Perché siamo così tanti?



In queste ultime settimane è stato riproposto da diversi visitatori, attraverso i vari commenti ad alcuni articoli pubblicati su questo blog, il tema della sovraffolamento del nostro pianeta. Siamo infatti oramai più di 6 miliardi di persone e probabilmente arriveremo a 20 miliardi alla fine di questo secolo.

L’aspetto che colpisce di più, tuttavia, è il fatto che buona parte di questa esplosione demografica sia avvenuta sostanzialmente solo negli ultimi due secoli. Se nell’anno 1000 c’erano infatti sul nostro pianeta circa 345 milioni di abitanti, nel 1750, ovvero 750 anni più tardi, la popolazione umana era cresciuta solo di tre volte tanto arrivando a 961 milioni, mentre negli ultimi due secoli si è praticamente sestuplicata passando dal miliardo e rotti del 1800 ai sei miliardi di oggi.

Non solo: secondo le previsioni dovremmo arrivare a quasi 10 miliardi già nel 2050. Se si pensa che 20 miliardi è considerato da molti esperti la popolazione massima che il nostro pianeta sia in grado di sostenere, il futuro non si prospetta certo roseo. Ma perché la popolazione umana è cresciuta così tanto rispetto a quella delle altre specie animali e perché questa crescita sta diventando sostanzialmente esponenziale?

Potrà sembrare strano, forse addirittura paradossale, ma l’origine di tutto ciò va ricercata nell’etica sviluppata dalla specie umana. In Natura i meccanismi che mantengono una popolazione entro certi limiti possono essere diversi, ma il principale rimane tuttavia sempre lo stesso: il più forte sopravvive, il più debole soccombe. Cosa voglia poi dire «più forte» e «più debole» dipende dal contesto, ovviamente. Il metro può essere quello fisico, la capacità di adattarsi, la resistenza a malattie o eventi climatici, ma il principio non cambia. Chi è debole deve lasciare il posto a chi è più forte, che si tratti di una debolezza congenita o contingente poco importa.

L’uomo tuttavia ha cambiato questa regola. Anche se le civiltà più antiche la rispettavano nella sostanza e spesso anche nella forma, dato che i principi etici erano diversi da quelli moderni, con il passare del tempo gli esseri umani hanno sviluppato una cultura protettiva nei confronti dei più deboli. Là dove in caso di carestia i leoni danno la priorità agli adulti lasciando morire i cuccioli, dato che questi non sopravviverebbero comunque se gli adulti morissero, gli esseri umani condividono le scarse risorse con i più deboli, indebolendo così i più forti: i malati vengono curati, i disabili assistiti, i troppo giovani e i troppo vecchi protetti, sostenuti.

A questo punto qualcuno potrà essere rimasto perplesso o addirittura scandalizzato dalla piega che sta prendendo questa analisi, ma qui non si sta cercando di dimostrare alcunché, ovvero lo scopo di questo articolo non è arrivare a una qualche conclusione riguardo al fatto che l’umanità faccia bene o male a comportarsi in un certo modo. L’obiettivo è qui solo quello di correlare una certa situazione a determinate scelte sociali, senza che in questo vada letto alcun giudizio.

Se tuttavia questa mentalità protettiva ha richiesto millenni per svilupparsi, solo negli ultimi secoli la scienza ha dato all’umanità i mezzi per realizzarla in pieno, soprattutto negli ultimi secoli. Una migliore alimentazione, terapie mediche e farmaci, macchine in grado di fare lavori duri o pericolosi al nostro posto, tecnologie di ogni tipo, hanno permesso persino nei Paesi più poveri di aumentare considerevolmente il numero di abitanti per chilometro quadrato su tutto il pianeta. Potrà sembrare strano che in un mondo dove milioni di persone muoiono di fame, a causa di malattie o di cataclismi naturali, si possa parlare di come la tecnologia abbia permesso una crescita demografica esplosiva, ma se si pensa che ancora nel ‘700 si poteva morire per una semplice infezione, diventa facile comprendere come persino i tanti problemi che affliggono l’umanità, soprattutto quella più povera, non siano sufficienti a bilanciare le conseguenze dei vantaggi forniti dalle moderne tecnologie. D’altra parte l’aumento demografico è un fatto incontrovertibile.

