siano stati entusiasmanti; senza contare che non c’è partito, neanche fra i più piccoli, che non abbia avuto esponenti coinvolti in qualche situazione più che riprovevole, per cui il quadro non è dei più allettanti.

Al di là delle chiacchiere che si sentono nelle varie interviste e soprattutto nei confronti — dove spesso i giornalisti hanno dimostrato di non essere quel contraltare forte e affidabile che il mondo dell’informazione dovrebbe rappresentare nei confronti di quello della politica — non si sente realmente nulla di nuovo, tanto che spesso il confronto si riduce a una serie di attacchi personali. Anche qui mi sembra condivisibile il fatto che non si può ricondurre l’intero dibattito a un mero «vogliamo Berlusconi» o «non vogliamo Berlusconi»: questo Paese ha problemi seri e ha poca importanza chi lo governerà se non farà quello che c’è da fare.

Chiunque vinca, se vince tutto, farà quello che vorrà, e lo farà più sulla base di equilibri interni alla coalizione che in base alle necessità del Paese. Esistono solo due modi per mandare un segnale forte a questa classe politica:

  1. il primo è quello di votare scheda bianca o annullare la scheda;
  2. il secondo è quello di votare entrambe le coalizioni, una per scheda.

Il primo metodo avrebbe un forte impatto emotivo. Immaginate, non il dieci o il trenta, ma l’ottanta, il novanta percento di schede annullate con sopra un grosso BASTA scritto con la matita copiativa. Elettori che non sono andati al mare, che sono cioè sì andati a votare, ma che hanno scelto di non votare per uno qualunque dei partiti in lizza. Un voto consapevole, quindi, di impegno, non di rinuncia. Sarebbe un colpo incredibile per tutti quei palloni gonfiati che si pavoneggiano in TV. Purtroppo in Italia la politica si colloca a metà strada fra la religione e il tifo calcistico: è sostanzialmente un atto di fede o una questione di tradizione familiare. Quindi sarebbero pochi ad avere il coraggio di fare questa scelta e, se non si dovessero avere almeno il settanta o l’ottanta percento di schede nulle, il messaggio non avrebbe alcuna rilevanza. Inoltre, con questo approccio, rimarrebbe il problema di chi far governare.

Il secondo metodo è più realistico, sempre che l’idea circoli abbastanza in fretta e venga portata all’attenzione dell’opinione pubblica. Ognuno vota alla Camera il partito e la colaizione che preferisce, come avrebbe fatto comunque. La Camera dei Deputati ha una visibilità maggiore del Senato nell’opinione pubblica, e chi vince alla Camera potrebbe ragionevolmente ottenere dal Presidente della Repubblica l’incarico di governare il Paese. Tuttavia, se ognuno di noi votasse al Senato un qualsiasi partito della coalizione opposta, otterremmo ben due vantaggi: il primo, quello di creare un maggiore equilibrio fra i due schieramenti, dato che nessuna legge può essere approvata se non passa sia per la Camera che per il Senato; il secondo, la possibilità di alterare nel modo che riteniamo più opportuno l’equilibrio all’interno dello schieramento opposto.

Facciamo un esempio: l’elettore X ha sempre votato centrosinistra e, ovviamente, voterà per Prodi. Tuttavia, essendo cattolico, decide di votare per la Margherita alla Camera. Contemporaneamente, al Senato, vota per il partito di Casini, rafforzando così la componente cattolica all’interno dello schieramento opposto e riducendo l’influenza di Forza Italia nello stesso. Strategicamente è una scelta estremamente coerente. Altro esempio: l’elettrice Y è di destra e ha sempre votato Alleanza Nazionale, per cui vota per il partito di Fini pure questa volta, ma solo alla Camera. Al Senato vota per Bertinotti, perché di fatto su certe questioni c’è, per assurdo, una maggiore convergenza fra AN e Rifondazione Comunista che fra AN e i suoi alleati. Anche qui: doppia scelta, ma ragionata. E di esempi così se ne potrebbero fare tanti. Il risultato finale sarebbe comunque quello di forzare i due schieramenti a lavorare insieme, almeno sui problemi più importanti. Forse ci vorrà di più a far passare una singola legge, ma ci sono a questo punto buone probabilità che si tratterà coomunque di una legge più tecnica, meno politica o ideologica, dato che dovrà soddisfare il punto di cvista di tutte le parti: veramente bi-partisan, come va di moda da alcuni anni dichiarare.

