Lapo Elkann… chi era costui?



Forse qualcuno si stupirà, magari si scadalizzerà pure, ma fino a qualche giorno fa io non avevo mai sentito parlare di Lapo Elkann. Poi ho cominciato a vedere alcuni servizi in televisione. Prima la notizia che era stato ricoverato in ospedale a causa di un’overdose o qualcosa di simile, poi il fatto che si stava cercando dappertutto lo spacciatore, insomma, ormai non c’era telegiornale che non ne parlasse. All’inizio la cosa non mi ha suscitato un grande interesse: in fondo di persone che vengono ricoverate in ospedale a causa delle conseguenze dell’uso di stupefacenti ce ne sono ogni giorno. È triste, ma non si può oggettivamente considerarla una notizia. D’altra parte non avevo mai visto nessuno TG dedicare un intero servizio a Tizio o Caio per una cosa del genere. Figuriamoci poi una serie ogni giorno! Quando poi ho sentito che si era mobilitata in forze la Procura di Torino, mi sono iniziato a insospettire.

Ma chi diavolo è questo Lapo Elkann? E così, spulciando qualche articolo in rete ecco affiorare la verità: è nientedimeno che il nipote dell’avvocato Agnelli! Accidenti! … E allora? Già, allora? Fatemi capire bene. Ogni anno muoiono in Italia dalle 600 alle 1.000 persone a causa dell’utilizzo di sostanze stupefacenti, il che vuol dire dalle due alle tre al giorno. Eppure nessuno dedica a quei disgraziati più di un trafiletto in fondo al giornale o un accenno in televisione. Tantomeno se ne fa un caso nazionale e si mobilitano le forze di polizia alla caccia dello spacciatore che ha venduto loro la droga. Non che le forze dell’ordine non combattano il fenomeno, anzi: dai quasi 1.600 morti del 1996, nel 2002 eravamo già scesi a soli 520 morti, grazie all’instancabile azione di polizia, carabinieri, guardia di finanza, guardie frontaliere e unità specializzate nella lotta al narcotraffico. Naturalmente queste sono solo le cifre relative ai decessi. I ricoveri sono ovviamente molti di più, senza contare i morti per AIDS o altre malattie conseguenti all’indebolimento dell’organismo.

Mai, tuttavia, un singolo caso ha fatto tanto scalpore. Sinceramente, mi spiace per il signor Elkann, ma non lo trovo giusto. Non trovo giusto cioè che se un personaggio è famoso, o parente di un personaggio famoso, allora automaticamente persino un caso di ricovero causato da un cocktail di stupefacenti a base di cocaina, non solo diventa la notizia del giorno, tanto che persino un personaggio come Bruno Vespa si è mosso chiedendo al padre del giovane — per la cronaca ha 28 anni — di andare a parlare di quella vicenda a «Porta a Porta», ma addirittura la magistratura ha dimostrato una reattività certamente non usuale per casi di questo genere.

Preferisco non dire altro.

Comments (5) to «Lapo Elkann… chi era costui?»

  1. kesho says:

    deo gratia! Allora mi consolo, nemmeno io sapevo dell’esistenza di questo signorino dal nome così buffo…

    E francamente non capisco proprio cosa ce ne freghi a noi delle sue abitudini, vizi e ricoveri…

    Ma sono notizie queste?

    Poveri giornalisti, se a tanto devono abbassarsi per restare nei giochi……

  2. yllo says:

    Che peccato che tu non sia rimasto nel tuo paradiso terrestre.Che qualcuno ti abbia fatto mangiare la mela del peccato e tu abbia dovuto conoscere il buon lapo.Che mondo stupendo sarebbe se nessuno sapesse chi è…Come dice il grande NANNI MORETTI:continuiamo a farci del male…

  3. animasalva says:

    credo che tutto questo clamore dipenda dal fatto che si vuol dar risalto alla straordinaria diffusione della cocaina tra i giovani e tra i giovani “bene” (come Kate moss, Calissano e Lapo) L’effetto, però, è che siccome questi personaggiucoli sono “modelli”, lo spirito di emulazione può essere elevato.

  4. In effetti un fatto del genere dovrebbe far ricredere sulla validità di questi modelli. Forse avere molti soldi fa questo effetto — non saprei dirlo, visto che non credo avrò mai di questi problemi — ma se io fossi ricco, a tutto penserei meno che a ridurmi al punto da farmi ricoverare in ospedale per la mia idiozia.

  5. Logan71 says:

    Certe volte sembra più trattarsi di uno strano spirito di emulazione di noi italiani provincialotti: “In Inghilterra hanno la Kate Moss? Anche noi! Anche noi! Anche noi, in Italia, abbiamo Calissano e LapoLapo!”

    No, ma, vantiamoci…

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