Non solo l’aspettativa di vita è cresciuta ovunque, la mortalità infantile si è ridotta, la morte per parto è diventato un evento più raro, anche se in misura differente nelle varie nazioni, ovviamente, ma il fatto che persone con difetti genetici possano procreare e quindi trasmettere queste tare alle generazioni future rivoluziona completamente tutti i meccanismi contenitivi e selettivi caratteristici dell’evoluzione.

Di nuovo: non stiamo dicendo che a persone con tare genetiche non dovrebbe essere permesso procreare o che un bambino con difetti fisici dovrebbe essere buttato giù da una rupe come facevano gli Spartani, ma che esiste una relazione diretta fra determinate scelte e la crescita della popolazione umana negli ultimi secoli. Esserne consapevoli non autorizza a proporre soluzioni drastiche, ma ignorare queste relazioni causa-effetto non aiuta neanche a superare una crisi annunciata.

Forse tutto questo discorso potrà sembrare duro o cinico, anche perché in passato molte ideologie razziste o discriminatorie hanno utilizzato argomentazioni simili per giustificare violenze e massacri, fino al vero e proprio genocidio. Eppure dobbiamo essere coscienti che l’aumento della popolazione umana non è una cosa successa per caso, ma una nostra precisa responsabilità. Inoltre la densità di popolazione non è solo all’origine di molti problemi, ma è anche uno dei fattori principali che rende ancora più consistente l’entità dei danni dovuti ai cataclismi naturali, come il maremoto nell’Oceano Indiano insegna.

Cosa fare? Non credo che esista una soluzione semplice a questo problema. Non possiamo cambiare certo la nostra morale e gettare al vento millenni di maturazione culturale come vorrebbero certe forze estremiste, ma c’è comunque il rischio che un aumento indiscriminato della popolazione ci costringa un giorno a prendere decisioni oggi improponibili. Già oggi in Cina non è permesso avere più di un figlio. Domani si potrebbe dover ricorrere all’eutanasia forzata per quelle persone che hanno raggiunto una certa età o che non sono comunque in grado di sostenersi da sole, come ipotizzato da alcuni romanzi di fantascienza degli anni ’50. Impossibile? Purtroppo la nostra storia dovrebbe averci insegnato che gli esseri umani siano capaci di questo e altro. E allora? Allora l’unica cosa da fare ora è iniziare a pensarci, a discuterne, senza nasconderci dietro a false morali e ipocrisie buoniste. Solo un’analisi fredda e onesta ci potrà forse dare la possibilità di risolvere il problema del sovraffollamento del pianeta e allo stesso tempo salvaguardare quei principi morali che abbiamo conquistato dopo millenni di inciviltà.

Almeno spero.

Etichette: , ,

Commenti (11) a «Perché siamo così tanti?»

  1. pipistro ha detto:

    Una soluzione a tavolino non sarà facile dacchè etica – come oggi è intesa – e natura evidentemente non si conciliano.

    Quando sulla terra saremo (saranno) 20 miliardi, o anche meno, temo che la seconda finirà in un modo o nell’altro per prevalere sulla prima. Ovvero, forse, principi etici che oggi immaginiamo immutabili e riteniamo indiscutibili verranno impercettibilmente e progressivamente “adeguati” alla necessità di sopravvivenza.

    Pur peccando di un certo ottimismo penso che non ci sarò, o che comunque verrò rapidamente “messo a riposo” …^^v^^

  2. utente anonimo ha detto:

    Non è assolutamente facile riuscire ad immaginare il futuro, certo, però quest’analisi è davvero corretta, e non vorrei essere tra quelli che dovranno decidere il MIO futuro [nel 2050 avrò 70 anni], che Dio li assista.. anzi no, non si crederà più in Dio, si crederà in Star Wars, bè insomma, che qualcuno li assista per me!
    [L’infacèto]

  3. utente anonimo ha detto:

