Niente figli? Niente voto!



È stata lanciata per il 3 e 4 aprile la campagna «Niente figli? Niente voto!» a favore della riforma di legge che introduce l’affidamento condiviso.

Pertanto si invitano tutti i genitori separati, i nuovi compagni o compagne degli stessi, i nonni e tutti coloro che credono fortemente nel Principio di Bigenitorialità a non andare a votare in queste Elezioni Amministrative, in segno di protesta per lo scarso supporto che la maggior parte degli schieramenti politici ha dato alla proposta di legge e, soprattutto, per ribadire la necessità di rivedere completamente, sia sul piano legislativo che su quello della giurisprudenza, la problematica dell’affidamento dei figli in caso di separazione o divorzio.

L’invito è ovviamente esteso anche a coloro che, sposati o non, credono che quello di essere un genitore è un impegno che si prende con i propri figli, non con il coniuge, e quindi la separazione o il divorzio non devono avere alcun effetto sulla gestione degli stessi, così come prevede la legge in Francia e in altre nazioni europee.

Commenti (7) a «Niente figli? Niente voto!»

  1. Dario de Judicibus ha detto:

    Secondo il sondaggio effettuato dal sito dell’Ulivo,

    alle O0:42 del 3 aprile 2005, si hanno i seguenti risultati.

    Votanti : 325

    Pensano che l’affidamento debba rimanere come è adesso

    il 6% dei votanti, così suddivisi:

    2% : donne separate/divorziate

    2% : donne sposate o non sposate

    1% : uomini separati/divorziati

    1% : uomini sposati o non sposati

    Pensano che l’affidamento debba essere condiviso

    il 94% dei votanti, così suddivisi:

    8% : donne separate/divorziate

    11% : donne sposate o non sposate

    48% : uomini separati/divorziati

    28% : uomini sposati o non sposati

  2. rizia ha detto:

    Non credo che protestare incitando i cittadini a non svolgere il loro dovere sia un buon sistema di far sentire la propria voce ed affermare le proprie ragioni. Per quanto io sia assolutamente d’accordo all’affidamento condiviso sono contraria a questo modo di protestare, non andando a votare ci si mette automaticamente dalla parte del torto. Questo è il mio personalissimo pensiero.

  3. utente anonimo ha detto:

    Anche se in linea di massima quello che dici è corretto, nel caso specifico non sono d’accordo. Nelle regionali bastano pochi voti per alterare completamente gli equilibri. Qui non si tratta di non votare, ma di mandare un messaggio forte ai politici. Avete ignorato la riforma? E noi iniziamo con un piccolo ostacolo. Intendete andare avanti così? Ne riparliamo alle politiche, e allora l’ostacolo non sarà piccolo: sarà mirato a non fare eleggere specifici personaggi.

  4. rizia ha detto:

    Già, mi piace chi esprime pareri senza firmarsi. Complimenti!

  5. Dario de Judicibus ha detto:

    Rizia, sono io che ho scritto il precendete post. Solo che, avendolo fatto da un altro PC, non mio, Splinder non ha registrato il nome.

    Dario

  6. mikecas ha detto:

    vi prego di valutare con attenzione i numeri in gioco (anche quelli del sondaggio, tanto per cominciare).

    Qualche centinaio di persone che si astengono dal voto per questa ragione (e facciamo pure qualche migliaio, per pura ipotesi) mescolati ai milioni che non vanno a votare per le piu’ disparate ragioni, sono assolutamente invisibili, ininfluenti…. solo un po’ patetici.

    Con tutto il mio supporto per la loro battaglia, sarebbe bene trovassero modi diversi

  7. Dario de Judicibus ha detto:

    Secondo il sondaggio effettuato dal sito dell’Ulivo,

    alle 22:31 del 10 aprile 2005, si hanno i seguenti risultati.

    Votanti : 444

    Pensano che l’affidamento debba rimanere come è adesso

    il 5% dei votanti, così suddivisi:

    2% : donne separate/divorziate

    2% : donne sposate o non sposate

    0% : uomini separati/divorziati

    1% : uomini sposati o non sposati

    Pensano che l’affidamento debba essere condiviso

    il 95% dei votanti, così suddivisi:

    8% : donne separate/divorziate

    11% : donne sposate o non sposate

    44% : uomini separati/divorziati

    33% : uomini sposati o non sposati

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