Manteniamo le distanze!



Vi è mai capitato di trovarvi in autostrada, o comunque su una strada a scorrimento veloce, magari durante un sorpasso, e di accorgervi guardando nello specchietto retrovisore di avere un’altra macchina praticamente attaccata al paraurti posteriore della vostra vettura?

A me, ogni tanto, capita. Proprio qualche giorno fa stavo sorpassando un’altra auto sul G.R.A. di Roma a una velocità di circa 100 chilometri all’ora, quando mi sono accorto di avere una Lancia color argento praticamente a un paio di metri o meno dal retro della mia vettura. Ovviamente, appena possibile, sono rientrato per lasciar passare quell’idiota, un tizio abbastanza giovane, con accanto una donna e sul sedile posteriore, in piedi a chiacchierare con la madre, una ragazzina che avrà avuto meno di dieci anni, ovviamente non legata con la cintura. Quell’uomo, più che un idiota, è un criminale.

Quando si sente alla televisione dei tanti incidenti stradali che funestano il nostro Paese, di solito i giornalisti puntano il dito sull’alta velocità o sullo stato di ubriachezza. In realtà la causa più frequente di incidenti sulle strade a scorrimento veloce è la mancanza del rispetto della distanza di sicurezza. La velocità in sé, infatti, non è pericolosa. Lo diventa se è sproporzionata al tratto stradale che stiamo percorrendo e se è troppo elevata per il mezzo che stiamo guidando: una macchina di elevata cilindrata, dotata di ABS ed ESP, che va a 160 su un’autostrada, come è frequente ad esempio su quelle tedesche, corre meno rischi di un’utilitaria lanciata a 70 all’ora in una strada statale tutta curve e delimitata ai lati da due file di alberi, condizione frequente nell’entroterra del nostro Paese. In quanto al bere, seppure molto comune fra i giovani soprattutto il sabato sera, non è certo la causa principale degli incidenti che avvengono la mattina o il pomeriggio nei giorni feriali. Semmai, in quei casi, ha una maggiore responsabilità la stanchezza, soprattutto per chi usa molto la macchina per lavoro.

Resta il fatto che quasi mai si parla di distanza di sicurezza. D’altra parte basta fare un giro su una qualunque tangenziale cittadina o su una qualche autostrada per rendersi conto quanto poco tale distanza sia rispettata. In genere è sufficiente lasciare un minimo di spazio fra la nostra macchina e quella che ci precede perché qualche furbacchione vi si infili di volata riducendo di colpo la vostra distanza di sicurezza della metà.

Ma quale deve essere questa distanza, e perché? Innanzi tutto è bene precisare che non esiste una formula sicura per calcolarla. Essa, infatti, dipende da molti fattori. Fondamentalmente l’obiettivo è quello di evitare la collisione nel momento in cui il veicolo che ci precede riduca drasticamente la velocità. Quest’ultima è quindi il primo parametro da prendere in considerazione. Ci sono poi da tenere presenti le condizioni della strada, la visibilità, la vostra capacità di reazione e lo stato dei pneumatici. Tutti elementi che variano da caso a caso. In pratica, alla fine, decidere quanta distanza mantenere dal veicolo che ci precede è una questione di esperienza. Alcune considerazioni, possono essere fatte e le trovate in questo articolo pubblicato su Sicurauto.it. In pratica, in condizioni ottimali, con un’auto in perfette condizioni e in una situazone di guida attenta, con i riflessi pronti, già a soli 50 chilometri all’ora vi ci vorranno almeno 25 metri per evitare l’auto che avete davanti. A 100 chilometri all’ora la distanza minima sale a ben 71 metri e a 130 arriva fino a 108 metri. Di fatto, se state appiccicati al veicolo che vi sta davanti, basta un nulla per ritrovarvi a volare sulla sua testa in perfetto stile da telefilm poliziesco. Solo che questa volta non è una finzione e il morto ci scappa sul serio.

Per concludere, vediamo di chiarire una cosa: sono 651 gli incidenti che avvengono in media ogni giorno sulle strade del nostro Paese e che causano ben 18 vittime e 925 feriti, molti dei quali con conseguenti invalidità permanenti più o meno gravi. In pratica, se consideriamo i soli morti, sono più di un quarto di quelli causati in Iraq dalla guerra. Dall’agosto 2004 al maggio 2005, infatti, sono morti in Iraq presumibilmente — nessuno conosce le cifre esatte — circa 20.000 civili. Questo vuol dire circa 66 civili al giorno. Un incidente come quello dell’ATR 72 caduto al largo di Palermo ha fatto 13 vittime e se ne parla per settimane. In questo stesso momento, mentre voi leggete queste righe, altre 18 persone si sono aggiunte all’elenco delle vittime di incidenti stradali rispetto alla stessa ora di ieri. Eppure questo fatto non fa notizia. Può fare notizia il singolo incidente, un eventuale maxitamponamento su una tangenziale, ma a questo continuo stillicidio di vite umane ci siamo assuefatti quasi che si tratti di un prezzo del tutto accettabile da pagare per il fatto di usare l’automobile o di una sorta di tributo al fato, inevitabile come le vittime di un cataclisma naturale in una zona densamente popolata.