    Vere le premesse in parte.. e completamente false o sballate o non suggerite le conclusioni
    La popolazione sulla Terra è aumentata NATURALMENTE 1) non in seguito a conquiste scientifiche, ma semplicemnte perchè gli uomini facevano figli
    2) Se dal 1900 ad oggi..ad esempio.. si fosse seguita non una “sterilizzazione di massa” ma un semplice controllo delle nascite, nel senso di “cosciente”.. nom ci sarebbe stato alcuna sovrappopolazione.
    Se questo è avvenuto 3) è perchè le religioni in generale considerano (ipocritamente) questo fatto “non etico” e 4) le popolazioni in genere NULLA sanno di demografia, di sviluppo sostenibile e non. OVVERO non esiste alcuna CAMPAGNA SERIA PUBBLICA o di altro tipo atta ad informare SERIAMENTE che questo pianeta 5) non è infinito 6) non ha risorse illimitate e, SOPRATTUTTO 7) ci sono paesi che avendo un quarto della popolazione totale consumano i 3/4 quarti dele risorse disponibili.
    Dunque: LA NATURA…. COL DISCORSO DEL PIU’ debole e del piu’ forte NON C’ENTRA NULLA.
    FUORI LUOGO E FALSO. E FALSO PERCHE’ NON CONSONO.
    E’ vero invece che le conquiste medico/scientifiche hanno curato mali e permesso una vita piu’ lunga, ma d’altro canto sono sorti altri mali, ed alcuni INCURABILI, dovuti FORSE proprio a questo sviluppo. Anche si si puo’ considerare il totale in attivo, per così dire, grazie al benessere e allo sviluppo
    FINALE: non c’è legge divina o supernaturale o naturale o etica o magica che possa far aumentare la popolazione terrestre se le coppie mettono al mondo, AD ESEMPIO, un solo figlio.
    NATURA O NON NATURA. E CONQUISTE SCIENTIFICHE O MENO.

    LA MATEMATICA NON E’ UN’OPINIONE.
    IL RAZZISMO o LA SEMPLICIONERIA (COMUNE) LO E’ SEMPRE.

    Ancora una volta..la soluzione o il problema non è nella Natura o dalla Natura, ma nell’ignoranza dell’Uomo, del Potere, e del SUO PROPRIO egoismo.

    +OL+

  4. Dario de Judicibus ha detto:

    Ombraluna, credo che nel tuo commento ci siano alcune contraddizioni. Visto che il discorso è lungo, lo spezzerò su più commenti indipendenti.

    PARTE PRIMA

    Ombraluna dice: «Vere le premesse in parte.. e completamente false o sballate o non suggerite le conclusioni» e poi dice «Se dal 1900 ad oggi..ad esempio.. si fosse seguita non una “sterilizzazione di massa” ma un semplice controllo delle nascite, nel senso di “cosciente”.. nom ci sarebbe stato alcuna sovrappopolazione.»

    Ora l’unica conclusione del mio articolo era semplicemente «che esiste una relazione diretta fra determinate scelte e la crescita della popolazione umana negli ultimi secoli.» Quando tu parli di controllo delle nascite o sterilizzazione tu non stai facendo altro che confermare la mia tesi, ovvero che l’aver fatto determinate scelte, o il non averlo fatto, è una delle cause principali della crescita della popolazione umana. Inoltre, quando parli di «religioni» che «in generale considerano (ipocritamente) questo fatto “non etico”», stai di nuovo confermando che alla base della crescita della popolazione umana ci sono scelte etiche. Vorrei qui sottolineare come la religione sia solo una delle forze che influisce sull’etica umana, sicuramente rilevante, ma non l’unica. Ricorda che stiamo analizzando il problema a livello planetario e in un’ottica di epoche storiche, per cui bisogna fare attenzione a non estrapolare solo le cause legate a una visione occidentale, fortemente influenzata principalmente da una delle tante religioni, quella cristiana.