E se non lo fanno? Se non si mettono d’accordo?

Allora avremo una situazione di immobilismo che si potrà concludere solo con lo scioglimento delle Camere. Dovremo cioè tornare a votare, ma questa volta consapevoli di quanto imbelli, inaffidabili e stupidi siano stati coloro che abbiamo votato in precedenza, bambini capricciosi capaci solo di puntare i piedi e lamentarsi. Questo aprirà la porta a nuove possibilità, nuovi individui, nuove coalizioni. Un cambio generazionale che forse porterà alla comparsa di uno, o ancora meglio due veri statisti, persone di spessore quali non se ne vedono più dall’epoca della Prima Repubblica che, con tutti i difetti che aveva, ha saputo darci uomini politici di ben altra consistenza.

Commenti (31) a «Per chi voterò»

  1. settolo ha detto:

    Mi spiace, e mi spiace scriverlo qui pubblicamente, ma sono assolutamente sbalordito. Spero tu stia scherzando.

    L’idea di annullare le schede è vecchia di vent’anni. In un certo periodo, la maggior parte di quelli che volevano annullare le schede hanno votato lega, questo prima che crollasse la DC e ci fosse mani pulite. E qualche bella scheda con scritti insulti vari la si è sempre trovata.

    Per quanto riguarda votare due schieramente diversi e sperare in un accordo tra schieramenti o nell’immobilismo, non vedo cosa potrebbe esserci di peggio.

    Mi sembrerebbe come riconsegnare l’Italia in mano ai vecchi democristiani: altro che nuovi statisti, sarebbe come dare il potere a casini, mastella, follini, rutelli & co., tutti insieme nel caro vecchio calderone di centro. Immobile per altri vent’anni.

    Abbiamo impiegato una vita a liberarci del partitone bi-bartisan e tu lo vuoi reintrodurre? Capisco che sia molto di moda oggi, ma rabbrividisco all’idea.

    La democrazia poggia sull’alternanza.

    Sei per caso di CL? Ciao, comunque grazie del messaggio privato.

  2. giuseppecult ha detto:

    Questo è un metodo di voto che ha semplicemente un solo obiettivo:

    “MANDARE A PUTTANE LA DEMOCRAZIA”. Boigottare le elezioni significa non dare l’opportunità al paese di esprimere una preferenza. Darne addirittura due vuol dire criticare un intero sistema politico che poi rappresenta lo STATO…quindi vuol dire CONTESTARE IL TUO STESSO STATO. Non la vedo una cosa tanto ottimista dato la brutta situazione in cui l’Italia “galleggia”.

  3. _Maxime_ ha detto:

    Purtroppo l’unico modo di PROTESTARE è quello di ANNULLARE la scheda, visto che qualunque sia la preferenza, il voto finirà per favorire l’uno o l’altro candidato PREMIER. E sinceramente, tra i due, non riesco a decidere quale sia il migliore (o meglio, il meno peggio). Ci fossero stati partiti slegati dalle coalizioni, il voto di protesta sarebbe stato possibile senza annullare la scheda. E da questo punto di vista condivido quello che dice dejudicibus.

  4. GroudyBlue ha detto:

    Annullare la scheda è certamente una protesta lecita, ma comunque non credo si arrivi a qualcosa,non sarebbe coerente, peggiorerebbe la situazione.

    è vero che Prodi e Berlusconi non siano due uomini politici di carisma e svolta sono pienamente d’accordo ma non votare per niente non risolverebbe nulla. Se con la nostra immaginazione arrivassimo a pensare che non ci fosse un premier, né una maggioranza né un’opposizione saremmo in totale anarchia e già l’Italia è una baraonda di per sé… ci vuole un cambiamento forte, ci vogliono facce nuove, il problema è che se noi ci disinteressiamo alla res pubblica con un atteggiamento da scheda nulla la politica si allontanerà sempre di più dalle nostre sfere e allora addio politica che si rinnova!!

  5. Quiproquodotcom ha detto:

    La tua idea sarebbe geniale se non fosse che in caso di piena parita’ (camera a una coalizione e senato all’altra) nessuna legge verrebbe piu’ approvata e con buona probabilita’ dovremmo tornare a votare.