Eppure non è così. Quei 18 morti al giorno, quei 925 feriti, non sono assolutamente inevitabili. Se facessimo più attenzione alla distanza di sicurezza, se evitassimo di infilarci a zig-zag in mezzo al traffico, sfruttando ogni minimo spazio per guadagnare qualche metro, se incominciassimo ad usare tutti la cintura di sicurezza, anche sui sedili posteriori, legando soprattutto i più piccoli, quelle cifre calerebbero drasticamente. Tutto ciò non va fatto per paura di perdere qualche punto sulla patente, ma per rispetto alla vita, nostra e degli altri. Insomma, pensateci un momento: ma se domani, magari perché vi siete appiccicati con il muso della vostra auto a quello che vi sta davanti, causaste un incidente e a morire fosse una bambina di pochi anni, come vi sentireste? Pensateci bene, perché è quello che rischiate succeda ogni qual volta vi comportate come quell’idiota del quale ho parlato all’inizio di questo articolo. Non vi potrà andare sempre bene, sapete? È solo una questione di statistica. Prima o poi succederà e allora sarà troppo tardi per rimediare. Pensateci ora.

Commenti (7) a «Manteniamo le distanze!»

  1. ricknf ha detto:

    ecco finalmente chi dice le cose come stanno.

    la velocità elevata, il chiaccherare col vicino, lo smanettare con l’autoradio, sono tutte pippe.

    l’unica reale causa della stragrande maggioranza degli incidenti stradali e della quasi totalità di quelli in autostrada è il mancato rispetto della distanza di sicurezza.

    qualunque errore si può rimediare avendo lo spazio necessario.

    andare a 180 kmh non è pericoloso in sè, quanto perchè i pilotoni del caso continuano a credere di andare a 50…

    io ho risolto il problema: appoggio con decisione il piede sul freno….

    l’ultima volta ho visto un bmw diventare piccolo piccolo nello specchietto molto rapidamente…

    …mi ha raggiunto di nuovo molti molti chilometri più avanti: scommetto che avrà riconsiderato la questione delle distanze…

  2. Dario de Judicibus ha detto:

    In effetti sarebbe utile avere un pulsantino che attiva gli stop senza dover premere il freno, tanto per ridurre al minimo il rischio di collisione. Fare prendere un paio di infarti ai tizi in questione non è un’idea malvagia.

  3. ricknf ha detto:

    ci ho provato: ma se appena appoggi il piede, tanto per far solo accendere le luci, non si squassano sempre…

    magari son lì che pensano “guarda frena pure! che rompiscatole”…

    no no! devono proprio vedere la macchina davanti che si accuccia sulle ruote anteriori, e cominciare a leggere la marca delle plastiche dei fanali dietro…

    allora si attaccano all’abs esp casp cozz rasp fanc…

    devi dare una pestatina, giusto un attimo, ma con decisione…

    poi se c’è la collisione pazienza: loro sono dietro, loro pagano. a me è sembrato di vedere un gatto che mi attraversava la strada, ho dovuto frenare, mi spiace. purtroppo la macchina era nuova, ho anche molto male al collo, sto facendo tardi al lavoro e certamente il mio capo mi farà pagare il ritardo e magari rischio pure il posto: temo proprio che dovrà ripagarmi tutto sa? peccato per la sua jaguar fiammante… eh, ERA proprio bella la sua porsche…

    amoree? si ciao, sono io, senti tieniti libera la settimana prossima che andiamo a scegliere il mercedes nuovo… come? si ho fatto 13…

  4. utente anonimo ha detto:

    In germania si possono permettere le autostrade senza limiti. Come mai? Semplice! Rispetto estremo delle distanze di sicurezza.

    Tre giorni fa ho provato queste autostrade. Andavo a 180kmh con punte di 220kmh. Davanti a me e dietro di me una fila di auto. Tutte a distanza di sicurezza tra di loro.