    Continua…

  5. Dario de Judicibus ha detto:

    PARTE SECONDA

    Se poi la tua affermazione «false o sballate o non suggerite le conclusioni» si riferiva non tanto a semplici conclusioni quanto al portare vere e proprie soluzioni, allora ti dò ragione. Io non ho suggerito e non intendo suggerire facili soluzioni, come invece fai tu quando parli di «coppie» che «mettono al mondo … un solo figlio.» Non perché non ci sia del vero nelle tue parole, ma perché politiche che influenzano milioni se non miliardi di persone vanno ben studiate prima di essere applicate. Gli effetti collaterali possono infatti essere disastrosi quanto il problema che si cerca di risolvere

    Ti faccio un esempio. Diversi anni fa il governo cinese ha decretato che le coppie potessero fare un solo figlio. Nel far questo, tuttavia, non tenne conto della cultura del popolo cinese, soprattutto di quella contadina, che considerava ancora importante che il primogenito fosse sempre un maschio. Dato che oggi la tecnologia permette anche nelle sperdute regioni della Cina di sapere in anticipo il sesso del nascituro, il risultato è stata l’interruzione delle nascite ogni qual volta questo fosse femmina. Così oggi in Cina nascono 117 maschi ogni 100 femmine con un rapporto equilibrato solo nelle zone urbane, tanto che il governo ha dovuto correre ai ripari autorizzando una seconda gravidanza nel caso la prima abbia prodotto una femmina.

    Come vedi qui la religione non c’entra: è un problema culturale che potremmo definire di stampo maschilista, se vuoi, ma che non si può pensare di sradicare in pochi anni e solo con leggi opportune. Il fatto che neanche in Cina, un paese che non si può chiamare propriamente democratico, non si sia ritenuto opportuno agire in modo autoritario, la dice lunga sulla complessità dell’intervenire su queste questioni.

    Continua…

  6. Dario de Judicibus ha detto:

    PARTE TERZA

    Ombraluna dice «La popolazione sulla Terra è aumentata NATURALMENTE» e «LA NATURA…. COL DISCORSO DEL PIU’ debole e del piu’ forte NON C’ENTRA NULLA.» Non so cosa tu intenda per “naturale”, ma il numero di animali in un certo habitat è regolato da vari fattori. Alcuni influiscono sulla mortalità, altri sulla natalità. Quelli che influiscono sulla mortalità sono prevalentemente gli animali predatori, le malattie e gli eventi climatici, oltre che una percentuale casuale di “incidenti” mortali. Nel caso dell’uomo anche le guerre hanno contribuito a mantenere ridotta in certi casi la popolazione. Quelli che influiscono sulla natalità sono,ad esempio, l’alimentazione e il rapporto maschi/femmine. Esistono poi meccanismi autoequilibranti. Ad esempio, in una cultura nella quale si tende a fare molti figli, aumenta la probabilità di morte per parto, cosa che finisce in parte per equilibrare quella tendenza.

    Ora, Ombraluna dice anche che «la popolazione sulla Terra è aumentata … non in seguito a conquiste scientifiche». In realtà le conquiste scientifiche hanno influenzato proprio questi meccanismi. Una migliore alimentazione ha aumentato la forza e resistenza delle partorienti, oltre che fornire alternative all’allattamento naturale; le cure mediche e soprattutto la profilassi igienica hanno ridotto la mortalità per parto; gli esseri umani sono millenni che non hanno più predatori naturali; ci vuole ben più che una semplice ferita per rischiare di morire per infezione; gli antibiotici hanno ridotto di molto la mortalità, posticipato la fine dell’età fertile e la vita si è allungata al punto che ci sono coppie che continuano a far figli anche in età molto avanzata.

    In pratica Ombraluna non ha torto quando dice che il primo fattore è il fare figli, ma se fosse l’unico fattore, allora il tasso di crescita avrebbe dovuto essere costante nel corso dei secoli, e invece non è solo aumentata la popolazione ma anche il tasso di crescita. Per raddoppiare la popolazione nell’anno mille ci sono voluti quasi 600 anni. Oggi ne bastano 54. Se il tasso fosse rimasto costante oggi saremmo poco più di un miliardo.