  6. Dario de Judicibus ha detto:

    Settolo, come ho già detto la prima idea è improponibile. Non così la seconda. In effetti, forse non te ne sei reso conto, ma sono sicuro che lo sai, è quello che succede spesso nelle repubbliche presidenziali, dove si elegge da una parte il Parlamento e dall’altra il Primo Ministro o il Presidente (vedi Francia o USA). In quel caso succede spesso che il Parlamento vada ad uno schieramento e il Governo all’altro e la cosa funziona benissimo. Dato che nella mia proposta, chi vince alla camera ha anche il Governo, credo sia importante introdurre un elemento equilibrante dando il Senato all’opposizione.

  7. Dario de Judicibus ha detto:

    Giuseppe. io non sto contestando lo Stato, ma l’attuale classe politica. Quello che propongo è un modo per costringere gente che NON ha la capacità di gestire il potere se lo ha in mano completamente, di confrntarsi con un elemento equilibratore come succede in quei Paesi dove il popolo vota SEPARATAMENTE Parlamento e Governo. Il sistema funziona egregiamente. Non facciamo i soliti italiani che dicono: «Ah, ma da noi queste cose non potranno funzionare mai!»

  8. Dario de Judicibus ha detto:

    _Maxima_, GroudyBlue, vorrei far presente che la mia proposta è la SECONDA, non l’annullamento della scheda.

    Quiproquodotcom, forse all’inizio si farebbero ustruzionismo a vicenda, ma ti assicuro che già alla seconda legge inizierebbero a collaborare. Si è visto bene in Francia e negli USA cosa succede in questi casi, e non credere che da loro la politica sia più onesta e cortese che da noi.

  9. settolo ha detto:

    > è quello che succede spesso nelle repubbliche presidenziali

    > […] (vedi Francia o USA).

    Quelli sono paesi fortemente bipolari. In Italia, l’effetto non sarebbe quello che dici tu, ma spaccare le attuali coalizioni per formarne una nuova che possa avere la maggioranza in entrambe le camere (centrista, ovviamente). E sono tutti lì che sperano che accada esattamente questo, non ho dubbi, esattamente le stesse persone che tu vorresti contestare con la tua idea.

    Inoltre, hai puntualizzato bene la differenza: quelle sono rep. presidenziali. Qui il presidente non è votato, ma scelto dalle camere. GROSSA differenza.

  10. Dario de Judicibus ha detto:

    settolo ha detto: «Quelli sono paesi fortemente bipolari.»

    Concordo, ma non sono poi così sicuro che l’effetto possa essere quello da te ipotizzato. Piuttosto si potrebbe arrivare a un’accelerazione del processo di transiziona da coalizione a partito unico in entrambi gli schieramenti, il che ci porterebbe a essere anche noi fortemente bipolari.

  11. Dario de Judicibus ha detto:

    Riporto un commento di un mio amico ch eho ricevuto via posta elettronica (per correttezza non riporto il nome):

    «Dario, se anche posso essere in sintonia con te, avrei delle difficoltà a pubblicare un invito al boicottaggio.

    Devi aspettarti delle risposte polemiche, come in effetti sono arrivate.»

    La mia risposta.

    Se è così, allora sono stupito da quanto la gente possa leggere in modo disattento un articolo. Non c’è alcun punto nel mio articolo che propone il boicottaggio. C’è solo un punto nel quale illustro l’impatto che potrebbe avere un’elevata percentuale di schede nulle in queste elezioni. Non si tratterebbe comunque di boicottaggio, quanto piuttosto di un segnale forte di cambiamento.

    La mia proposta, comunque, è COMPLETAMENTE DIVERSA e ed è intesa a garantire come Parlamento e Governo vadano ognuno ad uno degli schieramenti, cosa mai avvenuta in Italia, ma che avviene in tutti quei Paesi nei quali si votano separatamente i due poteri.

    Forse qualcuno se l’è dimenticato, ma i tre poteri dello Stato dovrebbero essere indipendenti. Il fatto di legare il Governo a chi vince le elezioni alla Camera comporta una dipendenza che contrasta con tale principio. La mia proposta — lo ripeto — è di votare come avreste comunque votato per la Camera, ma di scegliere per il Senato un partito dello schieramento opposto. Se c’è, la forza politica che in quello schieramento sentite più vicina.