    In Italia non potremmo avere autostrade senza limiti: chissà quanti incidenti avremmo…

  5. Dario de Judicibus ha detto:

    Giusto. Inoltre in Germania la regola è che chi si trova già sulla corsia di sorpasso ha la precedenza su chi vi si vuole immettere. Invece, in Italia, la precedenza ce l’ha chi si immette, se è abbastanza veloce da tagliare la strada a chi sta arrivando e, ponendovisi di fronte, se venisse tamponato avrebbe ragione.

    Il che dimostra che se noi italiani si è un po’ indisciplinati nella guida, è anche vero che un ritocco al Codice della Strada potrebbe aiutare.

    Ad esempio, perché così tante rotatorie in Italia non prevedono la precedenza a chi è già dentro la rotatoria? Basterebbe istituire un segnale speciale a indicare la rotatoria e stabilire nello stesso Codice che nelle rotatorie la precedenza ce l’ha chi viene da sinistra invece che da destra.

  6. Aribandus ha detto:

    ricknf, sì hai ragione, però corri non solo il rischio di non risolvere il problema, ma di creare l’incidente che vorresti evitare. Se l’idiota dietro è distratto… non vale la pena rischiare. Anche perché rischi tu, lui e i malcapitati nelle vicinanze.

    Caso mai rallentare, rallentare e rallentare ancora. Poi alzare la mano destra con le dita unite, portarla ritmicamente nelle vicinanze dell’orecchio e pronunciare, lentamente e a larghe ‘boccate’, la frase “ma che cxx vuoi?”.

    In realtà per questi delinquenti ci vorrebbe una denuncia per tentato omicidio colposo (=idiota).

    Abbiamo molto da imparare dai tedeschi.

    Scusate, “avremmo”.

    La colpa è anche del nostro DNA, perché se prima di tutto fosse lo stato a imporre il rispetto delle regole, sarebbe tutta un’altra cosa. Però è anche vero che non ci sono regole sufficienti. Sempre per colpa del nostro DNA.

    Poi è anche vero che chi è incaricato di far rispettare le regole, vedi Polizia e Vigili, le infrange spesso e volentieri.

  7. ricknf ha detto:

    ma io non voglio affatto evitarlo l’incidente!

    se il pirla non mi viene addosso io non posso spillargli lo stipendio per il resto dei suoi giorni accampando malesseri trentennali dovuti senza ombra di dubbio a quel vecchio unico incidente con terribile colpo di frusta che ancora mi perseguita…

    :))

    dej, al riguardo delle rotatorie, la norma è come dici tu dal 92, anno in cui sono state adottate le rotatorie alla francese, o più internazionalmente, all’europea.

    da allora infatti qualunque incrocio nel cui centro è posto un delimitatore di posizione (posizione del centro dell’incrocio stesso) diventa automaticamente una rotatoria(cosa largamente adottata per esempio in gran bretagna..), ed in queste come nelle rotatorie classiche la precedenza è di chi la occupa, dovendo tutti quelli che vi si immettono cedere il passo.

    tutto ciò tranne i casi in cui non sia diversamente segnalato.

    purtroppo fino al 92 noi avevamo la genialata che per rispettare la precedenza a destra, chi si trovava all’interno doveva lasciare il passo a chi vi si immetteva (rendendo il meccanismo una vera fabbrica di ingorghi…): in alcune zone, particolarmente ho visto nel nord est, le segnaletiche non sono state adeguate, e restano dunque quelle frescacce.

    per di più, gli automobilisti un po’ più anzianotti, avendo preso la patente col vecchio sistema, non sempre si sono aggiornati, per cui capita spesso che ti si inchiodino a metà rotatoria anche quando hanno la precedenza.

    tutto ciò non fa che confortare la mia idea che le patenti siano date nella maniera sbagliata. per evitare traffico, smog, incidenti, costi sociali inaccettabili bisognerebbe avere:

    -patente a numero chiuso: una patente ogni 100 mila abitanti (considerando che io ne ho 4, a, b, d, kd, avrei buone probabilità di trovare parcheggio in metà regione…)

    -ogni anno visita medica obbligatoria, e mica solo “ci vede? bene, arrivederci”. per le visite del brevetto di volo di ribaltano come un calzino ed hai certamente meno possibilità di ammazzare qualcuno…

    -ogni 6 mesi check di emergenza: un ora con un istruttore di guida sicura, verifica di capacità di controllo del mezzo, frenata di emergenza, slalom, sovrasterzo e sottosterzo. ti si bagna la macchina in frenata contro il muro d’acqua? peccato, la patente la venga a riprendere tra due anni…

    è ovviamente una provocazione, ma di certo in italia prendere la patente è una buffonata ed una volta che ce l’hai è un titolo nobiliare, ci manca solo che la tramandi ai figli, ma di certo non ti verrà tolta neppure in caso di disastro…

    F

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