    Una formula semplice ma abbastanza accurata permette di calcolare in quanti anni la popolazione umana raddoppierà: basta dividere 69 per il gradiente di crescita. Ad esempio, se il gradiente di crescita è del 3%, allora la popolazione raddoppierà in 23 anni. Per fortuna il tasso di crescita medio nel mondo sta diminuendo drasticamente, passando dall’1,5% del 1950 all’1,2% del 2004 e, si spera, allo 0,5% del 2050, ma la popolazione è oramai cresciuta così tanto che anche un tasso dello 0,5% è comunque un problema.

    Continua…

  7. Dario de Judicibus ha detto:

    PER CONCLUDERE

    Il fatto che il primo fattore di crescita sia il fatto di fare figli è ovvio, così come è ovvio che la mancanza di un’oportuna pianificazione delle nascite ha avuto un effetto disastroso in molti casi. Tuttavia se il problema fosse stato solo matematico, oggi sulla Terra ci sarebbero più o meno un miliardo di persone, forse anche meno. Ombraluna afferma che «le conquiste medico/scientifiche hanno curato mali e permesso una vita più lunga, ma d’altro canto sono sorti altri mali, ed alcuni INCURABILI, dovuti FORSE proprio a questo sviluppo».

    Personalmente credo che pochi si rendano conto di quanto fosse facile morire in passato. Oggi, se nostro figlio si ammala di morbillo lo teniamo a casa per qualche giorno, senza preoccuparci. Una volta di morbillo si moriva. Si moriva per una bronchite o una semplice ferita a una gamba, si moriva di peste, di tubercolosi, di polmonite. Si moriva per malattie che oggi non ci impediscono neanche di andare in ufficio a lavorare.

    In realtà la maggior parte delle malattie incurabili di oggi sono soprattutto legate all’aumento dell’aspettativa di vita. Una volta non si faceva in tempo ad ammalarsi di tali malattie: si moriva prima. Inoltre molta gente moriva senza che si sapesse il perché. Moltissime malattie genetiche esistevano anche prima, ma i portatori generalmente morivano. Oggi chi porta tare genetiche riesce a vivere spesso una vita normale e quindi a trasmetterle alle generazioni future. Basti pensare all’anemia mediterranea. Cosa fare? Ripeto: non lo so, ma sicuramente un giorno potremmo essere messi di fronte a scelte drastiche, che metteranno a dura prova la nostra etica e la cosiddetta morale comune.

    Fine

  8. utente anonimo ha detto:

    Sostanzialmente d’accordo… salvo pero’ ribadire (oltre i luoghi comuni..e.. facili, anche se in buona fede) una pura constatazione e scoprire che la popolazione di fatto, è aumentata di piu’ e paurosamente proprio dove lo sviluppo tecnologico era inferiore
    Ovvero: NON è, in PRIMA e ULTIMA istanza, lo sviluppo tecnologico e le scoperte mediche che avendo allungato la vita (tutto da vedere) e evitato morti premature (tutto da vedere) è stato causa di sovrappopolazione.
    E anche perchè, aggiungo e ripeto con altre parole, nella “bilancia” globale puo’ rivelarsi addirittura il contrario.
    Ovvero lo “sviluppo” di certe zone e in certi ambiti puo’ aver pre-supposto il de-grado di altro (fame, malattie, malnutrizioni… etc…).
    Lo lascio come.. dubbio.
    La popolazione non aumenta in maniera aritmetica, e cioè tipo 1-2-3-4 bensì geometrica.. sul tipo 1-2-4-8, ecco perchè c’è stata quella che tu chiami “un’esplosione”.
    In realtà non c’è stata nessuna esplosione improvvisa, quanto il prevedibile risultato di certe sequenze
    L’esempio della Cina, in rapporto alle religioni, è fuoriluogo.
    Quando si parlava di “religioni” si intendevano anche tradizioni, superstizioni, miti, credenze.. ovvero quell’insieme di “idee” che vengono date per quasi assolute nella vita “quotidiana” e che sono difficili da smuovere.. e che “dettano” etica.
    Cio’ che mi premeva era questo: rigettare l’idea di un “non naturalismo dell’uomo” che aiutando i “deboli” incrementava la crescita, sull’esempio degli animali forti (umanizzazione/riduzione della natura e dei concetti bene/male SOLO e TIPICI dell’uomo) contro i deboli.