    Ora, dov’è in questo il boicottaggio? Semmai sto cercando di rompere quello schema provinciale tipico del nostro Paese che vede nel voto una sorta di contrapposizione di fedi, piuttosto che una scelta consapevole legata strettamente al quadro politico contingente.

  12. animasalva ha detto:

    In realtà la differenza tra i due schieramenti è netta, nettissima. Da una parte c’è un impegno politico (dove per politico si intende appunto il persegumento del benessere della polis), dall’altro un acceso populismo teoconservatore. Ti consiglio di leggere con più attenzione i programmi (anche se per la CDL in realtà si tratta piuttosto di un insieme di dichirazioni: un programma vero e prorpio non c’è).

    Non si tratta di scegliere se consegnare l’Italia A Berlusconi o Prodi. Attualmente solo 1) se Prodi vince e 2) se rispetta i suoi impegni l’Italia potrà riprendere a crescere e sostenere giovani e anziani verso un’aspirazione di serenità. Ovviamente sul secondo “se” non possiamo fare nulla. Ma sul primo possiamo fare tutto.

  13. Dario de Judicibus ha detto:

    Non sono d’accordo. Ho letto il programma di Prodi e non lo trovo assolutamente adatto a risolvere i problemi del Paese. Si legge chiaramente tra le righe il risultato di un lungo lavoro inteso a non scontentare nessuno, a ingraziarsi comunque i vari gruppi di potere, come gli ordini professionali o gli industriali. Manca totalmente la questione delle separazioni e dell’affido condiviso, manca una politica seria per la famiglia al di là di inutili ideologie, manca una strategia economica sostenibile e una politica energetica veramente efficace. Troppe anime nel centrosinistra, forse persino più di quelle che ci sono nel centrodestra.

    Da qui a dire votiamo Berlusconi però ce ne passa, né intendo sprecare il mio voto su un partito minore. Ecco perché voterò ENTRAMBI gli schieramenti, puntando su uno ma lasciando un margine di potere all’altro.

    Io non ho la minima fiducia né in Berlusconi né in Prodi: non guardare alla base, guarda ai vertici. Sono più simili di quanto vogliano far credere. Ognuno ha il suo entourage e l’ultima cosa che voglio è che uno dei due abbia il potere assoluto. Abbiamo già visto cosa succede quando uno piglia tutto.

    Non voglio rivedere lo stesso gioco al contrario e sono sicuro che avverrà, chiunque vinca. Mi spiace, ma la differenza è solo di facciata: gente in gamba, onesta, ce n’é sia a destra che a sinistra, e ho avuto modo di conoscerne qualcuno. Ma la maggior parte dei politici è gente di cui non ti puoi fidare, e anche di questo ho esperienza diretta.

  14. animasalva ha detto:

    “voterò ENTRAMBI gli schieramenti, puntando su uno ma lasciando un margine di potere all’altro”… ma se non ti piace nessuno perchè non ti astieni? Invece li voti entrambi. Mi spiace dirti che il tuo tentativo di sfuggire al qualunquismo non mi convince affatto. Il programma, ti ripeto, non è quello che faranno, ma è quello che promettono per motivi elettorali. Nel caso della CDL persino le promesse sono contradditorie (vedi il mio ultimo post). Secondo me devi dare fiducia a uno schieramento, se vuoi protestare non votare!

  15. giuseppecult ha detto:

    Capisco perfettamente la contestazione alla classe politica ma, non per fare i soliti italiani del “qui non funziona mai niente”…ti immagini una destra in parlamento che promulga riforme e leggi una continuazione ed al senato una sinistra (coalizione del NO) che le annulla tutte. L’Italia è già nel caos, così sarebbe ancora peggio. Io non contesto assolutamente la tua posizione; sono contro il modo con il quale la vuoi dimostrare.

  16. Dario de Judicibus ha detto:

    …ma se non ti piace nessuno perchè non ti astieni?

