Dispari opportunità



Non tutti sanno che a partire da quest’anno, Telecom Italia non consente più agli operatori indipendenti il cosiddetto trasloco della linea ADSL. In pratica, mentre prima era possibile disattivare una linea ADSL da un numero e riattivarla su un altro numero e abitazione, adesso le due linee, sebbene intestate allo stesso utente, sono considerate del tutto indipendenti.

Conseguenza: prima, se si traslocava da un’abitazione a un’altra, il canone passava dalla linea vecchia a quella nuova, senza ulteriori spese. In pratica l’utente continuava a pagare all’operatore la linea come se fosse rimasta la stessa, e l’operatore, che in genere acquista l’ADSL all’ingrosso da Telecom, avrebbe pagato solo la linea utilizzata. Adesso, invece, la vecchia linea viene disattivata ma, a meno che il contratto non sia scaduto, va ancora pagata da parte dell’operatore a Telecom e, conseguentemente, da parte dell’utente all’operatore. Il tutto finché non scadono i 12 mesi specificati nel contratto. La nuova linea va invece pagata a parte, ovvero in pratica si pagano due linee pur usufruendone esclusivamente di una.

Problemi tecnici? Difficoltà amministrative insanabili? Sembrerebbe di no, perché — e qui la cosa si fa interessante — se l’operatore in questione è Tin.it, le cose vanno molto diversamente. Con Tin.it, infatti, non solo è possibile traslocare la linea ADSL su un altro numero, ma è possibile farlo persino se di quel numero risulta intestatario un’altra persona. «Nessun problema», hanno assicurato quelli del servizio clienti di Tin.it.

Ma la Telecom non doveva garantire pari trattamento fra operatori indipendenti e quelli di sua proprietà? Forse qualcuno dovrebbe investigare a riguardo e, se è il caso, prendere i necessari provvedimenti.

Comments (3) to «Dispari opportunità»

  1. ocrampal says:

    comportamento da ex-monopolista che cerca di rallentare il passaggio della propria clientela verso altri operatori. Nulla di nuovo…

  2. Solo che così si tagliano le gambe anche all’innovazione, come dimostra il caso WiMAX, di cui parlerò in un futuro articolo.

  3. utente anonimo says:

    Forse sarebbe il caso di segnalare l'”anomalia” alla magistratura o, per dare maggiore risalto alla cosa, a “Mi manda rai3” o “Striscia la notizia”.

    Il marketing e l’immagine per queste aziende contano parecchio…

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