    Pauroso, stupido e NON vero (cioè.. un altro di quei luoghi comuni facili da comprendere e percio’ maggiormente o unicamente trattati. E che per di piu’ fa da copertura, o puo’ fare da copertura a discorsi stupidamente razzisti.
    So che non avevi tratto conclusioni..ma vedi mio caro…. se io scrivo che 3×4= uguale che?
    non c’è bisogno che io scriva 12.
    Il linguaggio porta con sè delle trappole. E tuttavia dalla tua risposta ho avuto modo di appurare che c’era buona volontà nel voler affrontare il problema.
    Bisogna, pero’, come ad esempio io ho fatto, e in maniera per di piu’ veloce e non meditata, vedere un attimo.. piu’.. in… là.
    Sono argomenti troppo seri per essere trattati superficialmente e poco importa se è per arrivare o non a conclusioni.

    E’ cio’ che si analizza.. che è importante. Le premesse.
    E persino cio’ che c’è dietro.

    Un saluto

  9. Dario de Judicibus ha detto:

    Solo una considerazione. Tu dici: “So che non avevi tratto conclusioni..ma vedi mio caro…. se io scrivo che 3×4= uguale che? non c’è bisogno che io scriva 12”. Vero, ma questo vuol solo dire che 3×4 fa 12, è cioè una proposizione vera. Ma è la sola? E cosa significa? Quale matematica posso evincere solo da questa proposizione? Forse ti stupirà, ma dal semplice 3×4=12 posso creare migliaia di matematiche diverse. Non basta una verità e a volte non basta neanche averle tutte, ammesso che si possano avere. Io ho solo indicato una correlazione che a volte si vuole ignorare. Da qui a definire una soluzione ce ne passa. potrei farti altri mille esempi, ma forse vale la pena che pensi a un altro articolo.

    L’esplosione geometrica alla quale ti riferisci (1-2-4-8) è quella a tasso fisso (x2). Purtroppo l’esplosione ha visto una crescita molto più esplosiva, proprio a causa delle scelte etiche che ho indicato.

    Comunque il tuo contributo alla discussione è interessante e valido e in fondo non siamo poi così distanti.

    Grazie.

  10. Faramir ha detto:

    Il discorso non regge perché si basa su alcuni vecchi luoghi comuni neo-malthusiani.

    1) il mondo non è sovrappopolato. In alcune zone ci sono alte concentrazioni, ma la gran parte del globo ha densità di popolazione bassissime. Intere regioni rischiano di essere inghiottite dai deserti perché non c’è nessuno che le coltivi. Inoltre il continuo progresso tecnologico permetterà di trarre sostentamento anche da zone oggi aride (vedi il Negev in Israele).

    2) lo stesso Onu ha dovuto ammettere che l’allarme "bomba demografica" non esiste più. Nel 2002, un rapporto ufficiale diceva che "con delle implicazioni enormi la Divisione per la popolazione delle Nazioni Unite prevede che la fecondità futura dei Paesi in via di sviluppo cadrà al di sotto della media di due figli per famiglia". Il che significa che tra poche decine di anni, anche per quei paesi come per i paesi più sviluppati, il problema non sarà la sovrappopolazione, ma il declino demografico. [<a href="http://www.kattoliko.it/leggendanera/terzomondo/meaney.htm">link</a>%5D

    3) "A dispetto delle teorie maltusiane e neomaltusiane, la storia ci insegna che il crescere della popolazione ha sempre caratterizzato le civiltà sane e in ascesa, mentre il suo calo ha spesso rappresentato un segnale di declino della civiltà. Non occorre risalire alla storia dell’Impero romano o del Medioevo per trovarvi delle conferme: basta guardare agli ultimi quarant’anni, durante i quali in molti Paesi occidentali il miracolo economico ha coinciso con il baby-boom…." [<a href="http://www.kattoliko.it/leggendanera/terzomondo/piombini_demografia.htm">link</a>%5D Poi, raggiunto un livello generalizzato di benessere e istruzione il tasso di fecondità è sceso rapidamente e spontaneamente (anche troppo).