    Perché l’astensione non ha alcun significato. Non determina i rapporti di forza. Se voto entrambi gli schieramenti, ovviamente uno per scheda, ottengo diversi risultati:

    1. indico quale schieramento vorrei avesse la maggioranza alla Camera e quindi dovrebbe ricevere l’incarico di fare il Governo

    2. indico nello schieramento che andrà al Governo quale partito a mio avviso dovrebbe avere più peso, e quindi influisco sui rapporti all’interno dello schieramento vincente

    3. indico quale schieramento, pur all’opposizione, dovrebbe a mio avviso avere la maggioranza nel Senato, soprattutto in vista di una riforma che ponga il Senato quale ente di controllo e non più istituzione legiferatrice

    4. indico nell’opposizione quale partito a mio avviso dovrebbe avere maggior peso

    Ovviamente il mio voto è solo uno, ma è chiaro che chi vota DEVE farlo assumento che la sua scelta sia coerente, senza pensare che, se non seguita da altri, è del tutto ininfluente, altrimenti cesserebbe di aver senso lo stesso votare.

  17. Dario de Judicibus ha detto:

    ti immagini una destra in parlamento che promulga riforme e leggi una continuazione ed al senato una sinistra che le annulla tutte

    Certo che me la immagino. E secondo te quanto dura prima che le anime moderate di entrambi gli schieramenti, supportate dall’opinione pubblica nei cui confronti stanno facendo una figura meschina, si mettano d’accordo stabilendo un gentlemen agreement per superare l’impasse.

    Questa classe politica va educata e solo un rapporto di forze pari può farlo. Esiste un precedente nella guerra fredda fra USA e URSS: quello che ci ha salvato da una catastrofe è stata un’impasse dovuta a un rapporto di forze più o meno equilibrato che li ha costretti alla fine a collaborare. Magari ci fosse ancora un aantagonista forte all’USA. Il pericolo è quando il potere è tutto in mano a uno solo. Si arriva alla tirannide, che se ti ricordi, nell’antica Grecia, non designava necessariamente un regime dispotico, anzi, poteva essere molto illuminato, però sempre assoluto è.

  18. giuseppecult ha detto:

    Non sono daccordo con questa visione “troppo ampia” della situazione. Stiamo parlando di Italia non di USA ed URSS. E’ giusto il ragionamento che fai ma in Italia non è possibile arrivare ad una “dittatura” (lo dici a mio parere molto tra le righe, però lo pensi) perchè non si raggiungerà mai una maggioranza piena. La dimostrazione è la grande incertezza del risultato elettorale.

  19. AlePec ha detto:

    Un pareggio tra i 2 schieramenti a mio parere è qualcosa di molto pericoloso, il danno per l’italia sarebbe gravissimo, una fase di impasse che durerebbe per un anno minimo, il governo bloccato, il rischio riguardante l’economia, la sanità, l’istruzione. Si ritornerebbe alle elezioni in autunno, con una campagna elettorale e un clima che sicuramente non miglioreranno come già sta succedendo e con tantissimi soldi (dei contribuenti) sprecati le elezioni del 9/10 Aprile (purtroppo le spese della campagna elettorale vengono AMPIAMENTE rimborsate dallo stato , il finanziamento ai partiti c’è sempre).

    Forse la penso in modo esagerato ma per me è catastrofico un pareggio. Comunque vedendo i simboli delle img fac simile fa impressione vedere la scritta MUSSOLINI primo simbolo di quella coalizione 😀

  20. Montlygirl ha detto:

    A me invece sembra un aroposta molto sensata, anche e sopratutto perchè nessuno dei due rapresentanti delle rispettive coalizioni può fregiarsi nè di qualità umane, nè di qualità carismatiche tali da prevalere sul diretto concorrente.

    E’ inoltre mia idea che se la sinistra andrà alla Camera – e dunque al potere – fosse solo per dimostrare le sue “capacità”, ne farà un’arte quella di dismettere APRIORI tutte le innovazioni e le leggi finora promulgate dalla destra… e tutto sommato, non credo che alcune di queste leggi siano state poi così negative per l’Italia. Ritengo perciò necessario creare una forma di contraltare e di “difesa” del lavoro pregresso della coalizione attualmente al potere, e dal mio punto di vista penso he darò una opportunità alla sinistra di andare al governo, ed alla destra di monitorare il suo operato.

  21. Dario de Judicibus ha detto:

    Grazie, Montlygirl. In effetti credo che farò anch’io così: voterò un partito di centrosinistra alla Camera (ma non DS) e quindi, probabilmente, al Governo, e uno di centrodestra al Senato (ma non Forza Italia). Credo anche che se rafforzassimo alcuni dei partiti minori, avremmo maggiore equilibrio nei due schieramenti.

    Dobbiamo mandare loro un messaggio: basta protagonismi, più lavoro di squadra; basta legiferare CONTRO, ma fare le leggi PRO qualcosa o qualcuno. Insomma, non si può andare avanti a contrastarsi a vicenda solo perché quella legge l’ha proposta Tizio o Caio, ma bisogna ragionare sui contenuti.

  22. animasalva ha detto:

    vabbè, mi astengo dal leggere questo blog

  23. Dario de Judicibus ha detto:

    La cosa buffa è che nessuno sembra accorgersi del problema che sta alla base di tutto ciò e cioè la correlazione forte che nel nostro Paese esiste fra potere legislativo ed esecutivo alla faccia della presunta indipendenza dei due sancita dalla Costituzione.

    In pratica si dà per scontato che chi vince le elezioni per il PARLAMENTO debba anche governare. Ma questa è un’anomalia in un sistema democratico. I due poteri dovrebbero essere il risultato di due consultazioni differenti, come avviene in USA o in Francia. Non è infatti detto che io debba volere all’esecutivo la stessa coalizione che voglio in Parlamento. Quelo che mi stupissce è che tutti lo diano per scontato.

  24. AlePec ha detto:

    I vota i 2 partiti dei pensionati aeuhaeuh

  25. mc2033 ha detto:

    Ci sarebbe voluto qualcuno abbastanza potente e carismatico da andare in tv, non da politico, magari uno come Celentano, che per tutto il tempo della campagna elettorale avesse invitato la gente a scrivere sulle schede “nessuno dei suddetti”… 🙂

  26. rizia ha detto:

    Per chi toglierà l’ICI dalla prima casa, per chi in questi ultimi 5 anni non ha fatto aumentare le tasse di 1 solo centesimo, ma ci ha dato anche qualcosa, per chi, per la prima volta in Italia dal tempo di De Gasperi, ha saputo mantenere un governo per tutta la durata della Legislatura.

    E se ti pare poco….

  27. Dario de Judicibus ha detto:

    Sono troppo vecchio per credere in quelli che sanno vendere e vendersi, troppo giovane per accettare che lo facciano.

  28. Nonostantetutto ha detto:

    E’ tutto molto giusto ma Berlusconi va fermato.

    Rob.

  29. Dario de Judicibus ha detto:

    Rafforzare comunque, indipendentemente da chi si vota, partiti di destra alternativi a Forza Italia, è un ulteriore modo di farlo, no?

  30. ricknf ha detto:

    mio caro dario, purtroppo quello che tu dici è vero.

    non sono però d’accordo sulle soluzioni, che a mio modo di vedere mancano sostanzialmente.

    ci troviamo a scegliere tra due persone di 60 anni quando l’economia mondiale viaggia su internet.

    ci troviamo a discutere di comunisti e fascisti che sono ideologie morte e sepolte da decine di anni: parliamo di guelfi e ghibellini giacchè ci siamo…

    sono spiacente per tutti ma la democrazia ha fallito.

    non è mai stata un metodo ideale per la gestione di un paese la cui popolazione sia superiore a quella di un paesone, e guarda un po’ è proprio nei paesoni-città dell’antica grecia che è nato.

    è fallimentare in tutto l’occidente, anche se persino nel fallire c’è chi è più capace e chi meno, ed in italia anche nel fallire non primeggiamo…

    sto scrivendo un libello al riguardo, ti chiederò un parere al riguardo, quando sarà pronto se per te va bene…

    tornando alle contingenze, la scelta tra il perseverare in una mediocrità sbandierata e l’assistere a un “nuovo” continuo litigio, a 5 anni di disfacimento di quel poco che si è fatto solo perchè l’hanno fatto gli altri, ad una continua accozzaglia di interessi, è a dir poco drammatica.

    tra pochi minuti per fortuna sarà tutto finito, ma comunque vada noi non avremo davvero da gioirne…

    F

  31. Dario de Judicibus ha detto:

    Interessante: lo scarto al Senato è parecchio diverso di quello alla Camera: sembra che molti che hanno votato centrosinistra alla Camera abbiano poi votato centrodestra al Senato… forse non sono stato l’unico a pensare di fare così (non pretendo che la mia proposta, seppure riportata su vari forum, abbia avuto una qualche rilevanza, ovviamente).

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