    4) i catastrofismi spesso rischiano di fare più danni di quelli che vogliono prevenire, infatti: "quanto è più veloce la riduzione delle nascite, tanto più veloce è l’invecchiamento della popolazione. Vale a dire che, risolvendo un problema, si rischia di trovarsene un altro, grave allo stesso modo. Perché un invecchiamento troppo rapido della popolazione porta con sé una serie di problemi sociali ed economici che diventano impossibili da gestire" [<a href="http://www.kattoliko.it/leggendanera/terzomondo/cascioli_sartori.htm">link</a>%5D

    Scusa la lunghezza, ma di queste cose se ne potrebbe parlare per giorni. Questi sono solo alcuni "spunti". 😉

  11. Dario de Judicibus ha detto:

    Non c’è problema per la lunghezza del commento. C’è solo un problema probabilmente dovuto al nuovo editor che gestisce i link in modo diverso, per cui il commento ha alterato la struttura della pagina. Sto cercando di risolvere il problema con quelli di Splinder. Niente di grave comunque.

    Per quanto riguarda quello che hai detto, riconosco che molte affermazioni sono valide. Tuttavia non vorrei tu sopravalutassi la tecnologia. Nei prossimi anni gli eventi climatici si faranno sempre più intensi, non necessariamente per cause antropiche, ma a causa di un riscaldamento globale che comunque è un fatto al di là delle possibili origini. Questo potrebbe addirittura interrompere il "nastro trasportatore" dell’Atlantico con conseguente raffreddamento del Nord Europa. Questa situazione, oltre a provocare molti danni, richiederà grandi quantità di energia. Ne verranno penalizzati quei Paesi, come il nostro, che dipendono da altri per l’energia. Inoltre zone sempre più vaste della Terra saranno invivibili. Immagino tu sappia che dell’acqua esistente sulla Terra solo una piccola percentuale è potabile o si può rendere potabile a basso costo. La previsione di 12 miliardi per il 2050 tiene già conto della diminuzione del tasso demografico. Arriveremo comunque sui 20 miliardi. Se inoltre risolveremo alcuni dei Paesi del Terzo Mondo, se cioè porteremo vari miliardi di persone a vivere secondo gli standard di qualità occidentali, come in fondo è auspicabile per loro, non ci saranno abbastanza risorse per tutti. Non è catastrofismo. Io sono contrario al catastrofismo facile o a vedere la mano dell’uomo in qualsiasi cataclisma, ma non possiamo neanche ignorare determinati trend e determinati dati.

    Sul problema dell’invecchiamento, concordo in pieno con te. Saremo molti anche perché vivremo di più, e saremo vecchi. Il che vuol dire anche poco propensi a rischiare, a innovare, a provare. Pensa solo a come ci si è bloccati dopo l’ultima esplosione dello shuttle. Nelle esplorazioni del passato pionieri ed esploratori morivano a centinaia e non ci ha impedito di esplorare ogni possibile angolo della Terra. Oggi, se muoiono pochi astronauti partono mille polemiche. Non è cinismo, ma il crescere di una civiltà richiede coraggio e la disponibilità a pagare un alto prezzo in vite. Questa lezione noi l’abbiamo dimenticata.

Nessuna retrotraccia o avviso a «Perché siamo così tanti?»

Si prega di usare Facebook solo per commenti brevi.
Per commenti più lunghi è preferibile utilizzare l'area di testo in fondo alla pagina.

Commenti Facebook

Lascia una risposta





Nel rispetto delle apposite norme di legge si dichiara che questo sito non ha alcun scopo di lucro, non ha una periodicità prestabilita e non viene aggiornato secondo alcuna scadenza prefissata. Pertanto non può essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge italiana n. 62 del 7 marzo 2001. Inoltre questo sito si avvale del diritto di citazione a scopo accademico e di critica previsto dall'Articolo 10 della Convenzione di Berna sul diritto d'autore.